I Pinguini Tattici Nucleari stanno organizzando un concerto nello spazio?!
Alcuni giorni fa abbiamo avuto il piacere di essere invitati al Giffoni Film Festival, storico festival cinematografico che quest’anno ha compiuto ben 50 anni. Il festival ha sempre avuto una natura un po’ eclettica in questi anni: si sono susseguite oltre alle proiezioni di anteprime anche concerti live, portando spesso grossi nomi del panorama musicale italiano. Quest’anno causa Coronavirus l’edizione è stata notevolmente snellita ma estremamente attenta al rispetto delle norme di sicurezza. Noi non eravamo fuori luogo. Infatti abbiamo assistito all’incontro dei Pinguini Tattici Nucleari con i giurati (Generator +16) del festival. Un incontro molto stimolante e costruttivo, dopo il quale è seguita un’intervista da parte nostra, breve ma in pieno stile Pinguini Tattici.
Questo doveva essere l’anno della band bergamasca, ma per i motivi che tutti sappiamo il loro tour nei palazzetti è stato rinviato.
Non per questo si sono fatti scoraggiare: infatti negli ultimi mesi sono usciti dei nuovi singoli come “Ridere”, uno dei brani più ascoltati della band su Spotify, che è confluito in quella sorta di versione deluxe che è “Fuori dall’Hype Ringo Starr“. Proprio lo scorso venerdì si è aperta, inoltre, una nuova pagina della loro discografia: è uscito “La storia infinita“, singolo che preannuncia già il prossimo lavoro della band.
“Penso che sia bello che le grandi opere d’arte, i grandi classici, non muoiano mai ma si rinnovino di generazione in generazione, dandogli un senso che profuma di immortalità.” Dice Riccardo Zanotti, leader della band. “E così è nella vita, ci sono estati del nostro passato che sono rimaste dentro di noi come opere d’arte, che non smettono di esistere e che continuano a rinnovarsi mentre noi cambiamo. Magari quando avremo ottant’anni le ricorderemo in modo diverso, ma resteranno vive, vivide e bellissime”.
Ma veniamo all’intervista. La band è una di quelle che dimostrano chiaramente come il duro lavoro, la gavetta e il continuare a lavorare bene su quella che all’inizio può essere solo una passione, alla fine paghi. E se alla fine un certo successo lo raggiungi cos’altro puoi sognare ancora? Forse lo spazio! Ecco come è andata.
La cosa che mi è balzata subito agli occhi all’incontro con i Generator +16 del Giffoni Film Festival è che probabilmente rispetto a prima il vostro pubblico si è ringiovanito parecchio. Che effetti può avere sulle vostre canzoni questa consapevolezza di parlare a un uditorio così giovane?
Riccardo: Penso sia una cosa importantissima quando scrivi canzoni alzare la testa e guardarsi intorno. Certamente poi al momento di quagliare, di tirare giù il testo si deve fare in modo originale, non banale. Se poi guardi troppo al grande pubblico rischi di perderti. Questa è una banalità che dico ma è la verità. È proprio una questione di equilibrio “sopra la follia”.
Elio: Per quanto riguarda la questione dell’età non c’è stato un moto verso i più giovani quanto verso una trasversalità maggiore. Quindi che ci siano dei “super teen” che ci seguono è una conseguenza di questo.
Riccardo: Ti dirò che se vai a guardare analiticamente i dati non è quello il pubblico che è subentrato dopo l’esposizione mediatica, ma è stato un pubblico ben più maturo. Nel mercato discografico italiano riesci a fare grandi numeri se prendi quella fascia di pubblico, che è la più pigra! Il ragazzo è capace di andare anche a 6 concerti al mese, è il quarantenne quello a cui devi far muovere il culo e che devi andare a prendere. È quella la parte ha fatto la differenza. Lo dico forse in un contesto non particolarmente felice perché siamo in un festival di giovani ed importante chiaramente ascoltare anche quello che viene da loro. Ultimamente sto ascoltando tanti artisti di 18 anni ad esempio. Però ecco in un mercato come quello italiano bisogna anche cercare di essere trasversali ma verso l’alto.
Se oggi frequentaste il liceo e aveste una Comix tra le mani, quale citazione dei Pinguini Tattici Nucleari vorreste leggere?
Riccardo: sicuramente sarebbe un monito per il futuro e cioè “Non andare mai oltre i 70 all’ora in via Palmanova, Milano”. Questo è l’insegnamento che darei a me stesso. Anche voi, se passate di lì, non andate a più di 70. Sono recidivo, vorrei che fosse scritto proprio sul mio epitaffio.
All’incontro avete parlato di aneddoti passati, di quando con tutta la passione del mondo avete cominciato a porvi degli obbiettivi come band. Ora che avete raggiunto un discreto successo, quali sono i prossimi traguardi?
Ci piacerebbe suonare su Marte! Immaginate, suonare nello spazio e rimanere per sempre nella storia.
Simone: a me piacerebbe realizzare la possibilità di suonare nei palazzetti, cosa che causa alcuni impedimenti noti non abbiamo ancora potuto realizzare. Quindi non vediamo l’ora.
Riccardo: Anche se non riusciremo a suonare nello spazio continueremo fino a che non suoneremo nell’ospizio!
(risata generale, fine)
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Raffaele Nembo Annunziata
Sono Raffaele Nembo Annunziata, direttore e fondatore de Le Rane, spero che sia stato di tuo gradimento ciò che hai trovato da queste parti. Torna presto!