Sì questa è un’altra classifica, ma, a differenza di quella di ieri, questa è opera vostra. Ricordate il sondaggio che abbiamo lanciato due settimane fa? Grazie, innanzitutto, a chi ci ha dedicato un po’ del suo tempo e ha votato con attenzione. Abbiamo ricevuto più di 500 risposte, di cui un centinaio purtroppo invalidate: il claim era quello di scegliere 15 dischi tra i 230 selezionati da noi tra nel 2021. Tutte le risposte con meno di cinque dischi indicati sono state cancellate, non ci sembrava giusto. Differentemente della classifica pubblicata ieri, questa contiene ben 20 dischi e ogni trafiletto è semplicemente un estratto da articoli che abbiamo pubblicato durante l’anno. È probabilmente una classifica sorprendente per certi aspetti, molto meno per altri. Scorrete qui sotto per scoprire i 20 migliori dischi del 2021 secondo voi e poi, se vi va, commentiamo la classifica insieme sotto i post su Instagram e Fecebook.
Domani uscirà, invece, un altro lavoro redazionale che porrà in classifica i migliori esordi dell’anno.
20 ° Franco126 – Multisala (85 voti)
“Il nostro compagno di notti insonni con questo disco è come se avesse ufficialmente abbandonato quell’idea di giovane artista agli esordi. Per carità, il nostro Franchino è ancora il ragazzetto di Trastevere che passava i suoi pomeriggi sui famosi 126 scalini. Con Multisala è ufficialmente entrato nella musica dei grandi, quella musica che racconteremo ai nostri figli”.
Tratto da Andate a comprare un biglietto per il Multisala di Franco126
19° Giorgio Poi – Gommapiuma (86 voti)
“Parlo molto sinceramente nel disco. Sono stato attento ad esprimere le cose nei termini più onesti, desidero piuttosto dire cose vere, che dire cose straordinarie a tutti i costi. E volevo che i pezzi avessero una loro chiarezza, che magari si rivela dopo qualche ascolto. Però credo che accada più o meno sempre, che in genere sia necessario qualche ascolto per metabolizzare”.
Tratto da un’intervista di Billboard
18° Mace – Obe (86 voti)
“Mace ha cercato di farci uscire dal nostro “genere preferito” creandone uno comune a tutti. Non è trap, non è pop, non è cantautorato e non è rap. Ha creato un universo che si chiama OBE in cui all’interno non ci sono distinzioni. Siamo tutti invitati e nessuno è escluso. […] Che dire di questo disco? OBE è aggressivo, intenso, psichedelico ed erotico. Un buon album d’esordio di un vecchio produttore che sarà presente nelle nostre playlist ancora a lungo”.
Tratto da “OBE”, un’esperienza extracorporea a occhi chiusi nell’universo di Mace
17° Mahmood – Ghettolimpo (86 voti)
“Dovremmo prendere questa nostra esistenza e trasformarla in vita, benedicendo con preghiere nostre soltanto ogni piccola spaccatura, ogni grande ferita che ci rende diversi da chiunque altro. Siamo minuscoli, fragili, eppure miracolosamente potenti: questo è il cuore di “Ghettolimpo”, questa è la magia della musica di Mahmood. La straordinaria impresa di un essere umano”.
Tratto da Il “Ghettolimpo” di Mahmood: la straordinaria impresa di un essere umano
16° Cosmo – La terza estate dell’amore (89 voti)
“Rispetto a tre anni prima, musicalmente si fa un passo a sinistra con la finta che stai andando a destra (per citare Battiato, altra grande fonte d’ispirazione di Cosmo); dalle atmosfere da club si passa a qualcosa di più maestoso, a suo modo più inclusivo e universale. È come se fosse in atto un “Cosmopride”, una manifestazione d’orgoglio di cosa riesce a produrre l’estro di Marco Jacopo Bianchi nell’ottica della condivisione e delle sollecitazioni alla collettività, passando per la coscienza dei singoli. Mi piace pensarla così.
Se chiudi gli occhi, riesci anche tu ad immaginare questo enorme soundsystem, ricolmo di colori, trionfo di umani sentimenti, uguaglianza e vita che gira l’angolo con una canzone che fa:
Badabango, un gelato al mango Poi magari cambio, e mi mangio te, na na na na, eh”
Tratto da “La terza estate dell’amore”, il manifesto dello Stato Libero di Cosmo
15° Fast Animals and Slow Kids – È già domani (95 voti)
“Il modo in cui i Fast Animals And Slow Kids raccontano sé stessi e il mondo che li circonda ha un punto di forza: la palese possibilità di immedesimazione offerta senza chiedere nulla in cambio. “È già domani” è un album che va ascoltato più volte, per percepire la stratificazione semantica da cui è caratterizzato, come del resto ci racconta la band nella seguente intervista”.
