Cara Calma è un quartetto bresciano che prende vita poco prima dell’estate 2016, quando Cesare si aggiunge a Fabiano e Riccardo e il progetto comincia ad avere un’identità chiara. Nell’ottobre 2016 anche Gianluca entra a far parte della band e la formazione può definirsi completa. Cara Calma è la storia di quattro ragazzi che si spaccano i timpani in sala prove e macinano chilometri senza abbassare mai la voce.
“Sulle punte per sembrare grandi” è il disco d’esordio della band, prodotto da Karim Qqru (The Zen Circus).
Cara Calma, partiamo dalla scelta del nome. A chi è venuta l’idea?
Riccardo: L’idea è venuta a me e Fabiano ed è nata dall’esigenza di imporci una sorta di mantra che ci permettesse di affrontare la vita con più leggerezza, con una maggiore serenità. “Cara” sta a significare preziosa, irrinunciabile. Fondamentalmente è l’unico modo che abbiamo per difenderci dalle sfide, per affrontare i cambiamenti e proteggerci dalle trappole di cui è disseminata la vita. Affrontare tutto con estrema calma, senza bruciare le tappe e senza perderci in inutili labirinti a causa della troppa foga. “Cara calma” è il nostro modo di affrontare il mondo, da sempre. Oltretutto ci piaceva molto che il nome suonasse quasi in contrapposizione con la nostra musica, tutt’altro che calma.
Vi definiscono una band alternative rock. Vi ritrovate in questa definizione?
Cesare: È una definizione in cui ci possiamo ritrovare, proprio perché la musica che facciamo spazia tra diversi generi, dal rock più pestato al pop/rock delle ballads. È anche vero che non è mai facile definire una band con un solo genere musicale, perché durante la scrittura dei pezzi le influenze e gli ascolti di ogni componente vengono a galla e plasmano poi la canzone senza dover per forza seguire regole e restrizioni di un solo genere.
Il vostro album d’esordio è uscito lo scorso Gennaio e si chiama “Sulle punte per sembrare grandi”. Vanta la produzione di Karim Qqru (The Zen Circus). Quanto è stato importante per voi questo incontro artistico?
Cesare: Sicuramente l’incontro con Karim è stato davvero utile, poter essere affiancati da un musicista del suo livello sulla produzione del disco non poteva che giovare al nostro sound, e così è stato. Ci siamo subito trovati in sintonia con lui che oltre ad essere un conoscitore di musica pazzesco, è anche una bellissima persona con cui abbiamo instaurato un rapporto di amicizia che dura ancora oggi. La nostra è stata una co-produzione, lui ci ha dato una grossa mano in particolare nella revisione delle linee vocali.
Quindi vi sentite davvero grandi o in realtà crescere è solo un’illusione?
Riccardo: Crescere non è un’illusione. A volte può sembrarlo perché è impossibile percepire la crescita da dentro, in diretta. Ti accorgi di essere cresciuto o che qualcosa è cresciuto dentro di te solo quando sei ormai pronto a passare al passo successivo, quando questa maturazione non è più sufficiente per affrontare le nuove sfide, il domani. Ed è per questo che abbiamo deciso dare questo nome al nostro primo lavoro, perché stiamo sulle punte per sembrare più grandi, apparire più preparati di quello che siamo realmente al “diventare adulti”. La verità è che non saremo mai pronti del tutto.
Entriamo ora nel vivo del disco e quindi dei brani che ne fanno parte. In “Eroi” esprimete la difficoltà di essere veri ai tempi dei social network. Mi raccontate da dove è nata questa canzone?
Gianluca: Più che altro è un urlo di protesta verso quelli che sono i canoni e le regole che detta la società per farti diventare quella che secondo loro è “una brava persona”. Nel video che abbiamo girato con Valentina Cipriani cerchiamo di comunicare proprio questo. Il modo in cui la società tante volte ti costringa a percorre strada che ti portino a diventare qualcuno di stimato ai loro occhi. Crediamo invece che sia giusto che ognuno possa essere ed esprimere sempre ciò che pensa e che possa essere ciò che vuole finché questa cosa lo renda felice.
