Vi presentiamo in anteprima il videoclip di “Victoria” un brano degli HEY!HIMALAYA, in uscita il 15 luglio per Triginta. L’urlo che si contrappone alle sirene, un percorso attraverso la sofferenza di chi ha la necessità di separarsi da qualcosa di unico ed inestimabile, ma che lentamente e senza farsi notare, con la forza di una goccia nell’eternità scava tra le costole di un uomo che vuole solo lasciarsi abbandonare e diventare mare.
Il videoclip che accompagna il brano è stato scritto e ideato da Monanne Art & Josè Cavallaro, diretto da Monanne Art e Riccardo Sanmartini (aka @inartesamma) e rappresenta la rivelazione di un mondo all’opposto, dove uomo e natura sono posseduti dallo stesso animus, nell’immobilità del tempo, si concentra tutto il movibile.
La natura nel pieno del suo letargo e l’atmosfera sinistra che fanno da sfondo alla scenografia sono parte integrante della performance che si prefigge di portare fuori dal mondo degli Hey!Himalaya, il freddo che presto o tardi tutti proviamo in fondo a noi stessi.
Passiamo la vita nel nostro Altroquando, ed immersi nelle idee grezze e pure, cerchiamo il contatto con una realtà di cui non vogliamo far parte per
non distorcere il nostro essere
Hey!Himalaya e un progetto composto da quattro ragazzi tra i 24 e i 26 anni, nati e cresciuti a Lecco. Jose Cavallaro (voce, chitarra acustica/baritona, basso), Giulio Bonacina (tastiere), Luca Impelliccieri (sezione ritmica) e Nicolo Corti (sintetizzatori, basso, Live electronics).
Conducono parallelamente i loro progetti musicali, per poi trovarsi a Bologna nel 2019, con l’obiettivo di intraprendere un nuovo percorso; insieme si dedicano a riarrangiare alcuni tra i brani scritti da Jose negli anni precedenti, addentrandosi sempre più in profondità nella scrittura, sperimentando sonorità che ibridano il cantautorato con l’elettronica.
Per due anni sono costantemente in studio e si dedicano a produrre e registrare il loro primo disco prodotto per Triginta e in uscita a Ottobre 2022. A Maggio 2022 pubblicano il primo singolo “Vibrisse” inserito all’interno della compilation di Music is The Best format prodotto dall’etichetta Needn’t, da Panico Concerti e dalla regione Emilia-Romagna.
Guarda in anteprima qui il video di “Victoria”
Che aria tira nell’universo Himalayano?
L’aria che tira nel nostro universo è talvolta impetuosa talvolta più rarefatta. Siamo un gruppo estremamente eterogeneo e questo ci porta ad adottare un occhio prospettivo nei confronti delle cose che viviamo e che di conseguenza riportiamo in musica.
Il nostro impulso proviene principalmente dalle incomprensioni che ci attraversano e che scambievolmente cerchiamo di risolvere. La musica trova la sua tana dopo cunicoli fatti di discussioni, conflitti, improvvisazioni e ricerca. (Se il processo artistico potesse finire qui saremmo più che soddisfatti).
Victoria è un percorso attraverso la sofferenza per tornare a stare bene. Da qualche impulso interno o esterno nasce questa canzone?
Facendo riferimento alla risposta precedente, possiamo dire che “Victoria” non nasce da un impulso interno o esterno ma dalla fusione di entrambe le cose. La canzone nasce da un piccolo avvenimento quotidiano (quasi irrilevante) che diventa mezzo per indagare le resistenze auto indotte. “Victoria” si articola come un dialogo con se stessi (un monologo, se visto dall’esterno), uno sguardo personale sulla moltitudine di cui facciamo parte inevitabilmente, che mette in dubbio i comportamenti radicati e appesi alla consuetudine.
Vivete le vostre vite in un “Altroquando” tutto vostro, una specie di sottosopra che nasce come ribellione alla realtà che conosciamo. Dateci le coordinate spazio temporali di questo luogo…
Sicuramente è un luogo in cui il tempo non si articola linearmente. Le nostre scelte artistiche tendono ad essere ‘sui generis’ poiché ci opponiamo fermamente ad un’idea di forma prestabilita e alla visione malata della musica come oggetto di consumo. Spontaneamente il nostro sguardo cade sempre dove metteremo il prossimo piede, prendendosi il debito tempo ad ogni passo. È nella cura che richiede ogni evento che condividiamo (oltre che ciascuno di noi) che si origina il nostro suono.
Nel video la natura è l’elemento preponderate davanti alla quale l’uomo può sentirsi grande ma anche infinitamente piccolo. Che rapporto avete voi con la natura e da dove è nata l’idea di questa performance? (qui potete parlare anche del team che ci ha lavorato)
Con la natura abbiamo un rapporto quasi ancestrale: Siamo cresciuti e maturati alle pendici delle alpi e siamo sempre stati abituati ad orientarci con le vette. La pianura ci disorienta ma da sempre rende più semplici i passaggi. I primi frame del video ci raffigurano inermi su delle rovine, che possono rappresentare la sensazione di disorientamento che abbiamo subito trasferendoci in città. Il video chiude con immagini quasi oniriche e demoniache tra le boscaglie… lasciamo qui voi immaginare.
Fondamentale per la realizzazione di questo progetto è stato l’occhio esterno delle persone che hanno lavorato con noi, Martina Platone, Andrea Turone e Riccardo Sanmartini che sono stati ottimi traduttori del nostro immaginario.
Giulia Perna
Meglio conosciuta come @machitelhachiesto. Salernitana di nascita e bolognese per amore di questa città. Ha conseguito il titolo di Laurea specialistica in Comunicazione pubblica e d'impresa presso l'Università di Bologna. Si definisce "malinconica per vocazione". Da grande vorrebbe osservare le stelle. Crede nella forza delle parole, nella bellezza che spacca il cuore e nella gentilezza rivoluzionaria. Le piace andare ai concerti, mischiarsi tra la gente, sentire il profumo del mare e camminare sotto i portici.