Fast Animals and Slow Kids, un nome nato da una gag dei Griffin che meglio potesse rappresentare quattro amici uniti in sala prove da birre e passione per la musica, fino a divenire un vero e proprio concetto della scena musicale italiana. I Fask sono un gruppo che oggi, possiamo dirlo eccome, rappresenta una fetta della popolazione che altrimenti non saprebbe come farsi rappresentare. Forti, emotivi, aggressivi, intimi, divertenti, cazzuti. Rock and roll, punk rock e pure un po’ di quell’animo indie che ora non sappiamo neanche più cosa voglia dire. La band perugina il 29 marzo avvierà il tour nei teatri in cui per la prima volta sperimenterà un’esecuzione dolce e più intima che mai. In occasione di questa nuova modalità di esibizione, abbiamo scambiato con loro quattro chiacchiere su sensazioni e aspettative.
La modalità di esibizione per il primo tour nei teatri è totalmente nuova. Quanto pensate possa calzare questa veste teatrale con dei pazzi scalmanati come voi?
Crediamo sia una veste che può calzare su di noi molto bene. Sono anni che sogniamo un tour così e che immaginiamo i pezzi in questo modo dai tempi di “Hybris“. È una modalità di fare musica che ci intriga da sempre e che finalmente riusciamo ad esprimere del tutto, nonostante dal vivo siamo un gruppo che tende a far saltare e a muoversi.
C’è stato un momento reale nel quale avete temuto o temete che la vostra natura non venga compresa con questa modalità di esecuzione?
In realtà è una domanda che tentiamo di non porci. A noi piace comunque fare cose totalmente nuove e questa era una di quelle. La natura di una band si trova più nelle canzoni che nelle vesti delle canzoni.
Quando è stato il momento effettivo in cui voi quattro avete realizzato di voler fare un tour nei teatri?
Ne parlavamo già da diversi anni, quasi 10. Finalmente quest’anno si trattava di scegliere le cose da fare, dopo l’uscita dell’ultimo disco e di quello precedente che ha avuto un po’ di sfortuna causa pandemia. Quindi, per fare una cosa diversa e non rifare un tour nei club (che ci piacciono tantissimo), abbiamo pensato di aver voglia di fare qualcosa di diverso cimentiamoci in un live che non abbiamo ancora mai fatto ma che abbiamo sempre sognato. Forse il momento preciso è stato verso la fine dell’anno quando si trattava di prendere delle decisioni per l’anno nuovo.
La scelta di un’esibizione teatrale esprime anche il passaggio all’età adulta, che tra l’altro è una cosa che si dice spesso a coloro che fanno rock and roll rilegandoli sempre all’essere eterni bambini. A quanto pare, però, è una cosa che avevate in mente già da tempo quando non eravate così adulti come lo siete ora.
Sì, esatto, quando si parla di rock and roll si affronta sempre un discorso complicato e questa cosa dei teatri la volevamo fare esattamente fin da quando eravamo molto più giovani. Esibirci nei teatri non rappresenta propriamente una cosa adulta, volevamo solo farla non appena fosse arrivato il momento giusto.
Quindi in realtà tutti noi siam qui a chiederci cosa sta accadendo nella vita dei Fask, e poi alla fine non sta effettivamente succedendo nulla. Come quando nel brano “Rock and Roll“, Lou Reed diceva che non stava accadendo nulla, poi, però, quando partiva in radio un pezzo rock and roll, improvvisamente accadeva tutto.
Credo sia questa infatti la forza del rock and roll, ma anche della musica in generale, quella di riuscire a farti smettere di pensare. trovo che dal punto di vista creativo sia fondamentale.
Già con la scelta di fare un brano in collaborazione con Ligabue avete mostrato una tendenza a lanciarvi verso qualcosa di nuovo. Pensate che questa scelta sia anche sintomo di un rock and roll che in Italia vi fa sentire soli perché scarseggia?
Questa è un’ottima domanda. In realtà nella situazione in cui ci troviamo riflettiamo poco. Per ritrovare un po’ di originalità bisogna guardare più verso ciò che fai tu, rispetto ciò che accade intorno. Poi in Italia c’è un sacco di grande rock & roll.
Ad esempio?
Zen Circus, Ministri, gruppi più piccoli come gli Elephant Brain, Labradors. Insomma ce n’è roba bella in Italia affine in qualche modo a noi.
In questo tour porterete dei temi decisivi, non per fattore temporale quanto più per tematiche. Uno spoiler?
Ci saranno dei macro temi mi che ricorrono spesso nelle canzoni dei Fask e a cui, senza spoiler, ci si può arrivare molto facilmente se si presta attenzione.
Mi sembra di capire che quello che dite nel brano “Canzoni tristi” del 2019, sia in realtà ancora così attuale:
Pensavo fosse alternativo fare il punk, ma oggi che ho trent’anni mi va solo di dire quello che mi va
Esatto. Questo pezzo lo sentiamo ancora dentro di noi e continueremo sempre a sentircelo addosso.
Le date del primo tour nei teatri
Mercoledì 29 marzo 2023 – Perugia, Teatro Morlacchi – SOLD OUT
Giovedì 30 marzo 2023 – Milano, Teatro degli Arcimboldi – SOLD OUT
Mercoledì 5 aprile 2023 – Firenze, Teatro Verdi
Martedì 11 aprile 2023 – Torino, Teatro Alfieri
Domenica 16 aprile 2023 – Padova, Gran Teatro Geox
Mercoledì 19 aprile 2023 – Roma, Auditorium della Conciliazione
Sabato 29 aprile 2023 – Bologna, Teatro EuropAuditorium – SOLD OUT
Mercoledì 3 maggio 2023 – Perugia, Teatro Morlacchi
Cristiana Dicembre
Ho iniziato a scrivere per pensare ai fatti miei, ora scrivo solo di quelli degli altri. Di solito mi faccio descrivere dalla musica che più mi piace, per esempio: il mio album preferito ha una banana sullo sfondo.