Calabi è Andrea Rota. Nato e cresciuto a Bergamo, scrive libri per bambini e canta, prima in inglese con i Plastic Made Sofa e adesso da solo, in italiano. Le terrazze è l’esordio di una nuova vita, alla ricerca costante di un altrove e di un sé felice.
Così descrive il brano:
“Le terrazze racconta la fatica del non sentirsi a casa in nessun luogo. La ricerca costante di un altrove, di un sé felice quando non si trova quiete nella propria stanza.
A volte accade… un amore ci porta fuori dai confini delle nostre abitudini.
A volte accade, ci basta una terrazza”….
Dal progetto in una band al progetto da solista.. cosa è cambiato e chi è oggi Calabi.
È cambiato tutto, ma non é cambiato niente. È cambiato tutto perché in questi anni la mia sensibilità musicale si é evoluta, i miei ascolti si sono spostati, il mio cuore si é aperto alla musica pop. Non é cambiato niente perché il mio modo di vivere la musica é sempre lo stesso, il sapore di scrivere una canzone non é stato contaminato, come la purezza del gesto e delle sensazioni che ne derivano. E poi le persone con cui condivido questo pezzo di vita sono sempre Fede, Simo e Mic, con cui suono da sempre.
“Le terrazze” è il tuo biglietto da visita.. perché hai scelto di iniziare proprio con questo brano?
Ho scelto un brano come Le Terrazze con l’ambizione di emozionare, di creare empatia attraverso un testo semplice in cui tante persone potessero rispecchiarsi.
Non sentirsi a casa in nessun luogo, aver sempre voglia di cercare un altrove. Esiste un posto in cui riesci a sentirti in pace con te stesso?
L’inquietudine é un sentimento che mi contraddistingue da sempre. Sono sempre rincorso da pensieri, spesso in balia di emozioni. Non ho filtri e barriere per proteggermi, vivo di sentimenti e risuono. Il benessere é una sensazione passeggera e circostanziata che riesco a percepire di rado, e quando mi investe mi commuove.
Con i Plastic Made Sofa cantavi in inglese, oggi invece sei Calabi e canti in italiano. Spiegami un po’ le differenze tra una canzone pensata in una lingua piuttosto che in un’altra, ammesso che ci siano..
La differenza c’é ed é enorme. Scrivere in italiano mi ha portato ad un ribaltamento del processo creativo. Quando scrivevo in inglese partivo dalla musica, ricamavo una melodica di voce, poi se mi convinceva ci adattavo un testo. Ora prima di iniziare a scrivere penso a cosa voglio esprimere, alle emozioni che voglio trasmettere, parto da alcune suggestioni di testo e costruisco la canzone.
Il video del tuo singolo è opera di Andrea Cominoli ed è ambientato in Sicilia. Che rapporto hai con l’isola e perché avete scelto di ambientarlo proprio in quei luoghi?
Non posso prendermi alcun merito se non quello di aver scritto la canzone. Con Andrea c’é stata un’empatia miracolosa. Era in vacanza con la sua ragazza, ha sentito il brano ed é tornato a casa con questo video. È stata una congiunzione astrale, quei piccoli miracoli che commuovono. La Sicilia é una terra che amo molto, come tutto il mezzogiorno. Ho anche avuto la fortuna di vederla in tutte le stagioni e di scoprirla in tutti i suoi angoli, avendoci fatto diverse tournée con i Plastic Made Sofa. Spero di tornarci presto anche come Calabi.
Dopo questo singolo ce ne saranno altri e quanto dovremo aspettare per un disco completo?
Il prossimo singolo uscirà a metà novembre. Poi arriveranno altri singoli, e nel 2019 un disco.
Ora chiudi gli occhi e immagina di essere sul palco e davanti a te persone qualsiasi che cantano le tue canzoni. Che effetto ti fa?
Un misto di imbarazzo ed eccitazione. È qualche anno che non salgo su un palco, ripresentarsi in questa nuova veste sarà un’esperienza emotivamente molto intensa. Stavolta non ci saranno le vibrazioni e l’energia del rock, ma il calore del cantautorato accompagnato dalla rotondità dei sintetizzatori.
Un saluto ai lettori di Le Rane che ti hanno inserito nella playlist “Pezzo che spacca”…
Ne sono stato molto onorato, un bel riconoscimento dopo solo qualche giorno dall’uscita del mio primo singolo. Grazie di cuore a voi che siete stati tra i primi ad accorgervi di me.
foto di Andrea Cominoli
Giulia Perna
Meglio conosciuta come @machitelhachiesto. Salernitana di nascita e bolognese per amore di questa città. Ha conseguito il titolo di Laurea specialistica in Comunicazione pubblica e d'impresa presso l'Università di Bologna. Si definisce "malinconica per vocazione". Da grande vorrebbe osservare le stelle. Crede nella forza delle parole, nella bellezza che spacca il cuore e nella gentilezza rivoluzionaria. Le piace andare ai concerti, mischiarsi tra la gente, sentire il profumo del mare e camminare sotto i portici.