Emma Nolde tra passato, presente e futuro: il suo NUOVOSPAZIOTEMPO

È uscito questo venerdì “NUOVOSPAZIOTEMPO” il terzo disco di Emma Nolde, cantautrice polistrumentista classe 2000 di origini toscane che a dispetto della sua giovane età non ama definirsi “giovane”.

Dopo “Toccaterra” e “Dormi” in questo nuovo lavoro Emma si è concessa di scrivere tra le mura di casa e suonare coi suoi amici di sempre, di duettare col suo idolo – Niccolò Fabi – e di confrontarsi con Nayt e Mecna.

Un viaggio nel tempo, come preannunciavamo nel titolo, in cui il suo racconto si muove avanti e a ritroso, oscillando tra il futuro e il passato in un ordine libero e frammentato. In “Sconosciuti” immagina cosa accadrà tra dieci anni, mentre in “Universo parallelo” si chiede come sarebbe incontrare suo padre alla sua stessa età. In “Tuttoscorre” si rivolge alla persona che ama, invitandola a resistere alla frenesia dei nostri giorni, mentre in “Mai fermi” parla a un bambino di quella stessa velocità che, un giorno, sarà anche la sua sfida.

Il suo racconto diventa il ritratto di un’epoca in cui tutti viviamo immersi, in bilico tra algoritmi e vita reale.

Ma a fare la differenza, come sempre, sono le sue parole, capaci di raggiungere l’ascoltatore come una carezza che consola o come un pianto che lo lascia in frantumi, macerie dalle quali ricominciare.

Il tempo diventa così il vero filo conduttore, il fil rouge che lega insieme queste undici nuove tracce: un ticchettio che attraversa e scandisce i nostri ritmi forsennati, la frenesia che ci spinge a correre, produrre, riempire ogni spazio con attività, hobby, impegni.

In questo vortice, le parole trovano la forza di fermarci e riportarci all’essenziale, di sospendere per un istante la corsa e porci le domande davvero necessarie alla nostra crescita. Chiedendoci, con un’urgenza sottile: hai più paura di cambiare o di restare uguale?

L’abbiamo intervistata.

Emma Nolde – NUOVOSPAZIOTEMPO [Ascolta qui]
Partiamo dal titolo “NUOVOSPAZIOTEMPO ” col quale descrivi un momento storico in cui convivono terra, cielo, Google Earth e iCloud. Vuole essere un invito a esplorare nuovi orizzonti tra reale e virtuale o a tornare a un rapporto più autentico con la realtà?

Forse non è davvero un intento quello di “tornare” al rapporto con la realtà, perché sarebbe una pretesa troppo grande. Nemmeno io, infatti, riuscirei a fare a meno di certe cose che ormai ci sono indispensabili e fanno parte della nostra vita quotidiana, soprattutto i rapporti personali, che oggi avvengono in gran parte tramite WhatsApp. Molte delle persone con cui ho rapporti di amicizia o di lavoro non le vedo per la maggior parte dei giorni, e ci teniamo in contatto così, a distanza.

Dunque, non credo che si possa fare un reale ritorno alla realtà “offline” totale, e, al contempo, trovo gli orizzonti dell’intelligenza artificiale estremamente affascinanti, pur ammettendo che mi spaventano anche molto. Parto dal presupposto che siamo tutti ormai profondamente dipendenti e coinvolti in un modo di vivere il tempo e lo spazio diverso rispetto al passato. Passiamo gran parte del nostro tempo nella “dimensione” del telefono e, anche se questo è scontato, non se ne discute spesso con la profondità necessaria.

È un dato di fatto con cui dobbiamo convivere, e il mio obiettivo è cercare di gestire questa realtà nel miglior modo possibile: non lasciare che ci distragga troppo e continuare a osservare attentamente ciò che ci circonda nel mondo reale.

Con “Tuttoscorre” parli della volontà di costruire relazioni durature. Come percepisci “l’usa e getta” dei nostri tempi? Come bilanci personalmente la necessità di restare produttiva e il bisogno di rallentare?

Credo che ormai abbiamo interiorizzato profondamente l’idea di poter decidere e cambiare opinione su tutto, in qualsiasi momento. Nella maggior parte dei casi, questa possibilità è alla base della nostra felicità, perché ci rende davvero liberi di fare ciò che desideriamo – almeno nella nostra parte del mondo. Tuttavia, questa grande libertà e l’infinita scelta di possibilità a volte ci impediscono di riflettere su quanto sia importante coltivare le relazioni, curarle.

L’altro giorno, mia madre mi ha raccontato un episodio: ad una cena tra amici, parlando con persone della sua età (ha circa cinquant’anni), hanno discusso dell’amore e delle relazioni. A cinquant’anni, si ha spesso una visione dell’amore più completa e un rapporto con l’altro più profondo e maturo rispetto a quando si è giovani. Ognuno di loro aveva storie e percorsi diversi, e una persona in particolare ha condiviso una riflessione interessante: “Nella mia vita ho avuto tante relazioni, ma se potessi tornare indietro, forse mi sarei fermato alla prima. Ho sempre cercato la perfezione, una corrispondenza ideale che, a conti fatti, non esisteva. Forse sarebbe stato meglio restare e costruire qualcosa fin dall’inizio.”

NUOVOSPAZIOTEMPO
Emma Nolde, NUOVOSPAZIOTEMPO – Foto di Lorenzo Stefanini
“Universo parallelo” sembra quasi un dialogo tra due generazioni che, pur vivendo epoche diverse, affrontano le stesse incertezze. Cosa ti piacerebbe trasmettere ai giovani che, come te e tuo padre, si trovano di fronte a decisioni difficili sul proprio futuro?

