L’intervista a Mille Punti e la sua Orchestra prima dell’ultimo live del tour
È passato meno di un anno dall’uscita di Retrofuturo, album di esordio di Mille Punti: 8 brani carichi di sonorità anni ’70, tra Disco Music e una azzeccatissima malinconia di fondo.
La passione per gli anni ’70 non è un segreto: dagli abiti al taglio di capelli, passando per le inconfondibili basette. Scrollando il profilo Instagram dell’artista ci catapultiamo indietro nel tempo, tra foto analogiche e colori psichedelici: le canzoni di Retrofuturo, allo stesso modo, rappresentano un viaggio sensoriale in questa direzione.
L’ultimo concerto del tour sarà una festa, e precederà un periodo di pausa da parte dell’artista, per permettergli di dedicarsi a nuova musica e nuovi scenari. Per questo motivo, sul palco vedremo una formazione d’eccezione: Riccardo Montanari alle tastiere e synth, Marco Manini alle percussioni, Fabio Brignone al basso e Claudio Damiano alla batteria, mentre al mixer ci sarà Luca Piazza.
Il live rappresenterà un’occasione per capire quale sarà la direzione che prenderà l’artista in futuro, così come è stato per Qui, lontano, l’ultimo singolo uscito il 10 settembre.
Nell’attesa che arrivi il 6, abbiamo intervistato Mille Punti e l’Orchestra che suonerà con lui in questa data simbolica e significativa. Leggete un po’ cosa ci hanno raccontato, e non perdetevi il live al Circolo Magnolia!
Riascolta qui “Retrofuturo” di Mille Punti
Un amore spassionato per la Disco Music. Il tuo non è un semplice citazionismo: hai personalizzato questo genere, spolverandolo con un po’ di malinconia. Forse questo rende ancora più vivido il concetto di recupero di un’epoca passata. Ascoltare Retrofuturo è come sfogliare un vecchio album di foto. Il tuo atteggiamento è molto vicino a una corrente culturale che viene chiamata Postmodernismo. Sei d’accordo?
Mille Punti: Mi fa molto piacere che questa cosa traspaia: ci tenevo a fare un album che non fosse una copia esatta della musica degli anni ‘70, ma che avesse degli elementi di modernità. Anche per questo si intitola “Retrofuturo”… Per quanto riguarda il Postmodernismo, ammetto che ho dovuto googlare per trovare una risposta ma non ho ancora capito se ci azzecco o no ahahah
La tua attenzione verso un’epoca passata non si riflette solo nella musica. Dal tuo profilo Instagram, agli artwork e a te come persona, nel modo di vestire. È tutto così piacevolmente anni ’70. Ma come nasce questo avvicinamento a quegli anni? E perché proprio gli anni ’70 e la Disco Music?
Mille Punti: Sono un ultras degli anni ‘70! Mi piacciono tantissimo come periodo storico per la musica, la cultura, l’estetica… Mi affascina molto la visione utopica che avevano ai tempi sul mondo e sul futuro, che si riflette in tutti i prodotti culturali di quel periodo. Data questa passione, che riguarda la mia persona in generale, mi è venuto naturale costruire un immaginario extra-musicale in armonia con i miei pezzi: se mi incontri per strada quando vado a fare la spesa mi trovi comunque con i pantaloni a zampa, i capelli lunghi e le basette! Se ci aggiungi la mia passione per il ballo, l’amore per la disco music è una naturale conseguenza!
Il richiamo all’oggi e al futuro, però, è sempre presente. A partire dallo stesso nome dell’album. Non ci troviamo di fronte a un citazionismo “sterile”. Oggi, davanti all’esplosione che stanno avendo generi come la Trap, la tua è una scelta coraggiosa. Volevo chiederti se ti è mai capitato di sentirti non capito, per quanto riguarda le tue scelte musicali e le tue canzoni.
Mille Punti: Guarda, la cosa bella della disco music è che con la cassa dritta non c’è nulla da capire, basta farsi trasportare! In tutti i concerti che abbiamo fatto siamo riusciti a coinvolgere il pubblico che avevamo davanti perché è una questione di ritmo, che è probabilmente la cosa più universale che c’è. I cazzi arrivano con lo streaming, perché la tua musica su Spotify & Co gira se riesci a entrare nelle playlist, ma se il tuo progetto non rientra in un genere catalogabile, come può essere ItPop/Trap/Graffiti Pop/etc, allora è davvero tosta. È triste perché è un sistema che non premia la ricerca di nuovi suoni e nuovi linguaggi, vince chi è più assimilabile a quello che c’è già in giro.
