Autore smart e social, viene dalla strada e incarna perfettamente il “Graffiti Pop” style. Lui è Federico Baroni, astro nascente di Artist First, e nonostante la sua giovane età ha già accumulato un bel po’ di esperienze. Presto ne sentirete parlare, ve ne innamorerete e invaderà le vostre playlist. Noi anticipiamo i tempi e per questo lo abbiamo intervistato per farvelo conoscere.
Ciao Federico, da poco è uscito il tuo ultimo singolo: che storia c’è dietro “Disordine”?
Ciao a tutti. “Disordine” è il singolo che anticipa il mio primo album, “Non Pensarci”, in uscita il 5 Aprile per Artist First.
Ho scelto questo pezzo perché pur essendo l’ultimo che ho scritto è quello che al momento sento più vicino, sia a livello di significato, in quanto frutto di una storia appena finita, che di sound, poiché rappresentativa di uno stile tra il funk/pop/R&b a cui sto sempre più facendo riferimento per la scrittura dei miei pezzi.
È il tentativo di spiegare ad una ragazza che nonostante le nostre enormi diversità doveva provare a darmi una chance, consapevole del fatto che comunque io, nonostante le belle parole, non sarei mai cambiato veramente.
Fate un genere a tratti simile, forse per questo vi siete subito trovati: come nasce la tua collaborazione con Kharfi?
La mia collaborazione con Kharfi è nata dopo aver ascoltato uno dei suoi primi singoli in italiano: “Virgole”.
Il mio discografico, Davide D’Aquino, mi ha consigliato di ascoltare ‘Virgole’, che mi ha subito colpito. Bassone alla Charlie Puth e quel rappato melodico sul cantato come piace a me. Ho condiviso una storia con il suo pezzo, taggandolo, e lui mi ha risposto subito. C’era già una stima artistica anche da parte sua e abbiamo iniziato a parlare.
Casualmente quel giorno io mi trovato a Parma a casa di VEERDE per lavorare al mio secondo singolo “Domenica” e lui proprio quella sera avrebbe suonato in un club… a Parma. Così ci siamo beccati tutti e 3 in questo locale, ci siamo visti e abbiamo parlato di persona per la prima volta. Da lì è nato tutto. Gli ho proposto di unirsi alla produzione di quel singolo e lui ha accettato subito. Ci siamo trovati subito bene. In pochi mesi è nata davvero una bella amicizia e ormai per me è come un fratello. Abbiamo realizzato anche un altro pezzo insieme, “Ego”, contenuto nel suo EP, “Grattacieli”. Kharfi è davvero una bella persona, è onesto e sempre aperto alle collaborazioni. Tutti gli artisti dovrebbero essere un po’ più come lui. Ora stiamo pensando di fare un’altra bella hit insieme, quindi aspettateci che arriviamo!
Ovviamente quella dei talent deve essere stata un’esperienza formativa, ma tu come l’hai vissuta e cosa ti resta di Amici e XFactor? Raccontaci qualche aneddoto.
L’esperienza dei talent è stata davvero formativa, mi ha insegnato un sacco, soprattutto a sapersi rialzare quando le cose vanno male.
Quella di XFactor è stata un’esperienza che ho fatto troppo presto. Non avevo la maturità né artistica né personale per affrontare un contesto del genere. Per Amici era diverso, mi sentivo molto più preparato ma sono andato senza nessuno alle spalle che mi seguisse e potesse aiutarmi a capire cosa era meglio fare e cosa no.
Avevo già uno stile mio ma non non sono riuscito a farlo venire fuori e soprattutto ero molto poco sicuro di me stesso.
Non ho vissuto l’esperienza nel modo giusto, ero troppo teso e non riuscivo ad essere me stesso. La vera lezione è arrivata quando sono uscito e ho scoperto che poi là fuori potevo fare veramente musica, essendo me stesso e non dovendomi preoccupare degli altri… per affrontare un percorso che sarebbe stato sicuramente più lungo e più appagante. Amici mi ha permesso di avere la visibilità che poi mi ha portato a firmare con la mia etichetta, Artist First.
La tua vita da busker è cambiata dopo l’esperienza televisiva? Preferisci la strada o le telecamere?
La mia vita da busker si è interrotta ovviamente prima di Amici, ma questo non è bastato a convincermi di smettere del tutto, anzi.
Uscito dal programma ho subito organizzato un live in Via del Corso (qui una foto) per ringraziare le persone che mi avevano sostenuto nel modo più vero possibile. Quello che è successo è stato pazzesco e mi ha dato la carica giusta per non buttarmi giù e rimettermi al lavoro.
Adesso a distanza di un anno ho dichiarato ufficialmente di voler tornare a suonare per strada e, dopo aver organizzato un live a Roma in Via del Corso (qui e qui due video a riguardo), ho iniziato a programmare un vero e proprio Street Tour in giro per l’Italia. Questo, dopo l’uscita del disco, sarà ciò che mi impegnerà fino a metà Giugno.
Tra la strada e la TV preferisco decisamente la strada, dove riesco ad essere me stesso al 100%.
“Spiegami” sembra parlare di una storia fugace, un amore senza legami, come se anelassimo sempre alla storia perfetta ma fossimo incapaci di viverla. Cos’è o cosa è stato per te amare? Cosa sogni a riguardo e come ti vedi tra 10 anni?
“Spiegami” è esattamente la descrizione di una storia fugace, vissuta di fretta e senza legami. Parla appunto di un rapporto con una ragazza che era fatto solo di notti e pochi momenti insieme vissuti di giorno. Riflette un po’ quella che è la nostra realtà, fatta di rapporti che si consumano in fretta e non lasciano quasi nulla. Tra 10 anni spero di aver costruito una carriera solida che mi permetta di poter vivere solo di questo.
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Ultima, giuro. Dacci uno spoiler riguardo il tuo disco d’esordio!
Anche due! Conterrà 9 brani, tutti coerenti e collegati per diversi motivi tra loro, che ho scelto a fatica da una lista di 22 pezzi. Praticamente ho già il secondo disco quasi pronto. Intanto vi lascio gustare questo, sperando davvero che possa arrivarvi e lasciarvi qualcosa.
Foto in copertina di Mattia Greghi
Raffaele Nembo Annunziata
Sono Raffaele Nembo Annunziata, direttore e fondatore de Le Rane, spero che sia stato di tuo gradimento ciò che hai trovato da queste parti. Torna presto!