“Giuro” è il nuovo album dei Freudbox. Dalla combinazione di suoni elettronici e melodie pop nasce un disco di debutto dal sound elegante e travolgente, interamente autoprodotto e uscito il 25 Settembre per l’etichetta “Dissonanze Records”. Oggi vi presentiamo in anteprima il videoclip della title track.
Dopo il primo Ep “US” (2015) uscito per La fame dischi e “Leave it behind” pubblicato nel 2018 per Dissonanze Records, i Freudbox, duo campano formato da Valerio De Stefano e Andrea Giglio, si cimentano nel progetto di un album, che li ha impegnati per due anni di arrangiamenti e registrazioni, in cui toni caldi abbracciano note malinconiche.
Quella dei Freudbox è un’estetica sincera e ammaliante che arriva in maniera diretta e semplice ma che si muove e lavora sulle sottili sfumature del suono, ora incisive, ora trasognate e malinconiche. Ogni brano delinea, nei testi e nelle strumentali, tratti della band che giurano la loro autenticità, quasi come un biglietto da visita senza troppi fronzoli, ma che risuona chiaro e costante nella mente di chi li ascolta. I beats morbidi veicolano un’emotività del ricordo, con cui i Freudbox firmano il nuovo album.
Guarda in anteprima il videoclip di “Giuro”, title track del disco d’esordio dei Freudbox
Oggi in anteprima abbiamo proposto il videoclip della title track del vostro nuovo disco. Parlateci del brano “Giuro” e di come è nata l’idea del video.
Il brano è la storia di una consapevolezza, sia nostra, quella di voler crescere e di essere pronti per un album e per nuovi suoni, sia quella di chi comincia a realizzare la fine di qualcosa. È proprio dal tentativo di distrarsi da questa fine che nasce l’idea del video, un tentativo che nel video ovviamente fallisce.
Abbiamo letto che per mettere su questo disco avete impiegato due anni. Quali sono stati i maggiori ostacoli che avete incontrato nella sua produzione?
L’unico vero ostacolo è stato il nostro essere molto autocritici. Abbiamo impiegato tutto il tempo secondo noi necessario a produrre ogni traccia, essendo il disco interamente autoprodotto, senza limiti di scadenze, in modo che piacesse prima a noi e dedicandoci ad ogni fase di produzione, affidandoci ad Emanuele Esposito di AUDIO LAB per il master e lavorando con Luca Marchese per il mix e Andrea Ricca per la copertina ed il video.
Seguire ogni dettaglio è stato per noi uno stimolo ma ha richiesto più tempo ed energie.
“Giuro” è un po’, se vogliamo, una promessa. Cosa state promettendo con questo disco? A chi avete fatto questa promessa? Ma soprattutto nella vita solitamente le mantenete?
La promessa di “Giuro”, quella che noi facciamo a chi ascolta l’album, è quella di ritrovare un sentimento sincero, libero da uno schema, così come noi stessi, che non riusciamo ad identificare la nostra musica in un solo genere. Ogni suono, così come ogni parola, vuole essere immediato e autentico. Questa è l’unica promessa che vogliamo mantenere.
Un disco del genere va suonato nei club, senza dubbio! Quanto vi manca suonare dal vivo e come pensate si evolverà la situazione dei concerti al chiuso nei prossimi mesi?
Suonare dal vivo ci manca tantissimo, così come le sensazioni che solo sul palco proviamo, noi ma anche il pubblico. Soprattutto perché la nostra idea di live si sta evolvendo e coinvolgerà gli amici e musicisti Enrico Paacarella e Francesco Roviello, che saranno con noi sul palco, sperimentando così qualcosa che si allontana dall’idea di live da club che nasce dal primo ascolto dell’album.
È difficile prevedere come evolverà la situazione così come pensiamo sia difficile ritornare presto a una situazione di normalità.
Se poteste collaborare con un grande artista internazionale che vi ha anche in qualche modo influenzato, quale sarebbe e perché? Come immaginereste la scena del primo incontro con questo artista?
Siamo un innesto di tanti artisti e generi che ci hanno influenzato, sia per i suoni che per i testi e infatti non sappiamo mai cosa rispondere a chi ci chiede che tipo di musica facciamo. Ma l’idea di collaborare con altri artisti è già in cantiere.
A quale domanda avreste voluto rispondere e nessuna webzine vi ha mai posto?
Piuttosto che da dove nasce e dove vuole arrivare, ci piace interrogarci su quello che vorremmo facesse la nostra musica nel tragitto. Ci piacerebbe parlasse per noi e arrivasse a chi ascolta.
La Redazione
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