Le Larve hanno visto la Madonna! Tra autoironia e la libertà di immaginare

Ho visto la Madonna, nuovo singolo de Le Larve, progetto musicale di Jacopo Castagna, è uscito lo scorso 8 dicembre. La data di rilascio del singolo anticipa l’ironia dissacrante presente nel brano. Da un anno ormai Le Larve è parte della famiglia discografica di Matilde Dischi, grazie alla quale arriva all’attenzione di Universal. Per l’occasione abbiamo chiesto al cantautore quali sono le sue opinioni sulla libertà, musicale e immaginativa, le sue influenze musicali, finendo per accennare ai temi d’attualità

“Ho visto la Madonna” è uscito l’8 Dicembre e tu stesso l’hai definita una traccia infame. Quanto c’è di provocatorio e quanto di autoironico, una sorta di invito a non prendersi sul serio?

Ho visto la Madonna non è una traccia di spessore, è una traccia provocatoria, è vero ma non un pezzo da prendere con serietà. Racconta le vicende di una sera tramite dei personaggi che sono macchiette, si, ma non così distanti da una realtà, che invito a guardare con ironia.

In quali tematiche pensi possano averti influenzato alcuni autori della scena indie come Lodo Guenzi, Gazzelle, Galeffi, con i quali hai diviso le scene? In quali aspetti, invece, pensi di poterti distinguerti dalle tematiche degli artisti emergenti degli ultimi anni?

Non sono mai stato razionalmente influenzato da nessuno. La mia è una scrittura libera. Ho sempre fatto un po’ come cazzo mi pareva, ma sicuramente a livello inconscio i miei ascolti hanno influenzato la mia scrittura.

Quanto di te racconti nei tuoi testi (“Ho conosciuto un cantautore/mi sembrava depresso/ come tanti credo sogni di fare successo/e sono 7 anni che suona nei pub/per adesso ha 13 fan /Si è presentato con due cocktail in mano/ e mi ha detto “ciao piacere Francesco, siamo amici su facebook”) e quanto invece dipingi una certa figura di cantautore da cui vorresti, forse, distaccarti o deridere?

La figura del cantautore è molto rappresentativa. Secondo me ogni artista, di qualunque tipo, sente l’obbligo morale di divulgare le proprie opere, di invitare il prossimo al proprio concerto. È un classico: chi non è stato invitato ad un concerto dal tipico cantautore col cappello? Certo è che Francesco esiste davvero, ha solo un altro nome all’anagrafe.

Domanda d’attualità o perlomeno di attualità politica. Uno come Le Lerve che decide di scegliere un titolo che catalizza l’attenzione immediatamente, cosa pensa dell’esibizione ormai pressoché continua di simboli religiosi nei talk show, nelle manifestazioni da parte di una certa parte della nostra politica?

Non ho voglia di esprimere opinioni riguardo una politica marcia e da cui non mi sento tutelato o/e rappresentato. La religione, come ogni cosa che abbia un grande potere sociale viene continuamente strumentalizzata. Io credo che l’uomo contemporaneo possa sviluppare, nonostante tutto, un pensiero libero e quasi incondizionato dalla propaganda, perché ha molti mezzi per farlo. Io comunque non guardo la tv.

“È libertà di tutti immaginare/di questa serata non racconterò il finale”. Credi che, oggi come oggi, i giovani vedano la libertà di immaginare come una concessione da estorcere alla società o come una libertà necessaria, quindi da rivendicare?

La libertà di immaginare non ce la toglierà mai nessuno. Il problema oggi è realizzare ciò che si immagina, a volte una vera e propria impresa.

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