La psichedelia pop di A Lemon nel disco “Green”
L’ascesa di Alessandro Moncada, in arte A Lemon, sembra molto rapida e non ha conosciuto pause neanche in pieno lockdown. Insieme all’etichetta Urtovox (una delle più attive nel panorama alternative italiano) sono stati pubblicati due singoli a ridosso della primavera, confluiti poi nell’album d’esordio intitolato “Green“, disponibile in digitale, CD e vinile.
Un disco fatto di allusioni ed interpretazioni lasciate ai timpani di chi lo ascolta fin dal titolo, che sta a richiamare la forza della natura ed il ciclo inarrestabile delle stagioni. Qualcosa che abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare quando l’umanità si è trovata costretta a ridimensionare le proprie invasioni dettate dalla routine quotidiana.
Sul piano musicale abbiamo a che fare con una visione globale che parte dal singolo: A Lemon ha ideato, composto ed arrangiato integralmente le nove tracce presenti, che suonano una psichedelia dal sapore ’70ies focalizzata su una matrice lucidamente pop. C’è la capacità di lasciarsi andare sull’entusiasmo delle note, ma non si perde mai di vista il fine ultimo che l’artista si propone: mantenere una netta tensione emotiva che si proscioglie solo col silenzio.
Sicuramente un ascolto lontano dai canoni che ultimamente il mercato discografico sta cristallizzando, abbiamo deciso quindi di approfondire “Green” insieme al diretto interessato.
Ciao Alessandro, raccontaci com’è nato il tuo progetto attuale ed a cosa è dovuta la scelta dello pseudonimo “A Lemon”.
Ciao! Il progetto A Lemon è nato dalla mia esigenza di comporre canzoni. Non essendo riuscito negli anni a formare una band, ad un certo punto ho deciso di fare dei pezzi da solo, utilizzando gli strumenti che sapevo suonare. Dopodiché sono riuscito a mettere su una live band: l’esperienza dal vivo ha molto influenzato il mio modo di fare canzoni, per cui pian piano, per forza di cose, il progetto stesso ha assunto una forma più concreta. Il nome deriva dalla mia necessità di racchiuderne tutti gli elementi in un suono che mi facesse sentire a mio agio, che mi desse piacere pronunciare e che contenesse qualcosa di me.
Il tuo presente parla di “Green”, disco pubblicato da un’etichetta storica come la Urtovox. Com’è nato il disco e la collaborazione con questa label?
Tutto è cominciato quando ho conosciuto i ragazzi de L’Eretico Booking. Siamo diventati amici e abbiamo deciso di collaborare e di lavorare insieme a un disco. Grazie a loro ho potuto far ascoltare i miei pezzi a Paolo Naselli Flores di Urtovox Records, che poi è diventata la mia etichetta.
Dando un’occhiata ai commenti su YouTube, è innegabile che molte persone accostino la tua musica a quella dei Tame Impala. Ci sta, anche se io noto delle importanti differenze come ad esempio le tue canzoni hanno qualche attitudine più pop. Come vivi questo paragone? È un riferimento che comunque apprezzi?
Ho ascoltato molto i Tame Impala, per cui è naturale che ci siano anche loro tra le mie influenze. In generale sono sempre stato affascinato dai suoni un po’ ipnotici. Nel disco si mescolano sicuramente tutte le influenze della musica che ho ascoltato fin da bambino: Supertramp, KC & The Sunshine Band, Beach Boys… Poi ognuno ci sente cose diverse, in base alle proprie esperienze. Per esempio mia madre ci sente i Pink Floyd, mio padre i Genesis. Mi fa piacere che ognuno riesca a sentirci dentro qualcosa di familiare. Io in realtà non riesco a fare paragoni.
Hai pensato, composto ed arrangiato totalmente il disco. Per una persona che ha una visione del progetto così dettagliata è stato difficile affidarsi ad altri in fase di postproduzione?
Un po’ lo è stato, devo ammetterlo. All’inizio quella di fare tutto da solo è stata una necessità. Poi, col tempo, ho capito l’importanza di mettersi in discussione e di cercare pareri e professionalità esterne. Ciò che conta è il risultato finale, riuscire ad esprimere al meglio le proprie intenzioni.
Come sta procedendo la promozione? C’è qualche sorpresa in vista dei prossimi mesi?
La promozione di “Green” sta andando a gonfie vele, siamo tutti molto soddisfatti di come questo lavoro, pur trattandosi di un esordio, sia stato accolto sia dal pubblico che dagli addetti ai lavori. Personalmente sto ricevendo un sacco di feedback da parte di persone che ascoltano il mio album in tutto il mondo e che mi scrivono cose dolcissime. Per quanto riguarda i prossimi mesi posso dirvi che sì, ci sono delle novità in vista. Ma al momento non posso svelare nulla. Intanto sia io che i ragazzi della band non vediamo l’ora di suonare il disco dal vivo!
[…] ultimamente appena si sente un ritmo leggermente più strutturato ed un basso in overdrive subito volano gli accostamenti con i Tame Impala: non è sbagliato, ma può apparire riduttivo quando c’è un’intera galassia […]