“Camouflage” di Ditonellapiaga e “Donatella Rettore” (1977): parallelismi
Quando lo scorso dicembre Amadeus ha annunciato la partecipazione di Ditonellapiaga e Rettore alla settantaduesima edizione del Festival di Sanremo sono rimasta positivamente colpita ma anche un po’ spaesata dalla notizia: Ditonellapiaga è una debuttante e a dicembre aveva all’attivo un solo EP, Morsi, perché partecipare nei big di Sanremo? E cosa avranno avuto in comune Ditonellapiaga e Rettore? Cosa avremmo dovuto aspettarci da una coppia formata da due generazioni diverse?
Devo dire che, dopo la prima esibizione e il primo ascolto di “Chimica”, le due artiste mi hanno totalmente conquistata: hanno dato una scossa al teatro Ariston ed hanno mandato un messaggio intelligente in maniera ironica e senza tabù; inoltre il pezzo sicuramente ha gareggiato in ballabilità insieme a quello di Dargen D’Amico e a quello della Rappresentante di Lista (ma meglio non entrare nel merito della classifica sanremese, perché lo sappiamo che Chimica meritava di più di un sedicesimo posto). Alla fine la strana coppia Ditonellapiaga e Rettore ha funzionato e quindi ho deciso di mettere a confronto i due dischi che hanno consentito alle rispettive cantanti di gareggiare per la prima volta a Sanremo nella categoria “Big”, ovvero “Camouflage” e “Donatella Rettore”.
“Camouflage” è il primo disco di Ditonellapiaga, uscito lo scorso 14 gennaio per BMG Italy/Dischi Belli.
La copertina del disco ne rispecchia bene il titolo: Ditonellapiaga si confonde tra un gruppetto di sciure glamour in un salottino vintage. Ma il lavoro dell’artista passa tutt’altro che inosservato. L’album ci offre una visione più ampia dell’estro artistico della cantante, ponendosi bene in continuità con ciò che avevamo sentito in Morsi: ecletticità, ironia, coraggio e sensualità rimangono i tratti distintivi del lavoro di Ditonellapiaga.
Oltre ai cinque brani già contenuti nel precedente EP, Camouflage contiene sette pezzi inediti più il brano portato in gara a Sanremo. Il primo dei nuovi inediti è Non ti perdo mai, una ballad malinconica scritta insieme a Fulminacci. Di tutto l’album, per me, questo è il pezzo che meglio fa comprendere la bravura di Ditonellapiaga e la bellezza della sua voce.
Chimica, invece, il brano cantato a Sanremo insieme a Rettore, è un pezzo super ballabile, dal ritmo spinto e dal ritornello che ti entra e non esce più dalla testa. Nonostante il ritmo catturi prepotentemente l’attenzione, la canzone presenta un testo molto intelligente, affronta il tema della sessualità dal punto di vista delle donne, senza tabù e perbenismi:
“E non mi basta avere un cuore per provare dell’amore veramente, e non mi servono parole per un poco di piacere è solamente una questione di chimica”
“E non c’è anticipo o ritardo e se rimango vengo ripetutamente; non m’importa del pudore delle suore me ne sbatto totalmente; e non mi fare la morale che alla fine, se Dio vuole è solamente una questione di chimica”.
Altri due pezzi ballabili dell’album, tra quelli inediti, sono Vogue e Prozac.
Vogue è un pezzo che celebra il glamour, la voglia di fare serata, l’iconicità delle tre città citate: Milano, Roma e Napoli. Il titolo e il testo rimandano a Madonna, ma azzarderei che per testo e ballabilità Vogue rimanda quasi e per certi aspetti all’immaginario di Myss Keta. Sempre all’immaginario “myssketiano” appartiene Prozac, il pezzo che è una delle principali ragioni per cui discoteche e club dovrebbero riaprire. In questo brano l’artista dimostra di avere un ottimo fraseggio e di essere quasi in grado di rappare su una cassa che spinge prepotentemente. Infine, Come fai, è un pezzo dolce che parte lento e il cui ritmo si apre dopo il ritornello, diventando un pezzo r’n’b; la canzone parla della fine di una relazione:
“E a me rimane solo dire vorrei che si riavvolgesse il tempo per fermarmi al momento in cui ero tutto per te che invece chissà come fai”.
“Donatella Rettore”, un album di Rettore del 1977, pubblicato da Produttori Associati.
L’album contiene, Carmela, il pezzo con cui per la prima volta Rettore partecipò tra i big del Festival di Sanremo. La cantante, infatti, era già stata al Festival, ma tra le nuove proposte, con il brano Capelli sciolti, contenuto nel suo disco d’esordio “Ogni giorno si cantano canzoni d’amore”.
Sulla copertina c’è Rettore vestita da schermitrice ma con la fluente chioma bionda ben in vista, mentre sullo sfondo sono seduti due uomini. Il brano che apre il disco è proprio Carmela, un pezzo contro la guerra, il cui testo è accompagnato da un ritmo country:
“Barcellona sembrava un prato ma era un campo di sterminio e i soldati con i fucili in mano; tutelavo col sangue la pace dei civili, e loro si incontravano di notte per non farsi vedere cantavano e facevano l’amore e Carmela gli chiudeva gli occhi e Carmela era una stella, una perla nera, Carmela era la loro bandiera”.
All’inizio della sua esibizione all’Ariston la cantante lanciò caramelle al pubblico, riprendendo le parole iniziali della canzone “Carmela regalava caramelle colorate”.
Altro pezzo degno di nota è I suoi baci negli occhi, che parla dell’amore e della sessualità di una giovane donna:
“E dalle spalle scendeva il profumo di maggio e portava al mio seno le sue dolci parole di amori taciuti, di sguardi in silenzio scambiati. I suoi baci negli occhi per farti dormire, i suoi baci negli occhi per non farmi vedere; e mi guardavano attenti, pronti già a condannare e qualcuno di loro sorridendo diceva che con te c’ero stata e che ti avevo stregato”.
Il ritmo della canzone è lento e mette bene in risalto la potenza della voce di Rettore. La Berta, invece, è il racconto di una proletaria, della sua dura vita lavorativa e delle sue considerazioni sugli uomini che facevano parte della sua vita:
“E la Berta aveva un uomo ma diceva, non è buono a lavorare; e la Berta aveva un padre ma diceva, è capace solo a bere”.
Entrambi i dischi sottolineano la vena cantautorale delle due artiste
Tutti i testi dei due dischi, infatti sono stati scritti rispettivamente da Ditonellapiaga e Rettore e trattano di donne in generale, di amore e di sessualità. Per temi, dunque, sono sicuramente molto vicine. Da un punto di vista musicale, l’album di Rettore è principalmente pop/rock mentre quello di Ditonellapiaga spazia tra numerosi generi, rendendo impossibile etichettare il suo lavoro. Ma d’altronde anche Rettore è un’artista fuori dal comune, come testimoniato da suoi vari successi e anche dalla sua ultima partecipazione al Festival (e si è anche impegnata per farci guadagnare qualche punto al FantaSanremo). Il palco dell’Ariston ci ha dato la conferma di due artiste fuori dagli schemi, uniche, coraggiose e i cui dischi penso ascolteremo più spesso d’ora in poi.
Foto in copertina di Chiara Mirelli