Fuori dall’ottica milanocentrica: aprire un’etichetta discografica in Sicilia

È uno dei tanti “non-detti” della produzione musicale in Italia. In un panorama sempre più milanocentrico resta evidente come da Napoli in giù – per essere generosi – le attenzioni della musica italiana si dissolvano ben presto. Almeno fino a giugno, quando attirati dal sole, dal mare, dal vento, dal profumo dei limoni, dagli anziani con la coppola e dalle passeggiate tra gli alberi di fico d’india e d’ulivo, artisti, etichette e festival musicali sembrano accorgersi che forse non è una cattiva idea considerare il meridione come un luogo su cui investire. Per fortuna, comunque, c’è chi dal sud lavora e insiste giorno dopo giorno, da gennaio a dicembre, persino quando in Sicilia fa freddo.

A tal proposito, con questa intervista entriamo nel merito della questione portandovi a conoscere Tuma Records. Si tratta di un’etichetta discografica indipendente, nata nel 2022, con sede a Messina. In pochi mesi sono stati diversi gli artisti emergenti e non che, partendo dal territorio, hanno avuto l’occasione di emergere grazie alla loro produzione e alla distribuzione ad ampio raggio.

La città di Messina ne ha senza dubbio giovato, ritrovando finalmente una continuità inedita nella proposta di musica dal vivo. Così, anche dall’entusiasmo di Tuma Records, è nata Onda Pop, realtà siciliana nata in cooperazione con l’etichetta palermitana MIND e con la concittadina agenzia di booking e management Crox Concerti. Negli ultimi mesi, Onda Pop ha permesso a diversi artisti di esibirsi in giro per la Sicilia con “Aspettando Indiegeno”. La rassegna di eventi live è stata una sorta di preparazione all’Indiegeno Fest, uno dei festival musicali più attesi tra le spiagge della Sicilia orientale e che quest’anno ha festeggiato il suo decimo anniversario.

Dei sogni di Tuma Records e della proposta di Onda Pop abbiamo direttamente parlato con i membri dell’etichetta messinese.

Com’è nata Tuma Records?

Tuma Records nasce tra le mura del Dalek Studio; dalla volontà di un gruppo di musicist* e addett* ai lavori dello spettacolo che sentivano l’esigenza e il desiderio di dare voce a progetti del territorio. Contemporaneamente, sentivano il bisogno di aprire tale possibilità alla scena musicale emergente nazionale, che spesso brama il confronto con il pubblico del Sud. L’intento è sempre stato quello di mettere in campo le nostre esperienze per supportare progetti di valore e di incoraggiare artiste e artisti a percorrere la loro strada senza preoccuparsi di tutti i tecnicismi e le dinamiche che vanno “oltre la musica”.

Quali sono state le prime esperienze maturate con i vostri artisti?

Le primissime pubblicazioni hanno riguardato due singoli con cui abbiamo un particolare legame. Teresa ha rappresentato la chiusura di un cerchio per La Stanza Della Nonna, un progetto a noi molto caro, e Chiù forti, di Novo. Quest’ultima è stata la prima vera esperienza in termini di produzione e di distribuzione in cui siamo entrati a confronto con le dinamiche dell’industria musicale e del panorama indipendente

Nell’autunno dello stesso anno eravamo pront* a distribuire il primo disco firmato Tuma Records. Spuma, dei Basiliscus P è un progetto di grande valore e ben fatto, che ci ha permesso di entrare a contatto con realtà di pregio. Da qui, nei successivi due anni (sembrano molti di più!) abbiamo dedicato la nostra attenzione alle esigenze di tutte le parti che compongono un progetto. Ci siamo concentrati e abbiamo reso partecipe non solo chi ne è voce e immagine, ma anche chi lavora dietro le quinte, sperimentando il concetto di rete, con le giuste tempistiche e attenzioni, ma con il cuore sempre aperto.

Quali sono gli obiettivi e i sogni nel cassetto di Tuma?

Uno degli obiettivi è sicuramente rappresentato dalla volontà di limare i chilometri che ci separano da quello che viene considerato il centro della cultura musicale, solitamente individuato nel territorio che va da Roma in su. Il sogno è ciò che abbiamo reso realtà. Produrre musica di qualità e sincera, sostenerla e diffonderla, senza rischiare di essere necessariamente inglobati all’interno dello schema rigido imposto dal mercato musicale. L’artista e il suo pensiero, per noi, sono centrali, l’opinione e le idee di chi sta alla base del progetto sono sempre al primo posto. Inoltre, alcun* di noi non sono più residenti in Sicilia, e ciò ci permette di essere presenti anche fisicamente per coltivare da vicino i rapporti con i progetti che seguiamo fuori dal territorio siciliano.

Su Onda Pop:

Tuma Records, MIND, Crox Concerti: a chi di voi è venuta l’idea di unirsi per lavorare assieme attraverso il nome di Onda Pop?

Possiamo dire che è stata un’idea e una conseguente risposta organizzativa così travolgente da simulare la sensazione di un’altissima e potentissima onda. L’obiettivo era quello di unire gli intenti e le volontà di tre realtà, che in comune hanno sempre avuto un grande desiderio.

Dimostrare che la Sicilia è una terra fertile e aperta, in grado di ospitare e restituire come pochi territori sanno fare.

Abbiamo immediatamente ricevuto un grande sostegno e una fortissima risposta positiva da parte delle realtà locali e non solo. Allora era proprio il caso di cavalcarla questa grande Onda Pop(olare)!.

