La Municipàl “sceglie una canzone che…” racconti La Municipàl al mondo
In una sera di inizio estate, ci siamo collegati con Carmine Tundo de La Municipàl, live dal suo studio, mentre provava i pezzi per i diversi tour che lo vedranno coinvolto nei prossimi mesi. D’estate, si sa, è tempo di featuring. E anche noi, per rimanere contemporanei, abbiamo deciso di farne uno: ad intervistare Carmine Tundo, siamo andati in due. Francesco prima, che la band, la conosce fin dagli inizi. Tra intrecci personali e questioni anagrafiche, è la voce perfetta per far scavare La Municipàl nel profondo della sua storia, con conoscenza e acume. E poi Filippo, il cui trip è più recente, ma non per questo meno forte e convinto. A lui, è stata affidata la parte in cui La Municipàl guida il mondo alla sua scoperta.
Nelle due fasi dell’intervista, abbiamo chiesto a Carmine di “scegliere una canzone che…“. Lo abbiamo invitato ad andare a ritroso nei pezzi meno recenti, e a calarsi nell’ultimo disco. Insomma, gli abbiamo chiesto di essere un dj di se stesso. Proprio lui ci ha raccontato che, a volte, sente quasi che il cantato sia superfluo, che basti una base strumentale. E siccome, a volte, superflue sono anche le parole, abbiamo pensato che il modo migliore di raccontare La Municipàl fosse quello di lasciar parlare le canzoni. E magari, sì, ok, aggiungerci un paio di commenti.
La prima parte dell’intervista, dunque, è La Municipàl racconta la Municipàl.
Uno sguardo privilegiato sulle radici, sul terreno fertile su cui Carmine e Isabella Tundo hanno cementato e costruito il loro sodalizio musicale. Cinque tracce scelte da Carmine per conoscere l’aspetto più comune e segreto del progetto attraverso le sue stesse liriche.
Scegli una canzone che ti ricordi la Puglia, che ha lo scheletro che racconta la tua regione d’origine.
Beh, ce ne sono tante perché la maggior parte delle storie sono ambientate comunque nei posti dove vivo, però sicuramente Lettera della provincia leccese è una di quelle più identificative.
Scegli una canzone che ti ricorda com’è vivere gli anni universitari, gli anni verso la maturità.
Sicuramente L’universitaria fuori sede, più che altro, ha segnato un momento sia mio che di una persona a me cara. Si studiava a distanza e si doveva anche vivere una relazione a distanza data dagli spostamenti per gli studi universitari.
E a proposito, com’è stato per te o anche per tua sorella l’impatto con una realtà diversa come può essere quella delle radici versus la grande città?
Sicuramente per chi viene dal sud non è semplice rimanere nella propria terra. Io ho fatto una scelta personale di vita, dettata proprio dal fatto che ho passato alcuni periodi fuori, e questo è successo anche personalmente nella mia famiglia. Mia sorella vive e lavora al nord, ha studiato fuori, l’altra sorella vive e lavora al nord, tutti i miei amici comunque sono sparsi per l’Italia. Quindi la mia è stata quasi una scelta politica: rimanere in questa terra per cercare di costruire qualcosa a partire da questo territorio, perché mi rendo conto che ci sia molta difficoltà soprattutto nel trovare lavoro qui al sud.
Resto comunque molto fiducioso, anzi cerco sempre di spingere quanto più possibile l’identità del sud o comunque di qualsiasi posto anche periferico. La provincia, in generale, io credo abbia una forza maggiore rispetto a determinati altri posti: ti parlo almeno dal punto di vista artistico, perché magari hai proprio più tempo materiale o quella lentezza che ti permette poi di realizzare, di fare musica con i giusti tempi.
Mi collego alla domanda precedente: scegli una canzone che ti ricorda o che descrive tua sorella.
Quando crollerà il governo è un brano che ho scritto nel momento in cui lei è stata presa per la specializzazione in Sicilia e quindi parlo un po’ di quel distacco che ci può essere fra due persone. In quello specifico momento, il suo non poter venire a suonare più in tour mi ha colpito, perché comunque La Municipàl è sempre stato anche semplicemente un modo per passare del tempo insieme.
Lei è sempre stata fuori e quindi diciamo che la sua figura è stata una sorta di porta fortuna nella band: magari capita che quando ci trovavamo quelle poche volte nella vacanza di Natale, dove lei scendeva, o di Pasqua, io le facevo registrare un coro e quindi era un modo per passare del tempo insieme anche non stando in tour. Quando c’era modo di fare qualche data insieme, in alcuni momenti era più che altro proprio per passare del tempo insieme, perché dopo l’adolescenza l’abbiamo fatto di rado.
