“Caos” di Fabri Fibra: come mettere in ordine il disordine
Fabri Fibra gente. Cosa dire? Gli si potrebbe dedicare una rubrica a parte su come ha cambiato l’immaginario della musica rap in Italia. Ammetto che il mio battesimo con lui l’ho avuto in tarda età, quando mi sono resa conto che il rock non era l’unico genere sulla faccia della terra. Ad ogni modo, ho sempre avuto tanta stima nei suoi confronti, nonostante dimostrassi il contrario. Come me ce ne sono molti, dai punkabbestia ai classicisti. Quando Fibra ha annunciato l’uscita di “Caos” ha suscitato grandi aspettative nella maggior parte degli appassionati di musica, non solo perché sono passati cinque anni da Fenomeno (sì esatto, sono passati cinque anni da quando cantavamo Pamplona in spiaggia), ma anche per capire se un gigante della musica fosse cambiato.
Fabri Fibra secondo voi
Per capirlo meglio qualche giorno fa abbiamo aperto un box domande sul nostro profilo Instagram per capire quali siano state le vostre aspettative in merito al progetto. Tra le risposte ne abbiamo scelte tre e sono state:
- “La sua visione del mondo attuale e della sua vita in modo crudo e diretto”;
- “Un rap fatto coi coglioni senza paura”;
- “Nuovissima old school”.
Tre risposte collegate in un certo senso. Lo scopo principale dell’hip hop è quello di denunciare quello che non ci va bene all’interno della società o di raccontare le nostre paturnie. Fibra nonostante si sia “poppizzato” con Fenomeno, ha sempre tenuto fede a quello che è l’originario scopo del genere. Leggendo il sotto testo di queste risposte ci accorgiamo che questo è quello che tutti ci aspettiamo: il vecchio Fibra che ci racconta la situazione sociale e politica odierna senza filtri per poi vederla accartocciata e buttata in un angolino.
“Caos” è un disco che non si colloca in nessuna scena attuale
Oltre a raggiungere la cifra tonda degli album pubblicati, Caos è il primo disco di Fibra con la Sony Music e non con la Universal. Uscito lo scorso 18 marzo con un annuncio su Instagram, l’album vede diverse collaborazioni tra cui Rose Villain, Neffa, Maurizio Carucci, Colapesce, Dimartino, Lazza, Madame, Ketama126, Guè, Salmo, Marracash e Francesca Michielin.
Scrive Fibra su Instagram:
“Caos è il mio decimo album. Ho impiegato tre anni per scriverlo, per selezionare le giuste strumentali. In questi giorni prima dell’uscita ho avuto modo di fare delle interviste che presto usciranno e potrete farvi una idea di quanto lavoro ci sia dietro al disco. Una delle prime domande che mi hanno fatto è stata “come pensi che si collocherà il tuo nuovo album nella scena attuale?”, la mia risposta è stata “sinceramente, non lo so”. In realtà nemmeno me ne preoccupo perché so che nei pezzi ho detto tutto quello che volevo dire, nel modo in cui lo volevo dire. Quando il disco piace a me, so che piacerà anche a chi mi segue. Molti mi hanno fatto notare che non esce un mio disco da cinque anni. Io ringrazio ogni singolo giorno di questi cinque anni perché sono serviti a darmi gli stimoli e le idee per scrivere nuovi testi”.
Come in buona parte dei dischi del rapper, Caos si apre con il brano Intro, a detta sua la traccia più difficile da trovare. Il brano mixa un beat con Il cielo in una stanza di Gino Paoli. Una mossa azzardata che unisce il cantautorato con l’hip hop: un brano in cui il rapper racconta la sua discografia in due minuti e venticinque secondi.
Fabri Fibra feat?
Appena pubblicato il disco, i featuring non erano visibili, solo le orecchie più affini potevano capirlo. La prima artista che abbiamo incontrato è Rose Villain con il brano Goodfellas. Un pezzo sanguinario che parla del rapporto del rapper di Senigallia con la scena rap italiana.
