Il Cantautore Misterioso si racconta alla bellissima ragazza che leggerà questa intervista
Una canzone scritta utilizzando le frasi più famose di Fabio Volo, la cover in lingua latina di Calcutta (Paestum), Riso Scotti e i Coma_cose in un unico mash up, Sotto il sole di Riccione tradotta in inglese e un podcast per chi ha finito tutte le puntate di Alessandro Barbero e non sa più che cosa ascoltare: ecco a voi il Cantautore Misterioso, progetto che da qualche anno allieta i nostri giorni più grigi.
Nato ufficialmente nel 2017 come valida alternativa maschile al fenomeno delle cover girls su YouTube, l’anonimo musicante ha subito raccolto attorno a sé una folta schiera di seguaci, tutti impazienti di acclamare il suo EP d’esordio, Scrivere canzoni potrebbe non funzionare.
L’accorato appello qui sopra, pubblicato su Facebook dopo l’uscita del disco, non poteva lasciarci indifferenti. Lo abbiamo contattato all’inizio dell’estate, con una serie di domande alle quali il Cantautore Misterioso si è talmente affezionato da non volerle più lasciare. Per questo l’intervista è durata tre mesi: una vera e propria storia d’amore. Pubblicarla qui ha il sapore agrodolce di un gelato che finisce, ma è necessario. Esattamente come mangiare la punta al cioccolato del Cornetto. Ecco a voi quel che ci siamo raccontati, fra l’odore della pioggia che cade sulla terra asciutta, la trap di Gigi d’Alessio e una scottante rivelazione sulla bellissima ragazza che sta leggendo questa intervista.
Ciao Cantautore Misterioso! Dal tuo podcast abbiamo capito che anche le cicale di Heather Parisi hanno un senso (QUI l’imperdibile puntata). Puoi riassumere il significato del tuo progetto con una sola parola desueta che “ti cale”?
Che poi uno dei miei primi progetti social era proprio dedicato alle parole desuete, solo che ormai sono passati 5 anni e me le sono dimenticate quasi tutte. Avevo questo sogno di arrivare a milioni di fan e a un certo punto iniziare a coniare parole inesistenti. Purtroppo ho fallito. Comunque sono andato a rileggermene alcune (di quelle vere) e ho deciso di optare per “petricore“, l’odore della pioggia che cade sulla terra asciutta. Mi sembra una parola abbastanza paracula, di quelle che potresti trovare in un libro di Fabio Volo, però allo stesso tempo racchiude un concetto realmente poetico.
Tre cover che ancora non hai fatto ma che ti piacerebbe realizzare.
Ho liste lunghissime di cover che non ho ancora registrato. In alcuni casi ho perso l’attimo: i temi virali sui social scompaiono nel giro di un mese, quindi se non riesco subito a far uscire il pezzo finisco per dimenticarmelo mentre la lista continua ad allungarsi. (Esatto, è lo stesso motivo per cui qualche mese fa mi sono dimenticato di rispondere alle domande di questa intervista). Altre cover sono semplicemente rimandate. Scelgo tre esempi significativi. Pazzeska di M¥SS FETA in greco antico, Completamente dei The Giornalisti (ma il testo sarà riscritto con l’autocompletamento di WhatsApp) ed infine la cover di un pezzo di Liberato cantata però sullo stile di Gigi d’Alessio (tra l’altro Gigi d’Alessio ha fatto uscire un album di duetti trap/rap, coincidenze?).
Tre canzoni di altri che vorresti fossero tue.
Non sono ancora molto bravo a scrivere canzoni vere, quindi sinceramente non me la sento di appropriarmi ipoteticamente dei pezzi di un altro. Invidio la capacità che ha Gazzelle di scrivere robe super pop, senza risultare eccessivamente banale, e poi Calcutta che continua a tirar fuori ritornelli perfetti da urlare alle serate indie. Però ho qualche collaborazione nel cassetto. Sogno un featuring con Margherita Vicario, di cui caddi innamorato in giovane età, uno con Asia Ghergo, la mia acerrima rivale, e uno con Vasco Brondi, che è stato un po’ il mio padre spirituale.