Il vostro “Aspettando Indiegeno”, in preparazione all’Indiegeno Fest, è stato un festival nel festival. Vi chiediamo una panoramica degli artisti che suoneranno in giro per la Sicilia per tutto il mese di luglio grazie a questo format.

È stata per noi una grande opportunità, colta con grande entusiasmo, quella di prendere parte all’organizzazione collaterale di un festival nato e cresciuto in maniera indipendente come Indiegeno Fest. Ci restituisce ancora una volta l’idea della fertilità e del desiderio di arte, cultura e spettacolo che tutta la Sicilia chiede e sostiene a gran voce.

Al fianco di questa collaborazione abbiamo sperimentato anche l’unione di intenti con Light Blue festival che ha dato vita alla realizzazione di una serie di eventi, tra cui l’organizzazione del nostro primo contest, “Sulla Cresta dell’Onda”, tenutosi durante la rassegna.

Le location, tra Messina, Agrigento, Palermo e Bagheria, hanno visto esibirsi un ventaglio variegato di artiste, artisti e generi musicali come: Tamè, La Stanza della Nonna, Maiogabri, The Whipped Dream, Eramo Nubi, Vinnie, Magikaaaaarp, Pasquale Provenzano, Yuman.

Una data importante è stata quella del “Pelorias See Sound”, l’evento all’interno del programma dell’Horcynus Festival, che si il 27 Luglio al Parco Horcynus Orca, in riva allo Stretto di Messina. Per l’evento dedicato alla Ninfa dei Peloritani, si sono esibiti Curramore, Anet, Basiliscus P, Cris Obehi, Veeble. Infine, la rassegna con l’esibizione di Davide Shorty, ospite il 31 luglio nella cornice mozzafiato del Sunset Beach Club, a Messina.

Cosa significa per voi lavorare nel campo della promozione musicale in Sicilia? Quali sono le differenze più evidenti rispetto alla più tradizionale scena del centro-nord Italia?

Lavorare nel campo musicale in Sicilia significa sceglierlo come missione prima ancora che come professione. Scegliere di “darsi” in modo quasi totalizzante, per costruire qualcosa che ad oggi è sempre stato circoscritto: la cosiddetta scena, fatta di reti, di realtà, di artisti e attori del settore. È necessario riconoscersi, trovarsi e progettare insieme. A noi è successo, e non è affatto scontato: collaborazione, obiettivi e business devono coesistere in perfetto allineamento.

Le differenze tra i territori di nord e sud Italia sono principalmente radicate nelle abitudini e nella concezione di un atteggiamento che abbiamo sempre percepito come indifferenza: troppo spesso il sud ha patito questa mentalità, fino a farlo suo. Deriva dal mancato interesse da parte delle istituzioni e di quegli apparati organizzativi che hanno restituito poco e chiesto tanto a questa terra. Le difficoltà in termini di distanze, e quindi di costi, di spazi e di proposte hanno reso impossibile per tanto, troppo, tempo pareggiare il circuito con le stesse condizioni. È tempo di invertire questa tendenza.

Perciò ci piace definirla una missione: condividere, creare, connettere. Dimostrare che è davvero possibile costruire un futuro economicamente sostenibile, basato sulla diffusione della cultura. E, nel nostro caso, attraverso la musica. Lo dobbiamo a noi stess*, agli artisti e alle artiste, a tutto ciò che di bello che la Sicilia ha e sa donare.

Quali sono state finora le vostre più grandi soddisfazioni?

La più grande soddisfazione è sicuramente rappresentata dalla nostra unione e collaborazione. Abbiamo avuto la possibilità di incontrare tantissime persone, ascoltare e conoscere il loro mondo e la loro musica, vederle affezionarsi con un’aria quasi stupita a una realtà che si mette in gioco per loro, per farle sentire rispettate e apprezzate per ciò che fanno. Capire che esiste una rete solidale volta a dare continuità ai tour nazionali e, contemporaneamente, a sostenere la scena locale, è un grande traguardo.

Altrettanto è entrare a contatto con realtà che hanno la nostra stessa visione. Provare a crescere insieme non fa altro che confermarci che il lavoro svolto fin ora ha un valore ed è credibile. Siamo riusciti a portare al sud dei progetti che lo raggiungono solitamente solo in determinate condizioni e periodi. È grazie a tutte le persone che hanno preso parte al progetto Onda Pop che siamo riusciti a creare un circuito che ci permetterà, si spera, di farlo ancora per molto tempo.

Dove volete arrivare?

Il desiderio è quello di tessere un reticolo di realtà propositive, siano esse etichette discografiche, venue o festival, disposte a investire sul territorio e sugli artisti e le artiste che muovono i loro primi passi: emergenti quindi ma non solo. Per quanto poco ci piaccia avere limiti definiti o confini con cui confrontarci, ci auguriamo di diventare competitivi rispetto al resto dell’offerta nazionale, sia sulle nuove proposte che sull’organizzazione di grandi eventi. Lavorare in questo settore è già una sorta di obiettivo raggiunto per molt* di noi, ma sappiamo bene che la sola passione non basta.

Desideriamo crescere, mettere in luce il nostro lavoro e quello delle persone che operano e dedicano il proprio tempo e le proprie risorse a questo grande comparto. Vogliamo che diventi sostenibile al punto da generare valore. Ci auguriamo di avere ancora la possibilità di raccogliere soddisfazioni e vibrazioni positive, e di restituirle a nostra volta.

Ringraziamo molto il gruppo di Tuma Records per la disponibilità. Auguriamo loro un’enorme buona fortuna per i giorni, i mesi e gli anni a seguire!

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