Immune, “Origami”: la musica può cicatrizzare traumi e ferite interiori
Immune è un artista che mescola musica elettronica e cantautorato in maniera intelligente e intellegibile. I suoi brani cioè sono riconoscibili, nonché personali; ma si tratta dunque di brani che raccontano storie ad alto grado di “condivisibilità”. Immune, infatti, come si può ben intuire dal titolo, nel suo album d’esordio “Origami” dispiega e comprende frammenti di vita, come se fossero fogli di carta per troppo tempo ripiegati in sé stessi. Quindi ne rilegge il contenuto alla luce di una varietà di significati molto ampia. “Origami” è allora un album che si può leggere o ascoltare in vari modi. Una cosa è certa: le sonorità vanno dall’itpop al pop elettronico, in una commistione equilibrata e gradevole.
Il tuo disco d’esordio si intitola “Origami”. Che cosa vuole simboleggiare la carta piegata, in relazione al racconto che sta alla base di questo album?
Ciao Michela, grazie a Le Rane per lo spazio e a te per le domande. L’Origami si piega e prende forma con pazienza e dedizione diventando da un semplice foglio di carta una figura complessa da creare ma molto semplice alla vista. E questo è simile a quello che è successo durante il processo creativo dell’album, che è stato dilatato nel tempo e dunque è avvenuto cambiando e prendendo forma gradualmente. Una volta finito molto probabilmente arriva in maniera immediata all’ascoltatore ma andando a cogliere aspetti che stanno più in profondità si può percepire una cerca ricercatezza per ogni brano.
“Origami” ha un brano tendenzialmente strumentale come prima traccia. Come mai questa scelta?
Ecco, non è una traccia del tutto strumentale, canto una frase in lingua Giapponese che dice “L’armonia è a risposta”. Sì, comunque è sempre stata la mia idea fin dall’inizio inserire un intro strumentale. Potrebbe servire da veicolo per trasportare l’ascoltatore fin da subito nel mondo sonoro che l’aspetta durante lo svolgimento del disco. Una sorta di benvenuto. Spero di essere riuscito in questo intento.
“Il tempo passa e non tornerà” canti nel brano “Chiuso un barattolo”. Ma quanto è difficile pensare al passato? In questo senso la musica può essere una fonte di soccorso?
Certo, la musica può essere un forte cicatrizzante contro traumi e ferite dell’anima. La mia intenzione è proprio questa, rendere il passato un pianeta del cuore dove poter navigare con facilità ogni volta che si vuole conservando i ricordi più belli ma anche gli sbagli migliori.
Parlando di suoni, “Origami” mescola atmosfere elettroniche e un pizzico di cantautorato. Come sta andando il processo di ricerca dell’identità stilistica?
In realtà non si smette mai di ricercare, di mutare, mescolare, farsi contaminare nel tempo. Non sono affezionato alle etichette: per me cantautorato ed elettronica possono coesistere tranquillamente. Le migliori band o artisti sono continuamente in evoluzione e hanno affrontato processi di cambiamento e rinnovo, pur convivendo con un’identità forte e duratura nel tempo. Questo e il mio pensiero: non di adattarmi ma di evolvermi.
Non a caso, è notevole come progetto d’esordio. Cosa hai in mente per il futuro?
Grazie! Non so cosa ho in mente per il futuro, lo deciderò strada facendo in base a cosa succederà. Alcuni eventi non dipendono da noi per ora, come poter suonare e portare la nostra musica in giro anche se comunque mi sto preparando per degli ipotetici live. Sicuramente continuerò a scrivere musica, nel frattempo che “Origami” matura e decanta. Quando sarà ora, pubblicherò nuovo materiale.
Immune, per concludere, ma come mai questo nome?
Per me è un monito a ricordarci quanto in realtà siamo poco Immuni alla voglia di libertà e che solo le nostre paure ci possono ostacolare e a cui dobbiamo invece diventare Immuni. Forse un po’ contorto, ma se lo rileggi più volte ha un senso. Grazie ancora e a presto.
Bravo Immune, interessante e bel disco d’esordio