Oggi su lerane.net abbiamo il piacere di farvi ascoltare in anteprima “Si vedono i fiori”, primo ep di Flora.
Un piano scordato con i tasti d’avorio di una vecchia zia, poi Ostia, Essen, Germania, Londra, passando per gli Abbey Road Studios, ed un po’ di Giamaica: questa è Flora. La sua musica è l’incontro di strade che dal fermento artistico degli spazi occupati del litorale romano portano fino alle vie di Londra. Dopo la laurea in pianoforte è in Germania che Flora inizia a scrivere musica per poi approfondire gli studi di composizione presso l’ICMP di Londra, città nella quale vive con la sua parte di famiglia Giamaicana.
Flora e la sua musica sono quindi frutto di un percorso di studi vario, di esperienze di vita intensa, di influenze lontane e un mix di sonorità che incontrano l’anima di una ragazza profondamente innamorata del cantautorato italiano. Conosciamola meglio.
“Si vedono i fiori” è un po’ come se dicesse “da qui, da questo punto, da questa prospettiva si vedono i fiori”: da dove si vedono i
fiori? Come nasce l’idea di questo ep e qual è il filo conduttore delle 4 tracce?
“Si vedono i fiori” è stato il mio primo singolo, il brano più importante per me fino a questo momento perché rappresenta la mia prima esperienza cantautoriale, quella che proprio non scorderò mai. L’ho scritto durante una delle prime serate invernali a Londra. Nonostante la pioggia ed il freddo incessanti, la solitudine, il rifiuto del ragazzo di cui ero innamorata, le difficoltà incontrate in una città tanto bella quanto caotica, io “vedevo i fiori” (e non perché sotto l’effetto di sostanze stupefacenti). Mi rendevo conto di esser felice per il semplice fatto di poter respirare.
Ho deciso di chiamare il mio Ep come il primo singolo così ogni volta che sarò sopraffatta dalle mie turbe esistenziali potrò sentirlo e ricordarmi di quanto sia importante essere felice per il banale fatto di essere viva. Non c’è un vero e proprio filo conduttore che lega le quattro tracce se non la mia voce, il mio pianoforte ed il fatto che ogni brano rappresenta un tassello, un avvenimento, una piccola o grande esperienza della mia vita.
Sei stata molto tempo all’estero, tra la Germania e l’Inghilterra, quanto sono state importanti per la tua maturazione artistica
queste esperienze e che consiglio daresti affinchè la musica italiana venga sempre più facilemente esportata e apprezzata in Europa?
Vivere all’estero ha significato per me una meravigliosa crescita artistica e personale, non sarei la persona che sono oggi se non fossi mai partita. In Germania ho studiato Jazz al conservatorio di Essen, ho conosciuto persone che venivano da ogni parte del mondo con bagagli culturali totalmente diversi dal mio ed ho anche bevuto molto più più birra che acqua.
A Londra ho preso il Master in composizione, ho cominciato a scrivere canzoni, ho conosciuto persone che sono diventate la mia famiglia, ho vissuto con la mia parte di famiglia Jamaicana e anche lì credo di aver bevuto più birra che acqua quindi forse ho un problema con l’alcool. A parte gli scherzi credo che viaggiare sia una delle esperienze più formative in assoluto, farlo poi inseguendo il proprio sogno aggiunge qualcosa di magico al tutto.
Non mi sento nella posizione di poter dare consigli ma sicuramente dico ai musicisti che decidono di fare esperienza
all’estero di lasciare da parte la competizione e gli inutili agonismi che spesso caratterizzano chi lavora in questo mondo perché non c’è cosa più bella che imparare dagli altri o comprendere i propri limiti per poi superarli.
Quali sono stati i cantautori italiani di cui hai consumato maggiormente la discografia? Attualmente con chi ti piacerebbe collaborare?
Di Lucio Battisti so tutto a memoria, non mi sono risparmiata neanche l’unico album pubblicato in lingua inglese “Images”. Sono cresciuta con la sua voce che reputo unica al mondo ma fin da piccola ho subito il fascino della figura del cantautore in generale: Rino Gaetano, De Andrè, Dalla, De Gregori, Venditti sono sempre stati il mio pane quotidiano.
Se potessi scegliere con chi collaborare oggi direi senza ombra di dubbio Willie Peyote. Lo reputo un cantautore moderno, i suoi pezzi sono brillanti, è poetico, è pungente, è attuale, è tutto e nel caso non si fosse capito lo
adoro.
Per il futuro è già in programma un Lp? Puoi farci qualche spoiler?
Ogni volta che succede qualcosa nella mia vita, ogni volta che mi fermo a riflettere sento l’esigenza di ordinare i miei pensieri sotto forma di canzone quindi ho già tanti brani in cantiere. Sono impaziente di portare tutte le mie idee in sala e cominciare ad arrangiare con i miei compagni di musica e vita. Sicuramente uscirà in futuro un vero e proprio album ed io non vedo l’ora ma per il momento mi godo il frutto del lavoro per il mio primo Ep.
Ascolta qui in anteprima il primo Ep di Flora
FLORA EP – Si vedono i fiori by Flora
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Raffaele Nembo Annunziata
Sono Raffaele Nembo Annunziata, direttore e fondatore de Le Rane, spero che sia stato di tuo gradimento ciò che hai trovato da queste parti. Torna presto!