Quella del 6 febbraio è una data importante. Segna la fine di un primo periodo di esordio. L’ultimo singolo che è uscito ha assunto un po’ il compito di salutarci, dandoci anche un assaggio di cosa verrà dopo. Avrà questo compito anche il concerto al Magnolia?
Mille Punti: La cosa buffa è che l’ultimo singolo ha di fatto anticipato il sound della Mille Punti Orchestra: percussioni e synth più presenti e un arrangiamento più avvolgente. Stando a questo rapporto, il concerto del 6 febbraio dovrebbe anticipare cosa succederà nel mio prossimo disco. Ma dato che nella mia storia non c’è nulla di regolare, è possibile che i miei nuovi pezzi prenderanno un’altra direzione ancora. Chissà…
Alcuni dei musicisti che ti accompagneranno il 6 erano già presenti nei tour precedenti, altri no. Siete riusciti a trovare subito la sintonia giusta, nelle prove, per poter suonare insieme?
Mille Punti: Sì, in verità l’unico con cui non avevo mai suonato era Claudione, batterista dei Tropea. Ma di fatto conosceva già i pezzi e – come si dice in gergo – è un grande professionista, quindi non ha avuto problemi a inserirsi. La cosa bella di questo set (privo di basi o sequenze) è che la sintonia tra gli elementi della band diventa davvero protagonista. Ce ne accorgiamo prova dopo prova, ed è davvero una goduria.
Marco hai collaborato con Mille Punti, insieme a Riccardo Montanari, per la registrazione dell’ultimo singolo: Qui, Lontano. Come è stato collaborare per la registrazione di un brano? È stata la prima volta che avete registrato un pezzo insieme…
Marco: Grazie della domanda! È stato bello, abbiamo registrato dei cori che mi piacciono molto. La mia voce è quella altissima e sono contento di aver dato questo contributo.
Inoltre la conga che si sente da metà pezzo è mia e sono felice per lei, è stata la sua prima registrazione, finalmente ha fatto ciò per cui è stata creata…la disco music!
Riccardo, in precedenza hai già accompagnato Mille Punti nei tour di Retrofuturo. Per te non sarà la prima volta il 6. Passerai, però, dal basso a synth e tastiere. Con quale strumento hai più dimestichezza e ti senti più sicuro?
Riccardo: Sono nato nel 91, quindi un millennial che per definizione non è mai sicuro di niente. Il basso penso che ormai sia diventato il mio strumento preferito, ma ho sempre avuto una passione viscerale per i “suonini” di synth con cui ho riempito i Belize per anni e solo ora penso di essere pronto per farlo anche con Mille Punti
Fabio, hai accompagnato Mille Punti nell’ultimo tour di Retrofuturo. Come è stata l’esperienza del tour invernale, e cosa ti aspetti di diverso, rispetto a quelle date, dalla data del 6?
Fabio: L’esperienza del tour invernale è stata veramente una figata, suonare i brani di Mille Punti mi diverte tantissimo e in più ho scoperto un amore folle nei confronti dei pantaloni a zampa. Il 6 febbraio la Mille Punti Orchestra vi farà ballare come mai avete fatto prima.
Claudio, tu sei batterista e co-founder dei Tropea, e hai già suonato al Circolo Magnolia con la tua band. Come sarà tornarci per accompagnare un altro artista?
Claudio: Forse volervi dire il CEO dei Tropea… La prima volta che ho suonato al Magnolia mi ci ha portato proprio Eddi, quindi sarà un onore accompagnarlo, per il resto sono molto onorato di sedere sullo sgabello del maestro Manini, il prossimo passo sarà scalzarlo dai Les Enfants.
Luca, ti sei occupato dei suoni già per Guè Pequeno e Sfera Ebbasta. Il 6 febbraio farai parte anche tu della squadra di Mille Punti. Tra Disco Music e Trap ci passa di tutto, a quale genere ti senti più vicino?
Luca: Non sono legato a nessun genere musicale, ogni genere ha qualcosa che mi piace e su cui mi piace lavorare. Ho già lavorato con mille punti alla prima data del tour e mi è piaciuta l’idea di fare l’ultima per chiudere il cerchio.
A questo punto non vediamo l’ora che arrivi il 6 per ascoltare i brani di Retrofuturo suonati da questa formazione. L’ultima domanda è per Mille Punti: ci saluti dicendoci la – o le qualità, per le quali hai scelto ognuno di loro?
Mille Punti: Claudione: l’altezza. Marcone: la simpaticità. Il maestro Montanari: il fiuto. Fabione: il tun-ga tun-ga.
Chiara Grauso
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