Se l’anagramma rivelatore di The Giornalisti è “istigano Hitler”, quello del Cantautore Misterioso è forse “o suore, cantate i mostri”?
Oddio, è bellissimo! Ho anagrammato un sacco di cose, ma mai il mio nome d’arte. Forse perché è un nome piuttosto brutto. L’unico lato positivo è quello di essere abbastanza facile da ricordare. Però se un giorno avrò un etichetta che si accolla tutte le cose più burocratiche lo cambio. Forse lascio solo KANT, che è anche un nome molto filosofico. Il mio riferimento sugli anagrammi resta in ogni caso il celebre verso “ti dò questa notizia in conclusione: notizia è l’anagramma del mio nome“. Se un giorno dovessi riuscire ad elaborare una frase così perfetta, abbandonerei la musica per ritirarmi in un eremo.
Citando il titolo del tuo EP, scrivere canzoni ha effettivamente funzionato?
No. Scrivere canzoni non funziona. Mai. Cioè, magari è solo questione di tempo, però diciamo che di sicuro non funziona nel breve periodo. Nel breve periodo, con le canzoni, non ho mai ottenuto nessuna reazione. Nessuna risposta dai Pinguini Tattici, nessun ingaggio da Maciste Dischi, nessun appuntamento con la bellissima ragazza che sta leggendo questa intervista (non preoccupatevi, di lei parleremo in modo esaustivo nell’ultima domanda). Universal Italia ha effettivamente rimosso il reclamo alla cover su YouTube per cui scrissi l’omonimo pezzo Buongiorno Universal Italia (avevo usato un’immagine di Tommy P. come copertina). Ma non ho mai saputo se è stato un caso o se la canzone li avesse effettivamente commossi.
Nella prima puntata 2020 del tuo podcast avevi previsto scintille fra Morgan e Bugo. Date le tue capacità taumaturgiche, puoi fare una previsione sul destino che secondo te attende la musica italiana dopo questa pandemia?
La previsione su Morgan e Bugo era piuttosto facile. Per il post-covid direi che ci aspetta un 2021 in cui saremo letteralmente sommersi da tutte le canzoni che non sono uscite quest’anno. Sarà difficile stare dietro a tutti. Ci sono progetti nuovi congelati da mesi, questo finirà forse per bloccare quelli ancora più nuovi? Chi avrà tempo di ascoltare BADILE, progetto synth-pop di un’irriverente cantautrice triestina, o PANZANELLA, eclettica band italo-svizzera? Riflessione superficiale ma forse realistica: per un po’ sarà “facile” permettersi di fare musica solo se hai una famiglia alle spalle che ti mantiene. Quindi ci sarà molta più borghesia nelle canzoni.
Cosa vorresti dire alla bellissima ragazza che sta leggendo quest’intervista?
LO SO CHE SEI STATA MANDATA DAI MALVAGI A&R DI SONY AL SOLO ED UNICO SCOPO DI FARMI SOFFRIRE E SCRIVERE DI CONSEGUENZA DELLE STRUGGENTI CANZONI BELLISSIME CHE DIVENTERANNO DISCO DI PLATINO. LO SO, E VA BENE.
Monica Malfatti
Beatlemaniac di nascita e deandreiana d'adozione, osservo le cose e amo le parole: scritte, dette, cantate. Laureata in Filosofia e linguaggi della modernità a Trento, ho spaziato nell'incredibile mondo del lavoro precario per alcuni anni: da commessa di libreria a maestra elementare, passando per il magico impiego di segretaria presso un'agenzia di voli in parapendio (sport che ho pure praticato, fino alla rottura del crociato). Ora scrivo a tempo pieno, ma anche a tempo perso.