“Drama Compilation”: l’esordio di YTAM è come andare al cinematografo
Se ti chiedo di pensare agli anni ’60? Hippie, Beatles e Rolling Stone, Woodstock, Andy Warhol e la pop art. Non occorre essere dei sensitivi per intercettare tali pensieri, basta guardarsi attorno.
Nel 1964 Umberto Eco pubblica quel capolavoro intitolato Apocalittici e Integrati. Di fronte alla nascente cultura di massa e ai suoi mezzi di comunicazione i grandi pensatori si dividono in due fazioni: chi guarda con disdegno alla cultura popolare, gli apocalittici, e chi invece davanti ad essa spalanca gli occhi con ottimismo, gli integrati.
L’autore lancia una previsione futura: fra non molto l’arte popolare sarà talmente estesa che, senza rendercene conto, ci sguazzeremo dentro. E guarda caso è andata proprio così. Una lunga lista di sensazioni o, per rispettare la disciplina di Eco, di effetti di senso sono giunti da oltreoceano condensando una nuova ondata di significati sotto un unico cappello: la cultura pop.
Matteo Marino, in arte YTAM, è sicuramente figlio di integrati. Il suo EP d’esordio DRAMA COMPILATION è un brainstorming pop avvenuto assieme a okgiorgio, producer duttile e dalle ottime doti da talent scout.
L’irriverenza di James Dean, l’estro di Michael Jackson, l’opulenza di Tarantino, sono immagini ricorrenti nella musica del cantante bresciano. Ascoltare YTAM è un salto nel passato dei blockbuster. Una nostalgia distante da quella per gli anni ’80 in Stranger Things, perché vissuta sulla sua pelle.
Quando si cresce con opere del calibro di Forrest Gump, dall’intrattenimento si traggono significati importanti e lezioni di vita. Per questo quello di YTAM non è solo un esercizio di stile, ma la sua esperienza di uomo raccontata nelle scene di un film. Il suo.
“Ogni canzone è un microcosmo a sé” ci racconta. Cambiare canzone è come cambiare canale. Le 7 tracce dell’EP ricordano lo zapping più estremo: dalla Rai ad Italia Uno, passando ovviamente per Mtv, dove scorre il videoclip di GBYE.
Fresco dai primissimi live che lo hanno portato a cantare niente di meno che al Forum di Assago, noi de Le Rane lo abbiamo intervistato.
Ciao Matteo, com’è stato suonare in apertura ai Pinguini Tattici Nucleari?
È stato un colpo al cuore. Ma anche le prime due date a Padova e Montichiari sono state per certi versi ancora più cariche. Il pubblico era veramente caldo, è stato tutto bellissimo.
Il tuo EP è densissimo di riferimenti cinematografici, credo di non sbagliare se dico che sei un cinefilo.
Sì sono un appassionato, quindi questo mio primo capitolo discografico ha preso spunto dal cinema. Quando l’ho scritto avevo in mente diverse scene di film e inevitabilmente si è creato questo immaginario notturno, un po’ tarantiniano, soprattutto per certi pezzi come “Vampiro” e “James Dean”.
“Gran Torino”, “Come un tuono”, “Psycho”, “Happy Days” e “Supercar” sono solo alcuni dei titoli che citi. “Vampiro” si ispira a Twilight?
In un certo senso sì. Durante la stesura del testo abbiamo considerato anche Twilight nonostante non sia un grande fan della saga. In realtà, anche se non ha mai fatto film sui vampiri, abbiamo preso più spunto da Tarantino: “Sangue sopra le lenzuola” è una citazione al genere splatter. A Twilight ho pensato per il ritornello, ma non è stata la prima fonte di ispirazione da cui è nato il pezzo.
Ti capita di sentirti un po’ vampiro?
Un po’ tanto, sì. Dopo il Covid soprattutto, più che altro per gli orari che faccio: vivo di più durante la notte. Durante il lockdown era proprio così. Di giorno mi sentivo morto, di notte uscivo col cane, mi facevo i miei giri da solo.
Parliamo di SCS: che rapporto hai con la nostalgia?
È un rapporto abbastanza delicato. Fino ai 20-21 anni ho vissuto delle situazioni un po’ tristi. Avevo una compagnia grandissima che poi di colpo si è rotta. Ricordo che in quel periodo ero fissato con i The 1975 e ripensare a quel periodo devo dire che mi ha molto ispirato. “SCS” si ispira proprio a questo periodo in cui vivevo un rapporto stupido ma innocente: a uno dei due faceva male insomma.
In GBYE quando dici “Tienimi che cado con la mano dal sesto piano” è veramente la scena finale di un film?
No, non credo. In “GBYE” canto di questa lotta contro il me stesso cattivo e le mie paure. Quindi alla fine del pezzo, come si vede anche nel video, c’è questa scena in cui il me cattivo tiene me mentre cado. È un piccolo viaggio mentale che mi sono fatto.
Proprio come al cinema quando si ascoltano i tuoi pezzi si attua la cosiddetta sospensione di incredulità, ovvero si accetta come reale ciò che si vede sullo schermo pur sapendo che si tratta di finzione. L’unico pezzo in cui questa cosa viene meno e tu sembri parlare senza filtri è “NON MI MANCHI MAI (A VOLTE)”, dico bene?
Sono d’accordo con quello che dici. Anche in “SCS” un pochino, però in “NON MI MANCHI MAI (A VOLTE)” è totale. Abbiamo preso ispirazione dal brit-pop, dalle chitarre degli Oasis. È il pezzo più intimo e diretto fra tutti, è un flusso di coscienza in cui dico quello che avevo in testa in quel momento.
Inizialmente non ero convinto di inserirlo nell’EP, pensavo che forse era meglio farlo uscire come singolo più avanti. Invece poi è stato proprio il pezzo che ci ha fatto dire: “Ok, il disco deve chiamarsi DRAMA COMPILATION” perché ogni canzone è diversa dalle altre e questa è la più diversa di tutte.
Mi parli invece di come nasce ONLINE?
Mi ero fidanzato da poco e litigavo spesso con questa persona perché si preoccupava di quello che facevo online. Diceva che ero diverso da come mi comportavo nella realtà. Essere online potrebbe anche essere uno stato d’animo: ci sono e non ci sono, non si sa dove sono, sono perso. È un discorso sul parallelismo reale-digitale.
I ragazzi della notte di FEMME FATALE sono zombie o vampiri?
In questo pezzo potrebbero essere gli zombie. Gli zombie si muovono in branco, vanno in giro senza un perché, seguono le mode, si vestono e ascoltano musica simile. Anche questa canzone viene fuori da quel periodo di cui parlavo prima. I ragazzi della notte eravamo noi.
C’è un personaggio di un film in cui ti rivedi?
Forse un personaggio non c’è, ma ci sono attori che mi ispirano molto, ad esempio Leonardo Di Caprio, ma anche James Dean. Tutto quello che è riuscito ad ispirare con solo 3 film, quel modo di vivere libero. Pure Elvis diceva di ispirarsi a James Dean. È stata la prima icona pop, mio padre aveva il suo poster in camera.
YTAM consiglia: film preferito e film che assolutamente bisogna guardare.
Film preferito all time penso che sia Forrest Gump. Film da guardare per forza Pulp Fiction.
Avevamo già intervistato YTAM nel 2019, leggi l’articolo qui
Antonio Verlino
Chiamatemi Toni (rigorosamente con la I) e sarò felice. Laureando in Semiotica presso Alma Mater Studiorum, Bologna. Vedo e sento musica ovunque, a volte anche dove non ce n'è. Poi riguardo bene e la trovo sempre.