La maggior parte dei rapper che ascolti ora / Sono cresciuti tutti ascoltando la mia roba / Mi scrivono in privato: “Fibra, sei un mito” / Chissà perché nelle interviste non lo dicono
Sulla giostra – invece – vede la presenza di Neffa, uno dei maggiori esponenti della old school nonché uno degli artisti di riferimento di Fibra. A ‘na certa non poteva mancare lo zampino di Dardust che con il suo beat crea Stelle, il brano più pop del disco, in cui vediamo duettare Fabri con Maurizio Carucci degli Ex Otago. A sorpresa arrivano anche Colapesce e Dimartino con Propaganda. Un trio che non ci aspettavamo, o meglio, che non ci saremmo mai aspettati prima di Musica Leggerissima. A dirla con franchezza questo è stato il brano che più mi è rimasto impresso per la sua musicalità e non solo per il tema intorno cui ruota.
Nel brano che da il nome al disco, Caos, troviamo due giovani mine che sono esplose negli ultimi anni: Madame e Lazza. Con questo brano Fibra ci fa capire come intende il Caos: ovvero un qualcosa che è ben lontano da ciò che ti fa stare bene. Il concetto presente in queste barre risulta semplice e diretto.
Dimmi solo se vuoi / Dirmi qualcosa prima o poi / So che è complicato / Ma non ci credo che non puoi
Oltre a nomi importanti nei duetti non potevano mancare grandi nomi alla produzione. Big Fish scrive il beat di Pronti al peggio con Ketama126. Un altro volto femminile è quello Francesca Michielin con cui collabora nel brano Liberi, prodotto dalla stessa Michielin.
Fabri Fibra feat. la triade
Guè, Marra e Salmo rappresentano i massimi esponenti della scena hip hop urban odierna. Cocaine feat. Guè e Salmo racchiude tematiche come il politically correct e la cancel culture in tre strofe e otto misure: uno spazio quantitativamente ristretto per tematiche così ampie. Mentre con Marra troviamo un brano più soft come Noia, dove viene campionato un brano di Miles Davis.
Dalla finestra la città senza colore / Come per dire: “Ancora qui, non vai altrove?”
“Caos” è il disco più intimo di Fibra?
Al contrario di molti suoi colleghi, Fibra non ha mai parlato del suo privato, se non velatamente. Al primo ascolto notiamo come Caos racchiuda il tutto: situazione sociale, rapporto con i colleghi e rapporto con sé stesso. Da Brutto figlio di, ad Amici nemici, fino a Nessuno, si vede come Fibra in questi cinque anni di silenzio abbia riflettuto su diverse tematiche. Le ha studiate per metterle in pratica con lo scopo di regalarci uno spunto di riflessione su chi siamo, cosa ci circonda e di come può cambiare il rapporto con i nostri tali. Fibra sembra esser stato vittima anche lui del cambiamento all’interno di un rapporto e facendo testo del suo vissuto, diverse volte – senza saperlo probabilmente – ci ha aiutato ad affrontare determinate situazioni.
Caro Fibra, anche se gli outro – come dici tu – non si usano più, tu continua a farli
Il disco non può concludersi con un brano buttato lì. Outro è il brano conclusivo per eccellenza che omaggia chi ha fatto parte del progetto.
Questa è l’outro / E lo so che non va più di moda fare l’outro perché nessuno ascolta più i dischi dall’inizio alla fine / ma vaffanculo questa è l’outro / E qui voglio fare i ringraziamenti
Caos è un album che non ha sorpreso più di tanto – o meglio – è quello che ci aspettavamo. Un disco completo, testualmente per niente banale con dei beats studiati a pennello. Per alcuni è già l’album dell’anno, per altri il miglior lavoro degli ultimi tempi, per molti è uno dei migliori lavori di Fibra.
Tutte le date estive: https://t.me/LeRane/3155
Lucrezia Costantino
Sono una scettica nata e cresciuta in Puglia, milanese d'adozione. Nella mia borsa non mancano mai gli auricolari e le chewing gum. Amo il cinema, i tramonti al mare e i dolci.