I 30 migliori dischi italiani del 2024

Se siete arrivati fin qui avete quanto meno la curiosità di scoprire quali sono per noi i 30 migliori dischi italiani del 2024.

Ma che senso ha ancora stilare queste classifiche? Che modalità usare, come evitare lo spam ossessivo? Tante sono le domande che ci poniamo ogni anno a dicembre quando, guardandoci indietro tentiamo di tirare le somme dell’anno musicale appena trascorso. Per noi stilare questa “classifica” significa, oltre creare un contatto e delle interazioni con chi ci segue, monitorare e comprendere la strada che stiamo percorrendo attraverso il rapporto che abbiamo intessuto con i nostri lettori. Ci permette di capire cosa avete ascoltato, cosa vi è piaciuto e quali lavori, in qualche modo, sono emersi dal mare in tempesta delle produzioni musicali contemporanee.

Il dato che maggiormente viene fuori da questo tipo di operazione è uno e lampante: la maggior parte dei dischi usciti non viene ascoltata e in molti casi ci si chiede “ah ma è uscito il nuovo album di tizio? Non lo sapevo”. E questo è capitato anche noi, che questa roba la mastichiamo ogni settimana, cerchiamo di tenerla d’occhio, di approfondirla. D’altronde ogni settimana escono più musica che in tutto il 1989 e il discorso finisce sempre lì: il capitalismo, quel maledetto.

Sono cambiati gli strumenti, è cambiata l’accessibilità degli ascoltatori alla musica. Da forma d’arte, quest’ultima è diventata content, prodotto, merce. Ma questo processo ha coinvolto tutta l’arte da quando le regole dei mercati hanno iniziato a fare da padrone e soprattutto da quanto la tecnologia ha iniziato ad accelerare questo processo. Il discorso è lungo e complesso: da queste logiche non si sfugge, soprattutto perché il capitalismo è bravo a reinventarsi inglobando prima o poi tutte quelle proposte nate dal dissenso e dalla ribellione.

Su questo argomento vi rimando a un podcast davvero utile e necessario: “Il capitale musicale” di Alberto Bebo Guidetti.

Tornando a noi: dopo un sondaggio durato una settimana, in cui avete potuto votare un minimo di 7 album da una selezione di circa 250, ci siamo: ecco a voi i 30 migliori dischi italiani del 2024. Non possiamo dire che ci aspettavamo questi risultati: ci sono alcune sorprese, certi dischi meritavano posizioni migliori di altre e in certi casi vi chiederete “chi è costui?”. Ma si sa che il gusto medio è influenzato da così tanti fattori che alla fine è impossibile essere tutti d’accordo.

migliori dischi italiani del 2024
Scopri i 30 migliori dischi italiani del 2024

30° C’Mon Tigre – Instrumental Ensemble; Soundtrack for imaginary Movie Vol.1 (27 voti)

Anche quest’anno al trentesimo posto della classifica dei migliori dischi italiani dell’anno abbiamo i C’Mon Tigre.

Il 6 dicembre per CMT è uscito “Instrumental Ensemble – Soundtrack For Imaginary Movie Vol. 1” l’ultimo lavoro dei C’mon Tigre. Ci sono album che raccontano una storia, e poi c’è “Instrumental Ensemble – Soundtrack For Imaginary Movie Vol. 1”, che ne racconta molte. Con questo progetto, i C’mon Tigre si spingono oltre i confini dell’ascolto, invitandoci a immaginare, sentire e vivere un film che non esiste. O meglio, esiste soltanto nella nostra mente, grazie a 23 tracce che sono finestre su città, vite e destini intrecciati dal filo rosso della contemporaneità.

da rocknation.it

C’Mon Tigre – Instrumental Ensemble; Soundtrack for imaginary Movie Vol.1 [Ascolta qui]

29° Edodacapo – Tutto Bene (30 voti)

Edodacapo con Tutto Bene apre uno spaccato nella vita di un ragazzo, in primo luogo, nella vita di un giovane che ha guardato alle sue spalle e ne ha tirato fuori delle emozioni che lo hanno formato per quello che è.

