“Mediterraneo”, l’EP d’esordio di Vespro è un viaggio attraverso la nostra penisola
L’EP d’esordio è il biglietto da visita che ti presenta al pubblico, la prima vera consacrazione di un artista. Mediterraneo è il titolo che Vespro ha scelto per il suo esordio: cinque brani prodotti da OMAKE e dallo stesso Vespro, già anticipati dai singoli Agave e Quando non ci sono.
La voce particolarissima di Vespro è lo strumento principale attraverso cui entrare in questo vortice di emozioni, passando attraverso la solitudine, l’inadeguatezza e il mutare dei rapporti umani. Fanno da padrone le chitarre elettriche, accompagnate ai synth, ai violini e agli harmonizer che si fondono per costruire un mondo a cavallo tra introspezione ed emotività.
Nonostante il cantautore venga da un background legato alla scena rap, il prodotto che ci presenta è un disco sfacciatamente pop, con venature urban che derivano dalla complicità umana e artistica con il suo produttore. Il risultato è un EP profondamente autobiografico, legato a situazioni e luoghi precisi.
Abbiamo chiesto a Vespro di identificare uno di questi luoghi, uno per ogni brano, in un track by track che ci può accompagnare all’ascolto di questo disco, tra i più interessanti di questo periodo.
“Mediterraneo” track by track raccontato da Vespro
Anch’io – via Quattro Martiri a Napoli
Racconta di tutti i pensieri negativi che spesso mi girano nella testa. C’è la paura di non stare al passo con gli altri, di non sentirmi accettato e soprattutto di non trovare mai un posto da identificare come casa. Volevo aprire il disco così, con un’istantanea sulla mia fragilità. Il luogo legato a questo pezzo è la mia vecchia casa in via Quattro Martiri a Napoli, l’ultimo posto che ho sentito come casa.
Mediterraneo – Lungarno Mediceo a Pisa
Questo brano è il più delicato di tutto il disco e anche quello che mi distrugge di più, non a caso l’ho scelto come title track. Descrive un momento di sospensione e indecisione al capolinea di un rapporto, quando vorresti andare via, ma sei ancora coinvolto sentimentalmente. Il posto a cui è legato è sicuramente la parte finale del Lungarno Mediceo a Pisa, lì dove il cuore mi si è spezzato due anni fa.
Quando non ci sono – campus universitario a Pisa
Qui si parla di caos mentale e di un periodo piuttosto buio della mia vita in cui faticavo a fare qualsiasi cosa. L’immagine della mia vecchia stanza in disordine rappresenta proprio ciò che sentivo nella mia testa in quel momento. E il luogo a cui è legato è ovviamente quella stanza nel campus universitario a Pisa.
Agave – la casa a Pisa
Si tratta del primo pezzo ad uscire ed anche quello che ha messo in chiaro un po’ il mood che avrebbe avuto tutto il lavoro. Con questo brano mi sono messo a nudo per la prima volta raccontando delle mie paure e delle mie insicurezze e qui ho capito che spesso il problema è da ricercare dentro di me e non fuori. Il luogo a cui è legato il brano è la casa a Pisa in cui abbiamo convissuto dopo il lockdown io e la mia ex.
Vento sulle ferite – casa di Omake a Milano
Il disco si conclude con una nota di speranza. Quello che ho voluto esprimere è che, anche quando c’è un problema, un periodo buio, qualcosa che ci sta facendo soffrire, tutto prima o poi si risolverà e non dobbiamo mai pensare che quella sia la condizione definitiva della nostra vita: possiamo sempre guarire. Il posto legato a questa canzone è casa di Omake a Milano che mi ha fatto da ricovero questa estate.
Giulia Perna
Meglio conosciuta come @machitelhachiesto. Salernitana di nascita e bolognese per amore di questa città. Ha conseguito il titolo di Laurea specialistica in Comunicazione pubblica e d'impresa presso l'Università di Bologna. Si definisce "malinconica per vocazione". Da grande vorrebbe osservare le stelle. Crede nella forza delle parole, nella bellezza che spacca il cuore e nella gentilezza rivoluzionaria. Le piace andare ai concerti, mischiarsi tra la gente, sentire il profumo del mare e camminare sotto i portici.