Tratto da Fast Animals And Slow Kids: come raccontare il domani reagendo al presente
14° Ministri – Cronaca Nera e Musica Leggera (95 voti)
“Tutto quello che abbiamo su internet non è nostro (e per questo è spesso gratis o quasi gratis). La musica che ascoltiamo e i film che guardiamo sono come i contenuti nello schienale delle poltrone sui voli intercontinentali: una volta scesi dall’aereo scompaiono. Il volo di questa nuova modernità digitale quanto a lungo durerà? Non è facile dirlo, sicuramente però se davvero ti interessano i Ministri, puoi comprare un loro album fisico e non dipendere più dalla compagnia aerea, per restare nell’allegoria”.
Tratto da “Cronaca nera e Musica leggera”: il disincanto dei Ministri
13° Motta – Semplice (104 voti)
“Semplice di Motta è un album molto intimo, che rappresenta un nuovo approccio alla vita per il cantautore toscano, con una particolare attenzione per le piccole cose e l’importanza di ogni attimo vissuto, abbandonando tutto ciò che è superfluo e quindi non più indispensabile per la sua esistenza”.
Tratto da Motta e la ricerca dell’essenziale
12° Vasco Brondi – Paesaggio dopo la battaglia (104 voti)
“Esistere”: far parte delle cose, esserci, sussistere. Se esistiamo, vuol dire che siamo visibili. Ci muoviamo nello spazio, ci immergiamo nella realtà, siamo capaci di sentire. Non è scontato, esistere: presuppone una scelta tra subire e agire, vivere il presente o lasciarsi sopraffare. Ognuno esiste a proprio modo e per ogni esistenza esiste un racconto. Questo è “Paesaggio dopo la battaglia” di Vasco Brondi: la prova che ogni essere umano fa parte di qualcosa di più grande e che ogni percorso ha una storia da raccontare”.
Tratto da “Paesaggio dopo la battaglia”, Vasco Brondi: una voce che canta più voci
11° Carmen Consoli – Volevo fare la rockstar (104 voti)
“L’ultimo album di Carmen Consoli, allora, sembra proprio la storia di una vita passata ad inseguire quel demone buono. In “Volevo fare la rockstar” l’idea del sogno si distacca da una visione neoliberale di successo improvviso e individualista, dato dall’avere a discapito dell’essere. Piuttosto, la cantantessa, rifiutando la rappresentazione della vita a compartimenti stagni, ci fornisce un esempio di come il sogno e la felicità appartengano a chi si conosce, e riconosce nel mondo”.
Tratto da La Carmen Consoli di “Volevo fare la Rockstar”, tra sogno e memoria
10° Madame – Madame (116 voti)
“Madame è l’oggi, musicale e sociale di una generazione. Non la rappresenta nella sua totalità, ma la rappresenta totalmente.
Se ci sono capi di imputazione contro di lei è bene quindi sapere che i mandanti di tali reati siamo noi. Contrariamente, anziché puntare il dito, sarebbe opportuno iniziare almeno ad ascoltare la generazione che Madame rappresenta. Capirla, una volta fatto, potrebbe poi anche non essere necessario”.
Tratto da Madame è l’oggi, musicale e sociale di una generazione
9° Coma_Cose – Nostralgia (118 voti)
“Un album molto concentrato che rappresenta anche una piccola rivoluzione per il duo. Fare un disco oggi che sia così breve viene rivendicata come una necessità narrativa (un po’ vintage come scelta, stando a quello che dice Francesca), perché tutto quello che aveva bisogno di essere raccontato e rielaborato ha trovato il suo habitat in questi sei pezzi. La crescita e la sospensione sono i due temi che emergono in modo preponderante dal disco”.
Tratto da La “Nostralgia” dei Coma_Cose è la fiamma dell’eterna adolescenza
8° Margherita Vicario – Bingo (119 voti)
“Bingo, nell’immagine di Margherita Vicario porta il concetto di “vittoria”, del “ce l’ho fatta”. Ma mi piace andare oltre e, utilizzando la stessa metafora, mi piace pensare all’estrazione dei singoli numeri, in modo randomico, del Bingo. Così sono le canzoni della Vicario.
Si toccano tanti temi, in tanti modi con suoni diversi. I beat, gli arrangiamenti, le produzioni di Dade sono camaleontiche, cambiano pelle, si adattano all’ambiente circostante rappresentato dai testi di Margherita. Sembrano davvero una cosa sola, tant’è che ci si chiede se sia nata prima la base o prima il testo, chi dei due sarà stato così capace di cucire addosso all’altro l’abito adatto?”
