Caparezza in tour con “Exuvia”: un introverso con i fari addosso
Il 25 giugno a Treviso, Caparezza avvierà l’atteso tour e si sposterà per tutta Italia durante una lunga e intensa estate. Sarà l’unica occasione per ascoltare dal vivo “Exuvia“, l’ultimo album dell’artista pugliese certificato Platino [tra i 20 migliori dischi del 2021, secondo voi].
Protagonista dell’album, che è un viaggio nel concetto di paradosso e non solo, è l’esuvia, ovvero quello che in biologia rappresenta il resto di un esoscheletro di un insetto dopo la muta. Michele Salvemini, così all’anagrafe, intende utilizzare questa figura per raccontare la fuga e il distacco dalla sua “exuvia”, come un rito di passaggio e un saluto al passato per il nuovo presente.
Ci siamo chiesti, dunque, quale forma possa prendere sul palco un messaggio così introspettivo e personale e, per l’occasione, ci siamo fatti una chiacchierata con Caparezza e una romantica passeggiata nella sua esuvia.
L’ultima, nonché l’unica occasione per suonare “Exuvia” dal vivo. Come la vivi questa “ultima” occasione?
La vivo come la fine di un ciclo necessario, perché “Exuvia” merita una trasposizione live come tutti gli album. “Exuvia” è uscito, però, in un periodo eccezionale causa pandemia per cui i concerti sono slittati fino ad arrivare a quest’estate e nel frattempo io ho accumulato la voglia di salire sul palco (l’ultima volta è stata nel 2018). Stavo preparando una scaletta in cui ci sarà molto del nuovo album, oltre ai pezzi del passato che verranno inseriti all’interno di un contesto unico. Il tour segue tutti gli stilemi precedenti, quindi un tour molto suonato ma anche molto visivo: ci saranno, ad esempio, oggetti di cartapesta, scenografie mobili, costumi di scena, quattro performer che vengono dal mondo del musical, eccetera eccetera. In realtà chi viene a vedere i miei concerti già lo sa ed è abituato a queste bizzarrie.
Beh, sembra che andando avanti le esibizioni si facciano sempre più articolate, no?
Sì, divento sempre più esigente. Chi non è mai venuto potrebbe rimanere sorpreso: si assiste a un vero e proprio show… quindi letteralmente, si parla di musica in mostra.
Vorrei parlare con te del concetto di paradosso, ti va?
Sì, certo. È il mio pane quotidiano.
Innanzitutto, il tour stesso rappresenta un paradosso, no? Come dici nel brano “Eterno paradosso”, “un introverso fermo con i fari addosso”. Insomma, sarai un’intera estate con i fari addosso.
Ecco sì, io non vivo di esposizione, la soffro abbastanza, non amo mettermi in mostra.
E come affronti questa sofferenza?
Oggi non è più una sofferenza, lo era all’inizio. Si crea un corto circuito, per cui se soffri l’attenzione soffri anche la tensione (che belli i giochi di parole del Capa in diretta, ndr.). Questa tensione negli anni si è sciolta, ora quando salgo sul palco c’è una parte di me che mi ridà sicurezza: mi riferisco alla forza del linguaggio creativo, che, molto spesso, appartiene alle persone che non riescono a esprimersi con la stessa efficacia del linguaggio normale.
È quello che intendi quando nel brano “El sendero” dici: “arte mi devi guidare”?
Esatto, poi si ritorna alla vita di tutti i giorni che però nel mio caso è una vita artistica. “Arte mi devi guidare” nasce ripensando alla mia vita che è sempre sbilanciata verso l’arte. Sono anche il tipo che contempla la natura e riflette, ma credo di aver passato molto più tempo nella testa delle persone. Credo di essermi nutrito di persone, di essere umani. Non me ne voglia il creato ma a me piacciono moltissimo le creazioni: questa è quindi la mia materia. Il lato creativo mi restituisce l’idea positiva dell’uomo. Poi dobbiamo scindere le cose, perché l’artista non è sempre una persona positiva, mentre ciò che crea rimane lì con il suo carattere o meno, e vive di vita propria.
Pensi che vivere il paradosso sia una cosa inevitabile?
Guarda le religioni: sono un coacervo di paradossi. Riponiamo spesso molta fiducia in ciò che non vediamo, e tra l’altro il peso di ciò che non vediamo è fortissimo sulla storia dell’umanità. Di solito passiamo il tempo a dare del senso alla nostra esistenza perché abbiamo paura che non ce l’abbia. Viviamo di tutti i paradossi possibili per darci un senso, soprattutto se questi sono consolatori.
C’è chi lo vive costantemente e chi invece riesce a conviverci. Poi magari ci sei tu, che ne hai fatto un frutto creativo e artistico.