Nella canzone parlo di ciò che mi ha insegnato mio padre, in particolare riguardo al futuro e alla sua incertezza. Mi ha trasmesso l’idea che, proprio perché il futuro è così incerto, vale la pena fare ciò che si desidera davvero. Perché, ad esempio, frequentare per forza l’università di ingegneria, anche se non ti appassiona, se alla fine non hai la certezza di un futuro garantito – specialmente oggi?

In fondo, maggiore è l’incertezza, maggiore dovrebbe essere la serenità con cui prendiamo le nostre decisioni, senza sentirci obbligati a fare qualcosa che non ci piace solo perché sembra “sicuro.” Se non ci sono certezze, tanto vale seguire ciò che ci rende felici. Lui, nella sua vita, non ha esattamente fatto così, anche se è sempre stato una persona di successo in molti ambiti. Però, se potessi tornare indietro nel tempo e parlare con lui, gli direi: “Fai davvero quello che ti piace.”

In “Sconosciuti” dici: “dove saremo tra dieci anni?” Quindi ti chiedo, quando sarai grande, visto che sei giovanissima, quale speri che sia l’impronta che vuoi lasciare con la tua musica?

Non mi sento poi così giovane, anche se non provo quella “famosa” ansia della mia generazione, però mi sento già un po’ più vecchia di quanto vorrei. Spero di lasciare, nella mia musica, la sensazione di essere sempre stata autentica, di aver fatto le mie scelte artistiche guidata solo dalla sincerità. Vorrei che fosse chiaro che il vero e unico criterio nelle mie scelte musicali è sempre stato quello di fare qualcosa di genuino, di dire la verità, la mia verità

Hai raccontato di come “Sirene” sia dedicata a una persona che ha sacrificato i propri desideri per compiacere gli altri. Quanto di questo tema autobiografico riflette anche le pressioni e le aspettative che senti come artista?
Emma Nolde
Emma Nolde, NUOVOSPAZIOTEMPO – Foto di Lorenzo Stefanini

Cerco di trovare modi per ridurre al minimo le influenze esterne. Ad esempio, non faccio ascoltare le mie canzoni a nessuno – nemmeno agli amici o ai colleghi – finché non sono completamente certa di ciò che ho fatto. Sono aperta a rivedere alcune cose, ma mi piace avere dei punti fermi, dei “pilastri” che restano solidi. Altrimenti, se si è sempre in balia delle opinioni di tutti, diventa impossibile creare qualcosa di autentico e bello.

Non ricordo chi l’abbia detto, forse Zappa, ma mi è rimasta impressa questa frase: “La cosa più pericolosa è dire: ‘Non ne sono sicuro, ma proviamo.’ Questo approccio rischia di rovinare i dischi; è meglio fare uno sforzo per essere sicuri delle proprie scelte.

“Pianopiano!” parla della scelta di rimanere lontani dalle città frenetiche. Come pensi che il luogo in cui vivi influenzi la tua creatività?

Quando esco, sento discorsi estremamente semplici, fatti da persone che vivono una realtà completamente diversa dalla mia. Io passo molto tempo chiusa in camera a scrivere, mi confronto con i colleghi, e poi magari viaggio parecchio. Ho bisogno di tutto questo, mi piace – anche se a volte sembra di vivere in una bolla, quasi come se fossi una versione “Lady Gaga” della situazione, mentre tutto appare super easy da fuori.

Allo stesso tempo, ciascuno si costruisce i propri “castelli” fatti di convinzioni su ciò che conta davvero e ciò che è solo superficiale. Però, ogni volta che mi viene un dubbio, quando mi trovo in questo contesto, non dura mai troppo: mi rendo conto che le cose importanti sono altre. Mi piace continuare a ricordarmelo, a tenere i piedi per terra, e a parlare delle cose semplici e quotidiane.

Com’è stato collaborare con Fabi e come ti ha influenzata nella scrittura del testo “Punto di vista”?

È stato bellissimo, perché lui è, come dico sempre, “il mio preferito di sempre”. È una persona straordinaria, e abbiamo avuto modo di vederci più volte: sono stata a casa sua, e spesso ci siamo trovati semplicemente per parlare. Mi ha chiesto di chi stessi parlando, di descrivere cosa volessi esprimere e ci siamo confrontati a lungo, anche al telefono. Mi diceva: “Raccontami ancora di più di questa persona.”

Così, si è calato completamente nei panni di quell’amico di cui parlavo, diventando una sorta di interprete della mia storia. Il modo in cui mi ha influenzato è stato decisivo: mi ha permesso di vedere con una chiarezza nuova ciò che volevo esprimere.

NUOVOSPAZIOTEMPO CLUB TOUR

29 Novembre – The Cage – LIVORNO

07 Dicembre – H2NO – PISTOIA

13 Dicembre – Arci Bellezza – MILANO

14 Dicembre – Locomotiv Club – BOLOGNA

27 Dicembre – MAT Laboratorio Urbano – Terlizzi (BA)

28 Dicembre – Spazioporto – TARANTO

29 Dicembre – Lizard Club – CASERTA

17 Gennaio – New Age Club – Roncade (TV)

27 Febbraio – Monk – ROMA

07 Marzo – Hiroshima Mon Amour – TORINO

08 Marzo – Glue – FIRENZE

Guarda l’intervista sul nostro canale YouTube

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