Tratto da “Bingo”: Margherita Vicario porta in scena l’eterogeneo coacervo umano
7° Venerus – Magica Musica (125 voti)
“I brani vibravano fluidi, scorrendo nelle pieghe dell’intimità di cui solo i sogni sono fatti. Magica Musica: Venerus danzando con le dita sui tasti del pianoforte sembrava pronunciare un lungo incantesimo. Viaggiai altrove: come in un sogno dentro il sogno, non riuscii a rimanere coi piedi per terra. Fluttuavo mentre intorno rifioriva luminoso come un bosco il mondo del cantautore milanese. Un mondo in bilico tra il reale e il fiabesco, oserei definirlo strano, ma affascinante. Ne ero attratta, coinvolta, di certo incantata”.
Tratto da La scorsa notte ho sognato Venerus
6° Iosonouncane – Ira (126 voti)
IRA di Iosonouncane è un’opera che disorienta. È in grado di scardinare tutto d’un colpo le coordinate di riferimento a cui siamo soliti aggrapparci nel momento in cui ci troviamo ad avere a che fare con il nuovo, quando dobbiamo interpretarlo e, giocoforza, farlo nostro. Il contraccolpo che ne consegue ha una portata demolitrice potentissima.
Tratto da IRA di Iosonouncane, ovvero l’album dello sconfinamento
5° Caparezza – Exuvia (127 voti)
“Exuvia” va a inserirsi tra i lavori migliori proposti da Caparezza, che, preservando le proprie inimitabili doti di scrittura, si sta trasformando in un ibrido con venature sempre più cantautorali. Le taglienti analisi sociali, le affilate contestazioni, sono diventate uno sfarzoso ricordo; un’evoluzione iniziata già da un paio di album, ma consacrata definitivamente in questo difficile progetto, intimo, cupo e denso di palpabile apprensione”.
Tratto dalla recensione di Ondarock
4° Blanco – Blu Celeste (132 voti)
Non fatevi un’idea di questo disco, fatevi una cantata: Blanco è giovane e si è messo subito a nudo senza ammiccare alle logiche di un mercato musicale italiano che ti vuole o sottone o machista pure se fai il reggaeton. Blanco invece è uno spericolato dei sentimenti: imparate tutti da lui! Insomma tutti ci aspettavamo “Nevermind” ed è arrivato “In Utero” e questo suo primo disco è un “Blanco shaped box” in cui ha messo tutto sé stesso riuscendo a rendere corale il suo “teen spirit”.
Tratto da Non fatevi un’idea del disco di Blanco, fatevi una cantata
3° Marracash – Noi, Loro, Gli Altri (143 voti)
Finalmente eccoci giunti alla vostra top3 dei dischi usciti nel 2021 in Italia: alla posizione numero 3 troviamo Marracash con “Noi, Loro, Gli Altri“.
“Se in Persona l’artista aveva avuto l’idea di esaminare l’individuo scomponendolo in organi, in Noi, Loro, Gli Altri si passa al livello successivo. Marracash mette sé stesso al centro e si pone in relazione al resto, all’ambiente e alle persone che lo circondano. È un progetto che viene fuori dopo due anni di pandemia e quindi di isolamento, di adattamento a nuovi modi di vivere.
Tratto da Verità e Finzione, ce le spiega Marracash in “Noi, Loro, Gli Altri”
2° Fulminacci – Tante Care Cose (152 voti)
Al secondo posto invece troviamo Fulminacci!
“Tante Care Cose conferma l’immagine di cantautore, Fulminacci, intelligente ed educato che ci eravamo fatti in collinetta al Mi Ami 2019. Musica pop perché si ha qualcosa da dire, non tanto per fare; al posto di citare nomi di discount, meglio incastrare in modo non del tutto esplicito riferimenti a Ungaretti. Non male direi. Non si vede ancora un’identità artistica ben definita, ma più un’esplorazione, una serie di tentativi ben scritti e suonati”.
Tratto dalla recensione di Rockit
1° La Rappresentante di Lista – My Mamma (164 voti)
Al primo posto invece avete eletto come il disco più bello del 2021 “My Mamma” de La Rappresentante di lista
“La Rappresentante di Lista è, da sempre, un progetto artistico libero, fluido, creativo e passionale. In “My Mamma”, la band cresce e si fa letteralmente rappresentante di un movimento, che se prima rimaneva nascosto e privo di spazio, adesso si ingrandisce e inizia a reclamare attenzione. Ne fanno parte coloro che cercano una voce per raccontare la propria forma di resistenza. Chi combatte contro le discriminazioni di genere, chi si spende per l’ambiente, chi difende la libertà sessuale, e chi, in generale, combatte per una maggiore giustizia sociale. Perché non si sentano lasciati soli.
Tratto da “My Mamma”, La Rappresentante di Lista tra femminismo, ambiente e rivoluzione
La Redazione
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