Tutti seduti negli ex-Macelli pubblici (oggi Officina Giovani, struttura e centro polivalente in grado di dare grande risalto a giovani artisti), poche luci ad illuminare il palco, chitarra, piano e voce. Parte così, da Prato – in occasione del Settembre Prato è Spettacolo: Limited Edition – con un tutto esaurito, il nuovo tour di Galeffi (nome d’arte di Marco Galeffi) che, dopo l’uscita lo scorso marzo del nuovo album Settebello, presenta il progetto in poche date intime ed acustiche in giro per l’Italia.
L’emozione è tanta, il ritorno sul palco da lui agognato ed atteso è finalmente arrivato. S’inizia con Monolocale, ultimo singolo estratto dal nuovo album, per poi dar vita ad un’atmosfera empatica alternando brani dell’ultimo progetto a quelli degli album precedente.
Il cantautore romano mostra una veste insolita. Stabilisce un rapporto scherzoso e conviviale con il pubblico, attraverso aneddoti che raccontano la nascita dei brani. Ci parla poi del difficile periodo di quarantena, dello stop forzato di tutti i progetti che un nuovo album porta con sé. Per Occhiaie – racconta – si sarebbe ispirato al brano di Richard Ashcroft (ex leader dei The Verve) Break the night with Colour
Affronta così, en passant, un tema ancora, purtroppo, molto attuale per gli artisti (emergenti e non): tutto ciò che la pandemia li ha costretti a rimandare, annullare o riprogrammare. Fatiche discografiche di anni che, nel momento in cui si materializzano sulla scena pubblica, devono subire una battuta d’arresto per quanto riguarda la promozione e la dimensione live.
Galeffi supera brillantemente la tensione iniziale
Nonostante la lontananza di circa un anno dai palcoscenici, sa trasformare il pubblico in una sorta di terzo elemento aggiuntivo a questo duo acustico. Insieme al chitarrista Luigi Winkler, ottima spalla non solo musicale, coinvolgono la platea anche nella scelta della canzone da bissare. Danno vita ad un finale di concerto che esalta la dimensione quasi domestica di questo live.
Oscillando tra i grandi successi che lo hanno reso noto al grande pubblico come Occhiaie, Tazza di Te e Uffa, il cantautore romano si ritaglia un piccolo spazio per una cover. “La più grande canzone della nostra storia musicale” omaggia così il grande Gino Paoli interpretando la sua Il Cielo in Una Stanza.
Nonostante la sua dichiarata nostalgia per i concerti come eravamo abituati a conoscerli prima della pandemia da Covid19, il cantautorato di Galeffi calza perfettamente in questa nuova formula grazie alla quale possiamo tornare a godere della musica dal vivo. Un pop fatto di ballate e pezzi “non esattamente easy listening”, come dichiara lui stesso riferendosi ad America, brano anche questo dell’ultimo album. Si apre la strada ad una maturità artistica che sembra consolidarsi anche ascoltando un nuovo brano che regala al pubblico, cogliendo tutti piacevolmente di sorpresa.
La foto in copertina è di Lenny Photography ed è stata scattata ai Candelai nell'aprile 2018