Scegli una canzone che narra o quanto meno dipinge il futuro che ci attende come generazione.
Potrebbe essere Volevo solo parlarti, dove in alcune frasi si parla un po’ dell’onda nera che invade il paese. Racconta la situazione politica che in alcuni frangenti sta virando verso alcune spiagge che non avremmo mai pensato, come anche le ultime elezioni hanno dimostrato. Spero però ci possa essere anche un ricambio generazionale che possa portare altrove, perché vista così la situazione sia politica che sociale non è delle migliori.
Nella seconda parte dell’intervista, La Municipàl si racconta al mondo.
Ci sono infiniti motivi per i quali ci si cimenta nell’ascolto di nuova musica. Quello che è indubbio, è che si è soliti portare con sé i propri pregiudizi e i propri preconcetti. I propri gusti, le proprie credenze musicali, gli aspetti non negoziabili e imprescindibili. Abbiamo quindi provato ad entrare nella testa di questi ipotetici ascoltatori, facendoci guidare all’ascolto. Così, chiunque volesse iniziare ad ascoltare La Municipàl, saprà perfettamente da dove partire.
Scegli una canzone da far sentire a chi ti dice che “proprio non ascolta la musica italiana”
Il sesso tra ex. Ha delle sonorità un po’ più spinte, ci ho lavorato abbastanza sul sound.
Scegli una canzone per chi ha sentito la Municipàl suonare al Concerto del Primo Maggio o l’ha intravista in qualche playlist di Spotify sulle nuove uscite, ma non ha mai approfondito il progetto e si chiede da dove iniziare. Tra l’altro, secondo l’algoritmo esce sempre I tuoi bellissimi difetti – almeno a me.
Eh lo so, è uno dei brani che mi piace meno, ma è sempre così. Io direi Il funerale di Ivan, forse è un po’ pesante, ma credo sia perfetto per comprendere certe tematiche. Quello è il mio modo di scrivere, poi può succedere che esca un brano più spensierato, certo, però di norma io sono pesante.
Scegli una canzone da ascoltare d’estate.
Italia Polaroid, che è un brano un po’ più scanzonato anche come ritmo. Ma anche Odio cantare, che ha un tiro un po’ più allegro.
Scegli una canzone che rappresenta la fase della vita che stai attraversando ora.
In generale tutto l’ultimo album è molto rappresentativo, anche a livello umano. In questa fase precisa, in cui stanno ripartendo tutti i tour insieme, direi Odio cantare. Sono intour con diverse band, e mi rendo conto che faccio più fatica a dover cantare che a suonare – mi diverto di più quando non canto. Devo fare meno preparazione per la gola, sai, non devi bere, non devi fumare… però sì, a parte gli scherzi, in questi mesi direi proprio questo brano.
Scegli una canzone che rivendichi con orgoglio di avere scritto.
Sono molto legato a Lettera dalla provincia leccese, perché per me è stato un brano quasi di rottura rispetto a un altro mio modo di scrivere. In quel brano, ci ho messo molto del luogo in cui vivo, è stato quasi vomitato, e da lì ho capito che i brani che preferisco sono quelli buttati fuori con veemenza, quando sei sotto pressione. Da lì è nata la dialettica, la poetica de La Municipàl. È stato uno dei primi brani dove ho scritto quello che sentivo, senza andare a limare.
E dell’ultimo disco, invece?
Le antenne. Parla di cose familiari, di mio padre, ci sono estremamente legato. Lo sento molto quando suono, anche in sala prove.
Concludo andando fuori traccia, ma mi hai incuriosito. Quale canzone non tua ti piacerebbe aver scritto, una per il testo, e una per il sound.
È difficile, perché ultimamente la forma canzone mi sta stretta – ed è il motivo per cui ho tanti altri progetti attivi. A livello di testo, comunque, direi En e Xanax di Samuele Bersani. A livello di sound, qualsiasi canzone dei Verdena. Ci sono un sacco di band alternative, che suonano elettronica, l’ambiente underground che non si basa sulla “canzone” è estremamente interessante – anche strumentale. Spesso sento che la parte cantata è un di più, e allora per questo cerco di creare alcuni intermezzi, che alla fine sono delle dediche personali.
Un'intervista di Filippo Colombo e Francesco Pastore
La Redazione
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