Sembra scontato da dire, ma Edodacapo mette davvero tutto se stesso dentro questo disco, testimone anche la lunga gestazione che ha portato alla produzione di questo lavoro: lo sentiamo nei testi, sicuramente personali, non dico per forza veri, ma verosimili, fedeli a una realtà che è plausibile, possibile, alle spalle e attorno a quello che Edoardo è al di là del suo alter ego artistico.

da exitwell.com

Edodacapo – Tutto bene [Ascolta qui]

28° Verrone – Legna per l’inverno (36 voti)

Legna per l’inverno“, disco d’esordio del cantautore napoletano Verrone. Realizzato sotto la produzione artistica di Dario di Pietro (LUK, Azul), l’album raccoglie 6 tracce attraversate dal filo conduttore del viaggio: le canzoni proposte scaturiscono tutte della distanza da una casa, letterale o figurata che sia a seconda che si tratti di un luogo o di un affetto, e dalla lontananza che può essere tanto una condizione in cui doversi fortificare quanto una fuga cui ambire. Ne consegue che centrale è pure il tema del ricordo in tutte le sue forme, dalla consolazione alla tristezza per qualcosa di incompiuto.

da skystoneandsongs.it

Verrone – Legna per l’inverno [Ascolta qui]

27° Ex-Otago – Auguri (37 voti)

Auguri degli Ex-Otago è uscito nella prima parte di questo 2024 e sembra muoversi sulla scorta di una domanda formulata chiaramente nell’ultimo brano in tracklist, Stronzate: vale la pena ridere e piangere, gioire e soffrire se tutto odora di provvisorio? Ogni canzone in questo disco è una variante sul tema, fra il dolore dei ricordi che “tagliano come lame e tirano verso il mare” – Mi sei mancata (Quiete) – e la fortuna di non essere morto “prima di averti chiesto scusa” – Con te.

Soprattutto, questo lavoro è un sublime atto di resistenza, più che “contro” qualcosa “dentro” un qualcosa da cui si è sommersi: la solitudine, l’indifferenza, il Mondo Panico dove “tutto l’amore è necessario”. Alla tentazione di non credere più a niente si sostituisce così l’ascolto di ciò che è importante, come “un’orchestra che suona i miei sentimenti”. Solo allora saremo “liberi di parlare senza forzature, senza le paure”. Ma Forse non si può per davvero. Auguri!

di Monica Malfatti

Ex-Otago – Auguri [Ascolta qui]

26° Vinicio Capossela – Sciusten Feste N.1965 (39 voti)

Due mesi esatti prima di Natale, Vinicio Capossela rilascia un album che si potrebbe definire natalizio, almeno a modo suo. L’idea era in gestazione da tempo: già anni fa, ai tempi della pandemia, Capossela aveva accennato alla possibilità di un disco dedicato alle feste. D’altra parte, l’istrionico cantautore ha una lunga tradizione di concerti pensati appositamente per i periodi natalizi.

Il nuovo album raccoglie quindici tracce, un mix di inediti e classici delle feste rivisitati in chiave personale e ironica.

da OndaRock.it

Vinicio Capossela – Sciusten Feste N.1965 [Ascolta qui]

25° Angelina Mango – poké melodrama (40 voti)

poké melodrama, primo LP in studio dei Angelina Mango, è una raccolta di brani caratterizzati da un sound estremamente variegato, al cui centro si colloca il concetto di eterogeneità. Con questo progetto artistico, Angelina cerca di sfuggire alla monotonia della quotidianità, invitando il pubblico a esplorare una moltitudine di mondi racchiusi nel disco, in una sorta di poké eterogeneo con ingredienti, colori e sapori diversi tra loro. Dalla ballad all’elettronica fino al reggaeton e all’r&b, qui la musica viene sviscerata e scomposta in un eterogeneità di generi che rendono questo lavoro simile ad una playlist, arricchita da numerosi featuring (Marco Mengoni e Bresh, per citarne alcuni).Impossibile non venirne catturati.

di Alessia Roccheggiani

[Recensione]

Angelina Mango – poké Mmelodrama [Ascolta qui]

24° Rose Villain – Radio Sakura (42 voti)

Di Rose Villain colpisce e convince che dietro e dentro ad un esteriorità appariscente si celi un’interiorità fatta di specchi, talvolta rotti, talaltra ricomposti da usare nel primo caso come schegge per auto-infliggersi ferite e nel secondo per guardarsi e chiedersi, se c’è ancora tempo, prima di schiantarsi per decidere di aprire il paracadute e provare a vedere come va.