Rispettare i centimetri è un brano che ha a che fare con il tempo e con la pazienza di costruire mattoncino dopo mattoncino. Come vi rapportate con quest’ansia generazionale che ci spinge a dover fare tutto e subito?
Fabiano: Rispettare i Centimetri è nata nel nostro periodo di scrittura più rilassato e spensierato. Eravamo liberi dalle forti pressioni che si possono creare quando ci si impone a forza raggiungimento di un obiettivo e questo ci ha permesso di riflettere in antitesi con quella situazione. Oggi, discograficamente e non , il tempo scorre più veloce di quanto non lo facesse anche solo qualche anno fa, e complice il mondo dell’internet, ogni cosa è resa irrimediabilmente più fugace. Confrontandoci con questo mondo ci siamo imposti di viverci questo viaggio con calma, goderci il paesaggio intorno e non pensare unicamente alla meta.
Avete da poco terminato il tour estivo. Pescate nella vostra memoria un ricordo di questo tour e condividetelo con noi.
Gianluca: Sì, abbiamo avuto la fortuna di vivere un estate veramente piena di live e quando sei in giro le cose che succedono sono sempre tantissime! Trovarne una su tutte mi risulta difficilissimo perché potrei star qui un’ora a raccontarvi aneddoti su quello che è successo quest’estate (ahah). Vorrei spendere invece due parole sui festival a cui siamo stati che ci hanno accolto con un calore ed una disponibilità incredibile! È davvero confortante vedere che nel nostro paese qualcuno ancora crede nella musica dal vivo e ci mette tutto il cuore per dargli spazio! A loro va il nostro grazie più grosso perché è grazie a loro se c’è chi, come noi, ha la possibilità di dar voce a quello che pensa.
Quali sono le influenze musicali alle quali vi ispirate?
Cesare: Come dicevo prima spesso nei gruppi ci sono influenze diverse e noi non facciamo eccezione. Io, Fabiano e Gianluca abbiamo un background sicuramente Hardcore dal momento che tutti e tre suonavamo in band metal. Mentre Riccardo è più improntato sul grunge. Comunque i nostri ascolti spaziano tra tantissimi generi. Io per esempio, per citarne un paio, amo molto anche l’elettronica degli Apparat o l’alternative dei Foals e dei Tame Impala.
Chi scrive i testi della canzoni e solitamente come nasce una canzone dei Cara Calma?
Riccardo: Ogni canzone fa storia a sé. Più in generale posso dire che lo spunto per un testo può partire da me, Cesare, Fabiano o Gianluca in maniera abbastanza omogenea. Può succedere che uno di noi scriva lo scheletro di una canzone e non di rado venga completato o arricchito dagli altri. Abbiamo tutti chiaro cosa vogliamo comunicare, sentiamo tutti molto intimamente il concetto che vogliamo esprimere, ed è uno dei motivi che ci unisce così saldamente. Per quanto riguarda la composizione di un brano invece, è più facile che si parta dalla musica, per poi cucirci sopra le parole, i pensieri che abbiamo bisogno di esternare.
Un saluto per i lettori di Le Rane…
Grazie ragazzi per averci concesso questo spazio, abbracciamo fortissimo tutti i lettori di “Le Rane”, vi aspettiamo sotto il palco!
Giulia Perna
Meglio conosciuta come @machitelhachiesto. Salernitana di nascita e bolognese per amore di questa città. Ha conseguito il titolo di Laurea specialistica in Comunicazione pubblica e d'impresa presso l'Università di Bologna. Si definisce "malinconica per vocazione". Da grande vorrebbe osservare le stelle. Crede nella forza delle parole, nella bellezza che spacca il cuore e nella gentilezza rivoluzionaria. Le piace andare ai concerti, mischiarsi tra la gente, sentire il profumo del mare e camminare sotto i portici.