Sì, a me il paradosso non fa paura perché in realtà me ne nutro. È facile trovare i paradossi negli usi e costumi, più difficile è trovarli dentro di sé. Io ormai sono arrivato a questo livello qua: preferisco guardare i miei. Ai paradossi tento di sopravvivere e scrollarmeli di dosso, ma comunque fanno parte di me.
Stiamo parlando di paradosso e quindi, in qualche modo, di dualismo. Nel brano “La scelta” parli di una scelta che è patetica ed eroica. Come si spiega questo dualismo? C’è del paradosso anche qui?
La scelta può essere patetica o eroica, sono due supposizioni contrapposte. “Patetica” ed “Eroica” sono anche due componimenti di Beethoven. “Exuvia” parla di un limbo, per cui l’unico modo per venirne fuori è fare una scelta. Molto spesso viviamo in sospensione e solo una scelta potrebbe risultare patetica, perché questa ci fa sentire patetici e ci mette in difficoltà.
Quand’è che è eroica allora?
È eroica quando ci pone come protagonisti della scelta, ma se la scelta è dettata da desideri di qualcun altro, diventa patetica. È eroica perché è sempre meglio farla che rimanere in questo limbo infinito da cui non si esce mai.
Questa tua esuvia, che è protagonista dell’album, è collegata anche in parte ad una delusione nei confronti della neo-musica?
Un po’ di delusione c’è nel brano “Come Pripyat”: lì si parla di disillusione verso tutto, anche nei confronti della musica. Io sono un onnivoro di musica, forse troppo. Credo che la paura di invecchiare mi abbia portato ad ascoltare qualsiasi cosa avesse il sentore di novità. Poi mi sono reso conto che non aveva senso questa cosa, e che non tutto è interessate alle mie orecchie (che sono già danneggiate tra l’altro).
Rolling Stone ha detto che l’album rischia di essere talmente scostante al punto che forse potrebbe non esserci una hit. Cosa gli rispondiamo?
Io questa parola “hit” proprio non la capisco. Non si scrive musica per fare le hit, e te lo dice uno che ne ha avute, ma non le ho mai pensate per farle appositamente. Adesso di creare la fabbrica della hit non mi interessa, oggi voglio solo ascoltare cose che abbiano un senso.
Molti media per parlare di “Exuvia” antepongono e sottolineano i tuoi 48 anni, come se fosse arrivato per te un punto d’arrivo. Come se nella musica puntualmente sia necessario rimarcare l’età. Non ti urta questa cosa?
No, capisco il tuo punto di vista, ma non mi urta. Se dovessi maturare un’idea che abbia un senso non conterà la mia età. Ad esempio, David Bowie ha fatto un disco bellissimo ed era molto anziano – “Blackstar”, che è un album che ce l’ha eccome un senso. È sempre più difficile, in effetti, perché c’è la freschezza dei giovani che vivono nel presente, e a loro viene facile mettere in discussione le cose, anzi è quasi un obbligo contestare chi c’era prima proponendo un nuovo stile. Quando si arriva alla mia età si comincia a riflettere un po’ di più e quindi diventa più difficile creare. Cosa verrà dopo io non lo so: non ho paura del buio e nemmeno della luce. Se sarà buio o luce la mia vita artistica, proseguirà comunque.
Questo il calendario aggiornato delle date del tour estivo:
25 Giugno Treviso – Arena Della Marca
27 Giugno Bologna – Sequoie Music Park [Sold Out]
28 Giugno Bologna – Sequoie Music Park
01 Luglio Lucca – Lucca Summer Festival
02 Luglio Padova – Sherwood Festival
04 Luglio Collegno (To) – Flowers Festival [Sold Out]
09 Luglio Mantova – Piazza Sordello
11 Luglio Milano – Milano Summer Festival – Ippodromo Snai San Siro
15 Luglio Napoli – Suo.Na Festival
16 Luglio Matera – Sonic Park Matera
20 Luglio Genova – Balena Festival
22 Luglio Ferrara – Ferrara Summer Fest
23 Luglio Roma – Rock In Roma
29 Luglio Catania – Villa Bellini
03 Agosto Lecce – Oversound Music Festival
06 Agosto Pescara – Zoo Music Fest
07 Agosto Fasano (Br) – Locus Festival
10 Agosto Monte Urano (Fm) – Bambù Festival
12 Agosto Brescia – Festa Di Radio Onda D’urto
13 Agosto Majano (Ud) – Festival Di Majano
[Info su www.caparezza.com, www.magellanoconcerti.it, www.ticketone.it e www.vivaticket.com]
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Cristiana Dicembre
Ho iniziato a scrivere per pensare ai fatti miei, ora scrivo solo di quelli degli altri. Di solito mi faccio descrivere dalla musica che più mi piace, per esempio: il mio album preferito ha una banana sullo sfondo.