“After Verecondia”, Marta Tenaglia: dove c’è amore non può esserci peccato
Marta Tenaglia, cantautrice milanese emergente, ha iniziato il suo percorso nell’autunno del 2020 con la pubblicazione del singolo Bonsai. Hanno poi fatto seguito altri due brani Ventilatore e Alda Merini centravanti. Il 21 gennaio 2021, l’artista ha rilasciato il quarto pezzo Osmanto ottenendo ottimi riscontri. A maggio 2022 è uscito il suo disco d’esordio Guarda dove vai: presentato in esclusiva al MI AMI Festival di Milano, ha riscosso ottimi riscontri di pubblico e stampa.
Venerdì 24 novembre 2023 è uscito in tutte le piattaforme digitali il suo ultimo lavoro, “After Verecondia”. Prodotto per Costello’s Records, questo disco suona come una liberazione, una redenzione, una rivalsa e una vittoria per la giovane artista.
A raccontarsi in questo disco è infatti una nuova Marta, sempre fedele a sé stessa ma più libera: un’artista che ha scavato profondamente dentro di sé, senza concedersi scorciatoie, strappando via gli strati superflui della sua anima, finalmente senza vergogna.
Noi delle Rane abbiamo ascoltato il disco e le abbiamo fatto qualche domanda.
“After Verecondia”: da dove deriva la scelta di questo titolo?
Il titolo l’ho scelto perché mi piaceva come suonava e come stavano le due parole insieme, mi piaceva il contrasto tra “After”, vista come parola tagliente e un po’ cacofonica, e “Verecondia”, che rimbomba molto. Volevo dare l’idea della complessità e della ricerca del suono all’interno dell’album e per questo il titolo ha la funzione di riassumere i diversi suoni ed emozioni che voglio esprimere.
È quello di ricercare e descrivere, come in una fotografia, le mie emozioni, pensieri e valori in un preciso arco temporale, descritti nel modo più autentico possibile. L’obiettivo era quello di cercare di descrivere ciò che mi andava di descrivere e farlo in modo chiaro.
Quali elementi differenziano questo lavoro dal tuo album di debutto “Guarda dove vai“?
“After Verecondia” è sicuramente un qualcosa di più consapevole di quello che posso e che voglio fare e che mi diverte.
Hai detto che ora ti senti più libera e senza vergogna, come è avvenuto questo processo di cambiamento e come ha influito sulla tua musica?
Ha influito in modo positivo, mi ha permesso di andare oltre ed essere consapevole di ciò che mi frena, perchè mi aiuta a metterlo da parte e lasciarlo andare, rendendomi quindi più libera nell’esprimermi.
Come hai vissuto il processo di creazione del disco insieme a Federico Carillo?
Mi trovo super bene con Fede, è stato anche il produttore del mio primo disco e ci siamo sentiti davvero a nostro agio nel nostro modus operandi.
I brani nascono con una fase dove siamo a casa mia e comincio a buttare giù qualcosa e a scrivere col computer, faccio un po’ di pre – produzione e do già un impostazione e un arrangiamento generale ai brani. Una seconda fase prevede dei cambiamenti a livello di struttura dove Federico mette mano e apporta delle modifiche a ciò che è stato fatto e mi propone delle cose che implicano poi una direzione ben precisa e infine capiamo insieme come lavorarci sopra.
In questo disco collabori con Elasi e Cucina Sonora. Con chi ti vedresti a collaborare in futuro?
Mi piacerebbe lavorare con tantissimi artisti, ti dico sicuramente Mahmood, Tha Supreme, Ele A, Madame giusto per sparare alto.
Quali sono gli artisti che ascolti maggiormente e da cui trai ispirazione?
In questo periodo ho ascoltato tanto Rosalia, Billie Eilish, Caroline Polachek, Little Simz da cui poi prendo ispirazione. Mi piacerebbe lavorare tantissimo con i Thru Collected, loro all’inizio della lista. Anche Daniel Caesar, l’ultimo disco “Never Enough” mi è piaciuto molto.
Mi faccio ispirare un po’ da tutto, mi basta un suono e inizio a creare, anche se resto comunque nella mia confort zone tra il soul, l’elettronica, il pop, il blues, il jazz e l’hip -hop. Non ascolto il rock classico o il metal o il country, lo faccio se c’è qualcosa che mi interessa ma non è tanto il mio.
Il brano “Peccato” parla di un amore clandestino, proibito. Come ti vivi questo sentimento?
Nel brano “Peccato” mi ero divertita a fare di un pensiero un pezzo per poi svilupparlo ma è solamente un enorme volo pindarico. In tutto l’album ho cercato di fare un po’ un quadretto di ogni sensazione e approfondirle senza toglierne la complessità. Io però, di fatto, non sono per niente affine al concetto di peccato come lo intendiamo, se c’è amore non concepisco come possa esserci anche del peccato. L’amore è un qualcosa di complesso e di fluido e bisognerebbe affrontarlo con le stesse modalità.