Blumosso, Quest’ultima canzone: lotta tra libertà e prigionia in amore e nei rapporti umani
Il 29 novembre è uscita Quest’ultima canzone, nuovo singolo di Blumosso, nome d’arte di Simone Perrone. La canzone segue l’uscita del fortunato singolo Considerazione sulla vita, riprendendo i temi del quotidiano descritto sempre attraverso dettagli irriverenti e situazioni comuni alla vita di ognuno di noi. Abbiamo incontrato il cantante leccese per farci raccontare cosa dobbiamo aspettarci da questo progetto, partendo anche dalle sue influenze musicali passate e presenti.
Ascolta qui il nuovo singolo di Blumosso
Cosa possiamo ritrovare, sia dal punto di vista delle sonorità sia per quanto riguarda i temi trattati, in Quest’ultima canzone che era già stato anticipato da Considerazioni sulla vita?
Come elemento di continuità c’è sempre il tema che mi piace portare avanti nei miei lavori: ossia questa eterna lotta tra senso di prigionia e senso di libertà dato dall’amore nello specifico, ma più in generale dai rapporti umani. Credo che, in maniere diverse, ma finisco sempre col parlare di questo nelle mie canzoni. Come elemento di continuità c’è poi la mia voce che fa da collante a tutto.
Cos’è che invece ci sorprenderà,in cosa si distacca, da ciò che abbiamo potuto ascoltare fino ad ora, anche nel tuo album precedente “In un baule di personalità multiple”?
Quest’ultima canzone è un brano diverso rispetto a Considerazioni e diverso rispetto al precedente disco, “In un baule di personalità multiple”. Innanzi tutto perché ha un arrangiamento molto più ricco e variegato rispetto ai lavori passati; c’è poi un uso più accentuato delle chitarre elettriche, armonicamente la canzone ha dei cambi di tonalità (cosa inusuale nella mia scrittura). Anche il linguaggio del testo differisce rispetto al passato: è un testo sempre diretto, ma più ermetico.
Blumosso, uno come te, che si definisce un “inventore di canzoni”, si trova a suo agio nell’essere inserito nel panorama indie pop italiano o preferisce evitare di essere incasellato in un genere(i cui connotati sono in continua evoluzione)?
Hai ben supposto, non mi piace catalogarmi in un preciso genere, perché voglio essere libero in futuro di sperimentare nuovi modi di scrittura e nuove sonorità. Da un lato c’è quindi questo bisogno e sfuggevolezza artistica che però si unisce anche con le esigenze di crearsi un proprio seguito attraverso l’inserimento in determinati canali. Vivo in un periodo storico in cui i canali di fruizione della musica vertono, se non tutti quasi, sul genere indie (che poi è il nuovo pop). Di conseguenza mi ci sono ritrovato immischiato anch’io. Ma mi sento molto più vicino al cantautorato vecchia scuola, e penso si possa anche capire ascoltando le mie canzoni.
Che album sarà quello anticipato da questi due singoli?
Non lo so ancora che album sarà, sicuramente cercherò di essere sincero come ho sempre reputato fosse la mia musica. Un disco libero da clichet, e sarà un disco come sempre nostalgico, sotto alcuni punti di vista drammatico e poetico.
Hai già avuto la possibilità di calcare palchi importanti suonando con artisti del calibro di Zucchero, Negramaro, Simone Cristicchi: questa esperienza, la conoscenza diretta con questi artisti ha cambiato e arricchito il tuo modo di scrivere? Se sì, in che modo?
Sono esperienze che danno notevoli botte di adrenalina, che ti fanno capire che se vuoi far questo nella vita devi essere in grado di alzare il tiro e impegnarti molto più di quello che tu reputi stia già facendo. Ogni volta che ho aperto dei concerti grossi o ho conosciuto artisti più importanti di me ho sempre avuto lo stimolo e la voglia studiare di più. Non solo cose per quanto riguarda la teoria musicale, ma analizzare più a fondo la vita che mi circonda e andare a cercare sprazzi di vissuto idealmente lontani da me.