“Operazione Oro” di Joan Thiele è l’album da ascoltare in quarantena
È un momento delicato per tutto il mondo. Abbiamo perso il conto dei giorni e delle settimane chiusi in casa (per chi ce l’ha una casa), dei bollettini della protezione civile, dei numeri dei morti e dei guariti che si sommano ogni giorno a quello precedente, dei contagi che tendono a diminuire (in Italia, non nel mondo) ma che rendono ancora critica la situazione. In questo clima dettato da un misto di tristezza per il presente e di speranza per il futuro, l’umore è messo a dura prova. Per fortuna, arriva in nostro soccorso il nuovo lavoro di Joan Thiele, Operazione Oro.
Il disco, uscito lo scorso 19 marzo per Universal Music, segna il debutto in italiano di Joan Thiele. Ma partiamo dal titolo.
Operazione oro è una missione, un viaggio alla scoperta consapevole di se stessi. L’oro è un riferimento alla luce, alla positività e alla serenità. Operazione oro nasce come racconto della propria vita ma, pubblicato in un momento in cui nessuno è realmente sereno ed essere positivi risulta abbastanza difficile (un momento che non è d’oro per nessuno), questo titolo assume quasi un connotato politico, è quasi una forma di resistenza.
Il nuovo lavoro di Joan Thiele nasce un anno e mezzo fa con il ritrovamento di vecchie bobine di viaggi. Suo nonno, dopo aver venduto un brevetto negli anni Cinquanta, ha dedicato i successivi venti anni a viaggiare. Joan ha voluto dare una colonna sonora a quei viaggi meticolosamente filmati.
L’album si apre con Le Vacanze.
Il brano inizia con una sonorità vintage, quasi da Studio Uno, che rimanda alla musica italiana di inizio anni Sessanta. Dopo i quarantacinque secondi, però, il brano si apre e fa spazio ad un sound urban e contemporaneo che ben si lega con quello precedentemente descritto. Il testo racconta momenti di introspezione passati in riva al mare.
“Vado al mare a cercarmi un po’”, “non ho più paura di me” e “se poi mi butto giù, Yo no tengo miedo, io so nuotare ancora di più”.
Il secondo brano è Puta, forse proprio il pezzo più delicato per contenuto.
Il sound è un intreccio di urban e sonorità latinoamericane. Il testo contiene riferimenti alla Colombia, Paese in cui vive il padre di Joan.
“Ci separava il mare, i Caraibi e poi il caffè e Bogotà per noi ci ricordava solo che avremmo voluto volare lontani senza quegli ostacoli solo mentali”.
Sempre la stessa è un po’ il manifesto di questo album, un connubio tra introspezione psicologica e manifesto artistico-musicale.
“Joanita sei sempre la stessa anche se poi ti sembro diversa, cambio lingua, non cambio la faccia, la mia musica è un onda, ti parla” e “Ascolto Mina tutto il giorno, R&B e poi non dormo, la mia musica è DNA”.
È in quest’ultima frase che emerge l’intento artistico e musicale di questo disco, il voler coniugare passato e presente, Italia e America, creando un mix elegante e contemporaneo, raffinato ma non pretenzioso.
La stessa formula musicale de Le vacanze è usata in Viso Blu, la canzone più malinconica (e aggiungo bella) dell’album. Il testo è un viaggio dentro le proprie debolezze, è una resa dei conti con se stessi.
“Mi circondavo di belle parole per dimenticare la mia ombra allo specchio, lei sembrava più forte, poi ho avuto un sospetto; omettere è un po’ come volare sopra tutta quella merda che mi fa star male” e “Sai, io mi sento diversa dall’altra me stessa di poco fa”.
Gli ultimi due pezzi, Medicine e Bambina, sembrano un po’ un continuum, un riferimento al proprio smarrimento e alla ricerca della casa e della famiglia.
In Medicine, Joan canta “Provo a disegnare il tempo, torno solo indietro per prendermi la mano e dirmi che sto bene qui con me, la sostanza cambia forma, spazio, tutto, tranne te; sei un gran casino, baby, ma mi hai messo al mondo te”. In Bambina:” Cercavo casa e ritornavo nella giungla ma la jungla eres tu; io mi orientavo al buio tra le mie paure che non peso più”.
Operazione Oro, nel complesso, è un autoanalisi coraggiosa e sincera, autentica, fragile e resiliente. Non so perché Joan Thiele non sia ancora nota al grande pubblico. I suoi testi e le sue sperimentazioni musicali sono alcune delle produzioni meglio riuscite e ben fatte del panorama musicale italiano.