5 brani per superare 5 momenti critici dell’adolescenza, secondo problemidifase
problemidifase è il progetto solista di Samuele Zenti, ma è anche una biografia collettiva che stanno scrivendo loro, gli adolescenti. Quelli cresciuti in quarantena mangiando davanti a una serie tv di Netflix, che si isolano in montagna per scrivere canzoni nuove e ascoltano musica alternative folk, emo e dream pop. Non a caso il suo primo lavoro “Ristorante / Albergo / Croce” è nato tra le montagne veronesi, in una casa senza connessione a internet e dove le tacche del telefono non prendevano quasi mai. Così l’isolamento e l’ispirazione si sono mescolati e hanno dato vita a un validissimo progetto discografico.
L’EP si compone dei precedenti due singoli pubblicati (“Porca Vescovo” e “mascara”) e l’inedito Carmine, un brano fortemente ispirato alle sonorità dei Verdena. Tre canzoni veloci come un orgasmo ma abbastanza memorabili per rappresentare il manifesto di una generazione che tra disagi vari, cerca di rimanere a galla.
Sarà che in questi giorni sono in fissa con Euphoria, o che l’adolescenza è, di per sé, un periodo che bene o male ci ricordiamo tutti e che definisce in qualche modo la nostra vita adulta; sarà che la fase post adolescenza è anche peggio per certi versi, fatto sta che quando ho ascoltato le canzoni di problemidifase ho iniziato a farmi dei grandi viaggi mentali che mi hanno stimolato anche un po’ di domande.
Negli ultimi mesi, infatti, il tema degli adolescenti e della salute mentale è balzato all’attenzione dei media.
Abbiamo dovuto aspettare una pandemia globale per renderci conto che spesso in quella delicata fase di crescita si sottovalutano certe problematiche e questo può influire sul futuro dei ragazzi e delle ragazze che provano a chiedere aiuto ma non vengono ascoltati dalla società.
Samuele scrive anche per sensibilizzare su questo tema e aprire un dialogo con i suoi coetanei che almeno una volta nella vita si sono sentiti vulnerabili e non hanno avuto il coraggio di chiedere aiuto. I suoni brani sono spontanei, raccontano un disagio personale sperando che qualcuno ci si possa riconoscere, così da sentirci tutti un po’ meno soli.
Quando l’ho ascoltato per la prima volta mi ha colpito l’artigianalità di questo processo creativo, lento ma in evoluzione, che non vuole imporsi ma vuole essere capito. Le sue canzoni mi hanno offerto un’altra visuale su una generazione che non mi appartiene, che è ormai lontana dalla mia, ma che in qualche modo le somiglia così tanto. E forse è proprio questa la forza delle canzoni vere, quando riescono a riportare indietro nel tempo o avanti nel futuro, regalando un senso di comune appartenenza davanti al senso di inadeguatezza.
Ho chiesto a Samuele di raccontarci 5 momenti critici della sua adolescenza, collegando ciascuno ad un brano ed è venuto fuori un personale elenco dei “problemi di fase”, un rimando al suo nome d’arte ma anche all’astrologia. Scopriamoli insieme:
1 – Blocco dello scrittore
Nonostante la scrittura sia sempre stato il mio modo per decodificare e affrontare la realtà, ci sono lunghi periodi durante i quali scrivo pochissimo, perché scrivere non sembra aiutarmi, o nulla mi soddisfa.
La frustrazione arriva quasi subito e non c’è molto che io possa fare se non aspettare che arrivino le idee, che arrivi quella spinta profonda per scrivere qualcosa di importante, denso di significato, che mi possa dare soddisfazione e voglia di continuare a scrivere.
Ringrazio il mio amico Mattia, in arte Kaneki, che mi ha fatto leggere di recente la poesia “So you want to be a writer?” di Charles Bukowski, che parla proprio di questo e che mi ha aiutato molto.
“Guardo i fogli ancora bianchi sul mio tavolo / Non ho idea di cosa farci e quindi sto / Come un uomo che è davanti ad un citofono / E non ricorda più il cognome”
Niccolò Fabi – Tradizione e Tradimento
2 – Paura di crescere
Fin da quando ero bambino non avrei voluto mai crescere, veder cambiare il mondo attorno a me, le persone a me care, me stesso. Con gli anni poi, sono aumentate le responsabilità e con esse un’ansia davvero ardua da gestire.
Il cambiamento è sempre stato incredibilmente faticoso nella mia vita, anche se l’ho sempre saputo essere qualcosa di inevitabile. Col tempo ho imparato a farci pace, a capire che crescere non fa del tutto schifo; tuttavia, ancora adesso mi serve un po’ di tempo ogni volta per abituarmi alle novità, ricordarmi che scappare dalla vita non serve a nulla, prendere in mano la situazione e agire.
“Perché le cose poi cambiano / Ma non aver paura di non aver paura / Se le cose cambiano / Tu non aver paura”
Albedo – La paura
3 – Incomprensioni
Questo è decisamente il tema principale del primo EP di problemidifase “Ristorante / Albergo / Croce“. Tutte e tre le canzoni in qualche modo parlano di piccole/grandi difficoltà di comprensione all’interno di una relazione, che rischiano poi di diventare dei problemi in grado di minare la sua stabilità.
Serve molta maturità emotiva e molta comunicazione sana per mandare avanti un rapporto, ma non è mai una cosa facile e spesso ci si fa del male a vicenda senza rendersene conto.
“Incomprensioni sono così strane / Sarebbe meglio evitarle sempre / E non rischiare di aver ragione / Che la ragione non sempre serve”
Tiromancino – Per me è importante
4 – Capolinea
Di break-up songs ne è pieno il mondo, ma nonostante ciò la fine di una relazione resta un tema molto caro all’immaginario di problemidifase.
Quando le incomprensioni non portano ad una crescita di consapevolezza ma anzi ad un allontanamento, per una serie di motivi possibili, si ha sicuramente a che fare con un problemadifase.
“And now I watch her / Running round in love again / And now I talk about you /When I’m with our mutual friends”
Ben Howard – End Of The Affair
5 – Salute mentale
Quest’ultimo punto riassume tutti gli altri, ma sottolinea l’importanza di riconoscere quando tutti questi problemi creano un circolo vizioso di pensieri negativi dal quale è difficile uscire.
Una cosa, tra le altre, che vorrei fare di più in futuro tramite il progetto problemidifase è sensibilizzare sul tema della salute mentale e su quanto sia importante parlarne.
Non rimanere fermi, non tenere il proprio dolore dentro pensando di potersi salvare da soli, non avere paura di parlarne con amici, persone fidate, professionisti; tutto questo può salvare vite e inizia semplicemente dall’aprirsi con gli altri, senza aver paura di farsi vedere vulnerabili.
“In every way that I am strong, / I am also weak / For all the words my lungs have birthed / I struggle to speak to you about anything / That makes me feel like a burden”
Casey – Fluorescents
Giulia Perna
Meglio conosciuta come @machitelhachiesto. Salernitana di nascita e bolognese per amore di questa città. Ha conseguito il titolo di Laurea specialistica in Comunicazione pubblica e d'impresa presso l'Università di Bologna. Si definisce "malinconica per vocazione". Da grande vorrebbe osservare le stelle. Crede nella forza delle parole, nella bellezza che spacca il cuore e nella gentilezza rivoluzionaria. Le piace andare ai concerti, mischiarsi tra la gente, sentire il profumo del mare e camminare sotto i portici.