Quello di Paolo Benvegnù è un mondo in cui molti di noi sono entrati già da anni seguendo il flusso delle sue parole e della sua musica come una presenza quotidiana. Solo Fiori è un ep di cinque canzoni che continua ad aprire porte, spesso interiori, e a regalarci incastri sonori che ci tengono legati all’ascolto.
La fortuna di chiacchierare con lui è quella di poter approfondire alcune pieghe in modo da arricchire l’ascolto del disco.
È di questi giorni la notizia che il tuo brano Non esiste altro, con Malika Ayane, presente nell’ep Solo Fiori, è tra i finalisti del Premio Tenco per la Miglior Canzone. Il brano è molto bello e l’incontro tra le vostre voci racconta una magia che evidentemente è arrivata anche ai giurati del Tenco.
È stata una sorpresa. Devo dire che al Tenco ci tengono sempre molto in considerazione ma è stata comunque una sorpresa, piacevole. Siamo felici, Malika con la sua presenza e la sua voce ha fatto prendere forma a ogni parola, trasformandola in materia. Io ho fatto soltanto il narratore. Quando arriva la sua voce il brano decolla.
Il tema centrale del disco è l’amore, inteso come il più antico e forse anche il più moderno atto sovversivo per quel grado di irrazionalità che contiene e che quindi può mettere in discussione la realtà, l’esistenza.
Tutto si trasforma, la vita si trasforma giorno per giorno, noi cerchiamo di mantenerla, di viverla. L’amore purtroppo col tempo si valuta per l’utilità, diventa una sorta di partnership, invece bisogna intercettare la follia dell’altro, e questo è vera follia; bisogna essere chiarissimi: l’amore è un delirio. Amare in maniera impossibile è qualcosa che rende liberi ed è una libertà che possiamo prenderci anche perché non è che ne abbiamo tante altre.
A pensarci bene, amare senza soluzione è sovversivo, rivoluzionario, antistorico, meravigliosamente arcaico e al contempo modernissimo. Forse amare è ciò che servirebbe agli esseri umani per respirare meglio.
Allo stesso tempo però, seguendo il mood del disco si può approfondire e continuare a minare la realtà immettendo dentro attimi di “inutilità”, di ricerca dell’impossibile, in qualche modo andarsi a riprendere quegli spazi umani sottratti da sempre.
Sì, ti viene da eliminare la geometria del pensiero, lo schema, e fai le cose che ti fanno stare meglio quando capisci il desiderio e lo segui. Devi essere pronto a trasformare ogni cosa di giorno in giorno accettando quello che succede, le conseguenze.
“Solo fiori”, come mai questo titolo? Come gesto gratuito di gentilezza?
Fare gesti gratuiti verso l’altro, o verso le cose, farli nonostante le asperità e le difficoltà del tempo e delle relazioni. Anche solo una piccola intuizione quotidiana, non finalizzata, senza alcuna pretesa di riconoscimento. Come raccogliere e donare un fiore, solo un fiore a chi si ama, dire un pensiero in maniera gentile ti rende libero. Bisogna imparare a sentire questa libertà e goderne.
Dei 5 brani dell’ep, il primo, Italia Pornografica, è il più esplicito, una fotografia realistica e impietosa del mondo che viviamo. C’è stato un episodio, un fatto che ha innescato la molla per dare il la a questo brano o è nato da riflessioni che ti portavi dentro?
Viene da lontanissimo e ci ho messo anni a cercare il modo di dirla. Forse da ’92. L’amore scompare e resta la pornografia, il gesto meccanico, quindi atti che non comprendono né il prima né il dopo e, paradossalmente, nemmeno il durante; è la cartina di tornasole del paese. Paese puramente funzionale, sottomesso alla tecnologia, impregnato di lobbysmo, che spesso manifesta quella furbizia tutta italiana.
Questa sorta, passami il termine di “imbarbarimento” di una mancanza o allentamento di sentimenti e sensibilità che fa trasparire solo l’aspetto “meccanico” della realtà, lo riscontri anche nella musica (o nell’arte) di questi anni? Hai vissuto i Novanta con gli Scisma e i Duemila con i tuoi progetti. Fermo restando la libertà che ognuno ha di ascoltare quello che vuole, cosa si può fare per far emergere anche tanta musica di qualità che resta nascosta?
Imbarbarimento per tanti versi è il termine giusto. Non sono un nostalgico, penso che anche la nostra generazione abbia delle responsabilità se certe cose vanno male. Certamente delle cose sono cambiate. Per esempio mi dispiace che ci sia meno curiosità da parte di chi ascolta, se ora senti qualcosa che non ti appartiene o non ti parla immediatamente non c’è il tentativo di cercare di comprenderla. Negli anni ‘90 e 2000 questa cosa era diversa, c’era un altro approccio, “non la capisco ma cerco di comprenderla”.
Cambiano le tecnologie ma l’uomo è sempre quello con la clava. Gli esseri umani sono gli stessi, cambiano gli scenari intorno che possono essere usati. Al progresso va unito lo sviluppo all’educazione al sentimento, se questo non c’è prevale la competizione e l’essere umano, nella sua interezza, si sfalda. La competizione provoca scollamento rispetto all’altro. Per dirla più in generale, dopo settanta, ottanta anni c’è di nuovo lo spettro di una grossa guerra.
Se ti va intanto consigliaci tu qualche musicista da scoprire, o alcuni che tu apprezzi e non hanno ancora la giusta visibilità.
Oggi conta molto la narrazione che viene fatta, talvolta dagli stessi uffici stampa, che raccontano una realtà diversa da quella reale. C’è stata una grande semplificazione del metodo. In questo scollamento dalla realtà forse ci ha rimesso tutta una generazione di cantautori di mezzo, degli ultimi anni, che però, so per certo, vivono felicemente perché intendono la musica nel modo giusto, penso ad Alessandro Fiori, Giuliano Dottori, Marco Parente, Alessandro Grazian, Ettore Giuradei. Poi per me c’è un riferimento importante che tutti dovrebbero conoscere che è Cesare Basile. T.S. Eliot se fosse stato minatore avrebbe scritto poesie bellissime ma sarebbero rimaste sconosciute.
Ci saranno dei concerti nel prossimo periodo, ritroverai il tuo pubblico
Io non ho un pubblico ma un privato a cui mi rivolgo, è la parte più importante, è il coronamento di quel viaggio che parte dalla scrittura in una stanza e che poi giunge a quel rituale che per fortuna ancora esiste. È un esame verso te stesso ma è anche un rapporto di intimità bellissimo.
Quanto dobbiamo aspettare per un nuovo disco dopo questo bellissimo “Solo Fiori”?
Con i ragazzi di Woodworm, l’etichetta, abbiamo deciso di far uscire prima l’ep, Solo fiori, appunto, come una sorta di raccolta di racconti in attesa, per l’autunno, del corpus del romanzo, quindi di un disco completo. Questa è l’idea.
Paolo Benvegnù, Live Estate 2023
Venerdì 14 luglio – Nell’arena delle Balle di Paglia – Cotignola (RA)
Venerdì 21 luglio – Montagnola Republic – Bologna (in solo)
Giovedì 10 agosto – Tra Ville e Giardini XXIV Edizione – Parco di Villa Schiatti-Giglioli – Ficarolo (RO)
Sabato 12 agosto – Nxt Station – Bergamo
Mercoledì 27 settembre – Hiroshima Sound Garden – Torino