Oggi vi presentiamo in anteprima il videoclip di “Circensi”, nuovo singolo di Dileo. Il brano è una ballad struggente e delicata, che riassume tutto l’universo dell’autore. Prodotto da Daniele Amoresano, Bruno Tomasello e lo stesso Dileo, “Circensi” presenta un incedere acustico di chitarra e pianoforte che si alterna tra momenti intensi, quasi sussurrati e crescendo strumentali, sempre essenziali e mai barocchi.
Il videoclip, scritto e diretto da Antonio Venditti, vede la protagonista come espressione di questa essenzialità, sospesa tra un non-luogo, dov’è in compagnia di un manichino, simbolo dell’assenza dell’altro, e il mare, che funge da sfondo emozionale e dal quale riemergere per riscoprirsi. Il video insiste nel sovrapporre l’immagine del cuore – che batte, o da abbattere – a tempo con l’incedere del pianoforte, quasi a voler rimarcare l’intima unione tra musica, parole e immagini.
“Circensi” è il singolo che anticipa l’omonimo album, in uscita il 28 febbraio per Dissonanze Records.
“Circensi” sarà il secondo lavoro discografico di Dileo, al secolo Carmine Di Leo, che dopo il minimalismo de “La nuova stagione” ci immerge in un mondo ricco di fascinazioni sonore, un viaggio fatto di canzoni sui luoghi in cui siamo cresciuti, con le facce che non abbiamo più, tra i ricordi sfalsati in cui dentro ci siamo sbiaditi.
Guarda in anteprima il videoclip di “Circensi”, nuovo singolo di Dileo
Parlaci di “Circensi”, come nasce e quale storia racconta?
Ero al piano a strimpellare una melodia che mi ossessionava da giorni quando ho messo la penna sul foglio e ho capito che quel suono mi riportava alla mente cose successe molto tempo prima e con le quali non avevo mai fatto pace. Ho capito che il tempo aveva in qualche modo modificato e limato il mio punto di vista in merito (per fortuna, si cambia) e mi sono sentito bene. Il brano racconta proprio di questo, di come possiamo rileggere noi stessi ed essere finalmente in grado di perdonare e perdonarci.
“Circensi” è il primo estratto dal tuo nuovo album, cosa puoi anticiparci a riguardo? Che disco dobbiamo aspettarci?
Spesso accade di passare del tempo a scrivere brani per poi rendersi conto di aver buttato giù cose che possono viaggiare insieme, come fossero una sorta di racconto, così “raccogli” il tutto e provi a dargli un’identità. Non sai bene chi sei e dove stai andando ma lo fai. Stavolta non ero da solo per cui è stato anche più stimolante lavorarci, circondato da amici e artisti che stimo e rispetto e che hanno contribuito molto nella costruzione dell’immaginario. Ne è venuto fuori un album ricco di fascinazioni, forse un po’ atipico, quantomeno nella forma delle canzoni e nella scelta del suono, in ogni caso mi piace definirlo “largo”.
Il video mi dà l’impressione di una sorta di presenza/assenza nella vita della protagonista, una situazione logorante e difficile. Come nasce l’idea del video?
Non lo so, dovresti chiederlo ad Antonio Venditti, il regista. Sai, non essendo un mio ambito di espressione artistica ho fatto in modo di fidarmi e affidarmi alle immagini di un artista di cui adoro sia la sensibilità che l’estetica. Ho dato a lui carta bianca, letteralmente, così da godere della “prima visione” anch’io e mi ci sono riconosciuto da subito, ne sono orgoglioso.
Quali sono le tue principali fonti di ispirazione extra musicali e quanto influiscono nel tuo progetto?
Sono troppe e discontinue. Sono un incostante, difficilmente riesco ad approfondire a lungo cose che non ricadano nell’ambito della musica. Oggi ti rispondo che mi fascina tanto il cinema d’autore e le letture scientifiche, domani potrei dirti altro. Non so bene quanto tutti questi “pezzi” influiscano nel mio progetto, di certo più di qualcosa finisce per restare intrappolato nelle cose che scrivo. Di sicuro l’arte, qualunque essa sia, ha come un serbatoio da riempire costantemente per progredire e anche se lo fai in maniera inconsapevole e randomica l’importante è farlo, sempre. Credo ci sia la curiosità alla base di tutto il discorso.
Ultima: in questo marasma ossessivo e affollato che è diventato la musica italiana dicci perché dovremmo ascoltare Dileo.
Perché potrei diventarci ricco e comprare così una macchina nuova, non sarebbe male.
La Redazione
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