The Blind Monkeys, la giovane band italiana sul palco dei Metallica
Firenze bolle. Il termometro segna 37 gradi. L’umidità e l’ombra artificiale dei palazzi spinge le lancette reali ancora più su. Il sole batte e sembra schiarire anche la parte più scura dei marmi del Duomo. I turisti si giocano il tutto per tutto pur di visitare la città e non si fermano neanche col sole a picco. A piazza Santa Croce, l’arena di ferro vuota, aspetta la finale del Calcio Storico nel giorno di San Giovanni. Tra i turisti si incrociano sempre più persone che indossano maglie dei Metallica, qualcuno dei Red Hot Chili Peppers o dei Green Day.
Percorrendo strade e lungarni verso la stazione e la Fortezza, rockettari e metallari aumentano a vista d’occhio. La calamita che li attrae è uno dei parchi più grossi d’Europa, forse il più grande.
Il caldo picchia sempre forte e sotto qualche albero si trova un po’ di riparo. Le Cascine, l’enorme polmone verde di Firenze diventa la meta di decine di migliaia di persone. In fondo al parco, di fronte la tribuna dell’ippodromo, si stende lo sconfinato prato verde del Firenze Rocks, il festival che da alcuni giorni sta dando ancora più senso a tutte quelle magliette, indossate con fiera naturalezza.
E a guardarsi intorno il rock non sembra morto per niente: anzi i numeri di questa estate pare comincino a dire il contrario. È vivo più che mai soprattutto nello sguardo di tanti giovanissimi pronti a entrare, biglietti alla mano.
Alle 21.30 in punto i Metallica incendiano il cielo della città del David, mettendo fine all’agonia dei loro fan in grande attesa da anni.
Prima di loro, in una caduta cromatica di un tramonto dall’azzurro al rosso, i Greta Van Fleet mostrano di essere figli dei Led Zeppelin, ma non per questo di non poter essere anche una formidabile band live. Prima del calare della sera, un inossidabile Jerry Cantrell ha portato sul palco toscano tutti i fendenti e le sfumature di quell’avventura grunge partorita a inizio anni Novanta a Seattle dai suoi Alice in Chains, gomito a gomito con Nirvana, Soundgarden e Pearl Jam.
Un compito non semplice nel cuore del pomeriggio lo aveva la band milanese The Blind Monkeys, unica band italiana di giornata a salire le scale dell’enorme palco prima di quei colossi.
Le difficoltà da affrontare sono importanti: dal confrontarsi con un palco mastodontico, in cui le dimensioni e, di conseguenza, le questioni tecniche e le distanze tra loro cambiano di molto rispetto ai club, all’emozione di dover suonare, e bene, di fronte a svariate decine di migliaia di persone. Ed è proprio questa forse la sfida più grossa che i ragazzi hanno vinto. Sin dal primo pezzo, “MerceMarcia”, sono riusciti a convincere un pubblico che, come accade spesso in questi contesti, avrebbe anche potuto non avere un atteggiamento così benevolo nei loro confronti.
The Blind Monkeys sono una band rock solida, con escursioni a tratti prog, ma non certo una band metal.
Eppure le prime file, quelle dure e pure, accorse lì per i Metallica, li hanno più volte applauditi convintamente, durante i loro sei brani, accettandoli nella grande famiglia del rock’n’roll. I frutti di una veloce gavetta fatta a suon di cover rock seventies e hard rock nei club e di contest vinti, li ha portati poi a realizzare il primo disco di inediti, dal titolo Argini, a cui purtroppo non si è potuto dare un seguito live a causa della pandemia.
I ragazzi non hanno mai mollato e hanno ricominciato alla grande, su un palco che ricorderanno per sempre, e l’augurio è che possano tornare a calcarlo presto. Intanto li abbiamo visti pogare su “Enter Sandman” dei Metallica sotto al palco e nel backstage, prima che Firenze, sotto un cielo nero e stellato, mandasse tutti a letto, dopo quattro giorni di vero rock, di cui anche The Blind Monkeys sono stati protagonisti.
The Blind Monkeys sono:
Federico Arduini, Voce, seconda chitarra;
Paolo Malocco, chitarra solista;
Nicola Rulli, basso e seconda voce;
Edoardo Buonfino, tastiere;
Giacomo Moroni, batteria;
Luca Liviero e Davide Mariani, sound engineers.