Per dirla con altre parole, in Radio Sakura la nostra cara Rosa dimostra si irriverente e vulnerabile, che non teme di infliggersi ferite per poi ricucirle, cercando risposte. Il titolo Radio Sakura evoca la delicatezza e la forza dei fiori di ciliegio, simbolo di rinascita e prosperità nella tradizione giapponese. Una rinascita che lascia spazio ad una nuova luce che filtra da quelle crepe di cui parlavamo all’inizio. Rose esplora territori sonori con la curiosità di chi non teme il cambiamento: il proto-punk rock si intreccia all’elettronica, la trap si fonde con ballate intime, creando un mix audace e moderno.

di Carmen Pupo

Rose Villain – Radio Sakura [Ascolta qui]

23° Paolo Benvegnù – È inutile Parlare d’amore (45 voti)

Anche i filosofi possono risiedere nella categoria dei vani conquistadores odierni, così come gli amanti, i poeti e i musicisti, magari pure i bambini. Ma c’è anche qualcosa di assolutamente indispensabile in ciò che appare inutile, come ci svela e rivela l’ultimo disco di Paolo Benvegnù, “È inutile parlare d’amore“, uscito per Woodworm e Miglior Album in assoluto alle Targhe Tenco 2024.

da lerane.net

[Intervista]

Paolo Benvegnù – È inutile parlare d’amore [Ascolta qui]

22° Lamante – In Memoria di (49 voti)

Lamante, con il suo album di debutto In memoria di ci ha regalato uno dei più significativi dischi di esordio (e non solo) di questo anno solare che volge al termine. Emerge innanzitutto la personalità di una ragazza di venticinque anni che ci trasmette immediatamente la sua forza e la sua personalità in dodici tracce sorprendenti. La memoria è spesso una trappola quando si prova a raccontarla perché si rischia di essere parziali.

Giorgia Pietribiasi, questo il suo nome all’anagrafe, invece trasforma il passato della sua storia e di quella della sua famiglia, nella sua stessa essenza di essere umano, come dire, che essa stessa è il frutto delle scelte ribelli della zia che non ha mai conosciuto, della campagna veneta che attraversava in silenzio o dei CCCP ascoltati per addormentarsi.

È una musica splendidamente cruda a cui non va aggiunta nessuna cottura. Le chitarre distorte che siano elettriche o acustiche urlano la necessità di unirsi a sax o tromba e ancora di più a quella voce così mutevole e speciale che racconta piccole e grandi storie. In questo disco Lamante ci ha raccontato un mondo. È solo l’inizio della storia di un talento vero.

di Ernesto Razzano

[Intervista]

Lamante – In Memoria di [Ascolta qui]

21° Mahmood – Nei letti degli altri (50 voti)

Pubblicato il 16 ottobre per Island Records, il nuovo progetto discografico di Mahmood è un racconto profondamente rappresentativo della sua infanzia, del suo presente e delle sue aspirazioni future, permeato di rinnovate ambizioni e speranze. Questo cambiamento riflette una maturità artistica e una profonda componente introspettiva, elementi inediti rispetto ai suoi lavori precedenti.

La metafora del letto diventa per lui un simbolo di rifugio e intimità, uno spazio personale dove poter riflettere, ritrovarsi e sperimentare e rappresenta, al tempo stesso, un luogo in cui incontrare gli altri, confrontarsi e amare. Un insieme di tematiche in cui è difficile non immedesimarsi e che rendono questo disco uno dei più intensi e internazionali mai pubblicati dall’artista.

di Alessia Roccheggiani

[Recensione]

Mahmood – Nei letti degli altri [Ascolta qui]

⬇️La classifica dei 30 migliori dischi italiani del 2024 continua a pagina 2

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *