In un film con i flashback partire dalla fine sarebbe una cosa normale, non lo è in un’intervista. Non trovo, però, modo migliore per raccontarvi Miglio se non partendo da quello che sarebbe stato il finale di questa intervista; ovvero l’ultima domanda che le ho posto:
Che differenza c’è tra Alessia e Miglio?
“Purtroppo nessuna”.
Questo è uno dei motivi che mi spinge a parlare di Miglio: non ci sono differenze tra ciò che è e ciò che fa; per questo sostituirei a quel “purtroppo” un “per fortuna”. Ma quello è il “purtroppo” di un’artista che corre il rischio di essere umana, ed è questo che rende unica Miglio, la sua spontanea attitudine a raccontarsi con il romanticismo del disincanto.
Nei versi di Miglio convergono tante storie come se il suo cuore fosse una stazione metropolitana dalla quale si snodano le tante linee del suo romanticismo e su di esse viaggiano diversi passeggeri, alcuni abitudinari, altri di passaggio.
Sento i loro passi suonare la batteria, li sento respirare nella voce di Alessia e ne sento i viaggi attraverso le sue parole, ma la loro destinazione è comune: le canzoni di Miglio.
Giungono tutti lì, a rifugiarsi da un’alienazione urbana, a vestirsi di parole che probabilmente Alessia direbbe senza le note. E si incontrano tutti lì, a ricucire le proprie fragilità nella forza della musica: che rende la quotidianità di chi sa ascoltare anche con gli occhi la cosa più straordinaria che ci sia.
Cosa della tua vita diventa una canzone e cosa nelle canzoni trova una sua dimensione?
Credo ci finisca dentro molto della mia vita ma non solo, anche quella degli altri. Da sempre scrivere mi aiuta a parlare meglio con me stessa e con le persone. Ci sono cose che accadono, osservo, vivo, interiorizzo e poi in qualche modo le metto dentro a una canzone. Racconto di quello che mi gravita attorno e non solo di me.
Il primo disco è sicuramente un passo importante per la carriera di un’artista: qual è stata la cosa più difficile?
Non la definirei difficile, però sicuramente questo disco segna un mio cambiamento e una crescita personale e artistica forte. Ho percorso una strada nuova ma che volevo percorrere da sempre; ho lavorato come volevo io ma questo mi ha portata ad affidarmi anche ad altri e a crescere molto e ho imparato tantissimo.
Cosa ha liberato di te questo disco?
Ha liberato il passato e ha illuminato il mio presente e futuro.
Cosa non hai mai detto di questo disco?
Quello che volevo comunicare è lì dentro, che poi sono le cose che volevo dire in quel momento, le ho raggruppate e le ho messo tutte li. Poi ci sono tante altre cose legate a questo disco, a quel periodo, alla fatica e al sacrificio fatto per poterlo realizzare. Magari un giorno racconterò qualcosa oppure no.
“Manifesti e immaginari sensibili” è un disco da cantare ad occhi chiusi, perché è estremamente evocativo: dove e come vorresti avvenisse il primo ascolto del disco?
Di notte, dentro a una macchina, fermi in un luogo, qualsiasi luogo evocativo per la persona che ha scelto di ascoltare questo disco.
Ed il live come sarà? Vuoi anticiparci qualcosa?
Ci saranno due modalità. Porterò il disco nella sua forma più cruda e svestita, quindi con un set acustico/elettrico da sola. Poi ci sarà la sua versione completa dove faremo risuonare tutto il disco e lo porteremo in giro in due.
“Manifesti e immaginari sensibili” si ascolta tutto d’un fiato.
Ho avuto l’onore di poter preascoltare prima l’Ep di Miglio, ho cantato “Con la tua Saliva” a squarciagola per più un mese quasi tutti i giorni in macchina. Per me è stato un viaggio in tutto il romanticismo che ho sprecato dietro persone affette da autismo sentimentale, per me è stata ed è una preghiera a un amore che verrà, che sarà una tutta una “questione di equilibri”.
Attendo di vederla live perché so che mi emozionerò e non rimarrò delusa dalla discrepanza tra artista e persona.
Attendo di poter assistere ad uno dei suoi live, perché so che tutte le sue sfumature emotive sono pronte a vibrare nelle variazioni melodiche da live e nella sua voce.
Attendo di vederla dal vivo perché sono sicura che stregherà soprattutto chi non la conosce: quindi ci vediamo lì!
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