Dimenticate talent show, youtube e qualsiasi altro mezzo per arrivare facilmente al successo; i Se Naoko sono una band che ha fatto la gavetta. Portano un nome importante, tratto dal celebre romanzo di Murakami, Norwegian Wood. Il loro primo singolo “Di Cenere” anticipa Il Nord, EP di 5 tracce che verrà pubblicato il 23 Maggio dall’etichetta torinese La Schiuma Dischi. Ad un primo ascolto, il loro sound ricorda a tratti l’ambient di Apparat, anche se la band dichiara di non ispirarsi a nessuno particolarmente.
Il 23 Maggio è uscito il vostro primo EP. Come nasce questo lavoro?
Ancora eravamo solamente io e Nicola, il bassista. Ci vedevamo in camera mia per lavorare a dei brani che scrivevo basandomi su secchi accordi di pianoforte, oppure su loop e campionamenti. Una volta arrivato Giammarco, alla chitarra, abbiamo fatto molta pratica al The Convent, uno studio dove siamo andati ad arrangiare le nostre cose, per poi stravolgerle in larga parte, man mano che accumulavamo concerti. Successivamente siamo andati nello studio di Gianluca Morelli dei Landlord, poi, per ultimo, in quello de La Schiuma Dischi, dove abbiamo mixato e masterizzato tutto.
Come vedi abbiamo sprecato tantissime energie e tantissimo tempo, ma adesso sappiamo quali sono quasi tutte le cose da non fare. Questi brani comunque li ho scritti in un periodo piuttosto particolare: ero al terzo anno di università e avevo smesso di essere un fuorisede, si può dire che faticavo ad uscire di casa. La vediamo un po’ come “roba vecchia” – anche se ci piace molto – e siamo felici di averla finalmente fatta uscire.
Il vostro EP, Il Nord, prende il nome dall’omonima canzone. Perché proprio questa? Sentite che vi rispecchi particolarmente?
Ci sono voluti quasi due mesi per scriverla: l’idea è nata tra una puntura di Voltaren durante un’otite e qualche giorno passato da solo in Trentino Alto Adige. Il violoncello in questa traccia è suonato da Daniela Savoldi, violoncellista de Le luci della centrale elettrica e Mannarino. L’abbiamo scelta come title-track perché – di questo EP – è un po’ la preferita di tutti noi e anche una di quelle a cui il pubblico risponde meglio quando suoniamo dal vivo. Rispetto al disco di persona siamo un po’ più violenti, ma in senso positivo. Merito del batterista, Payo.
Sempre nel brano Il Nord citate “il freddo legno di Norvegia” che richiama, come già il nome della band, al romanzo di Murakami, Norwegian Wood. Quanto vi ha influenzato questo autore nella vostra produzione, ed in generale, traete ispirazione dalla letteratura?
Ho scritto il testo di questa canzone un po’ come “dedica” di Tōru Watanabe a Naoko. Una specie di spin-off del libro, quindi, ma avrebbe senso anche come storia a sé stante.
Penso sia impossibile separare a compartimenti stagni le proprie passioni. A volte le canzoni nascono per motivi tutti loro, altre è bello potersi ispirare a qualcosa. Giammarco per esempio ha da poco letto “Sputerò sulle vostre tombe” di Boris Vian: sono quasi sicuro che anche da questo incontro nascerà qualcosa.
Come siete entrati in contatto con l’etichetta La Schiuma Dischi?
La Schiuma Dischi è un’etichetta correlata al nostro booking, Band Management, fondato qualche mese fa da Mario Jr. Restagno. È una realtà fatta di persone che lavorano in questo settore da anni e ora hanno deciso di mettere in piedi qualcosa di concreto associandosi alla WB Productions di Walter Benedetti, storico dj/producer torinese.
Ci sono artisti nel panorama indie internazionale di cui ammirate particolarmente la produzione o il percorso artistico? E in quello nazionale?
Abbiamo gusti piuttosto vari in realtà. Ci piacciono ovviamente i Joy Division e i Radiohead, ma anche i Metronomy, Sly and the Family Stone, Apparat, Nine Inch Nails, King Krule e così via, in ordine sparso. I nostri artisti italiani preferiti sono i Bluvertigo e gli Afterhours, ma anche Motta, Neffa, Le luci della centrale elettrica, Piero Ciampi, i Cani, Verdena e Baustelle. Di quelli che fanno trap dico Rkomi – più radicale – e Young Signorino.
Un consiglio a tutte le band che vogliono pubblicare un primo EP?
Andate a registrare solamente dopo aver fatto almeno cinquanta concerti. E se non riuscite a fare cinquanta concerti fatene venticinque. