Scarda è un cantautore a cui Le Rane sono affezionate da tanto tempo. Dal successo della colonna sonora di Smetto Quando Voglio fino all’ultimo album Tormentone, abbiamo sempre seguito il lavoro di Domenico Scardamiglio con passione e divertimento. Ecco perché siamo tornati a intervistarlo, questa volta purtroppo non a un live ma assistiti dai potenti mezzi che la tecnologia ci offre: per parlare di Bomboniere, il nuovo album di Scarda anticipato dall’uscita del singolo Niente e composto da 10 pezzi, uscito il 4 giugno per Bianca Dischi, per fare un bilancio dopo questo periodo di stop forzato e per scoprire un po’ di progetti futuri. Tutti rigorosamente live.
L’ultima volta ci eravamo visti a un tuo live al Circolo Ohibò di Milano, a fine 2019. Vorremmo ripartire proprio da lì: ci avevi detto di aver fatto un bel giro con il Tormentone Tour (l’ultimo album prima di Bomboniere), eri anche un po’ stanco e avevi bisogno di una pausa, ma super soddisfatto di aver portato in giro per tanti club italiani la tua musica. Visto che un po’ tutti ci siamo presi una pausa in questo periodo, come è stata la tua, come ha influito sulla tua musica, ti ha portato nuova ispirazione per Bomboniere?
Durante il primo lockdown ho scritto molto, almeno tre canzoni che oggi sono racchiuse in Bomboniere. Le altre erano state realizzate prima: avevamo già iniziato a registrare, poi c’è stata un’ovvia battuta d’arresto, e così abbiamo preso in considerazione altri pezzi visto che c’era ancora tempo. E così nuove tracce sono entrate a far parte della tracklist. Sì, quindi sì: l’album è in qualche modo figlio della pandemia, nel senso del periodo di scrittura. E poi è cambiato il mio modo di scrivere: non c’è più la rima baciata, sarebbe stato il terzo lavoro caratterizzato dalla rima e ho preferito cambiare direzione, provare qualcosa di nuovo.
Esatto: è proprio una domanda che volevo farti. Già a partire dal titolo di questo nuovo album si percepisce una differenza: se prima avevamo il Tormentone, più forte, adesso ci sono le Bomboniere, più delicate. Abbiamo cambiato registro: da un qualcosa di più semplice a qualcosa di più intimo, tu stesso hai detto “legato alle piccole cose”. Questo passaggio si riscontra molto nelle varie tracce. Come mai questo cambiamento?
Io penso che contenutisticamente i temi siano gli stessi dei precedenti lavori, cambia il modo in cui ne parlo. Avevo bisogno di chiudere un discorso. L’album di prima aveva un titolo più spavaldo, questo uno più gentile ma perché effettivamente è un disco più gentile, in cui si è manifestata anche della debolezza. Ho parlato più di piccoli oggetti. Una volta finite le canzoni questo è il senso che ne ho tratto. E questo era il nome giusto: ogni canzone è un omaggio, che faccio a chi ascolta e spero possa apprezzare. Anche perché è stato un lavoro lungo e pieno di interruzioni. Volevo uscire e avere la possibilità di suonarlo live e vedere come viene recepito dalle persone.
Noi, infatti, ci eravamo visti proprio a un live ormai un anno e mezzo fa – ne approfittiamo per dire che il Circolo Ohibò di Milano, che ha chiuso in questo periodo di pandemia, ci manca tantissimo – ma ora sembra i concerti ripartano. Ho visto che tu hai già ricominciato ad andare in giro e hai tante date in programma. Quanto ti è mancato il contatto con la gente e lo spettacolo live?
Tantissimo. Tu pensa che io di solito ho un po’ di ansia prima di salire sul palco. Stavolta, a Bologna il primo giugno, niente: solo un grande senso di liberazione. L’ultimo vero live con la band era stato il 1° gennaio del 2020, quindi mancava da un po’ di tempo l’emozione di suonare insieme. È stato un bel momento, ho respirato a pieni polmoni l’aria del concerto, di cui avevo davvero bisogno.
Se dovessimo fare un gioco di parole, come piacciono a te, quale sarebbe il tormentone di Bomboniere?
Sono costantemente collegato a guardare gli ascolti (l’album è uscito il 4 giugno), forse ora ti direi Lasciarti perdere. Ma anche Tutti i giorni e Risacca se la stanno giocando, sembra. Non lo so forse è presto per dirlo, staremo a vedere anche con i live quali canteranno di più!
E la cover dell’album invece? Anche questa è un po’ una Bomboniera.
È antico e moderno insieme. Foto moderna con carta da parati antica. Mi piaceva questa idea di mixare questi temi. E in più c’è il mare, che è sempre un tema che mi porto dietro. Ho sempre vissuto vedendo il mare. Anche il lockdown senza mare è stato duro.
Ma adesso recupererai questo periodo con un sacco di date.
Esatto. Non vedo l’ora!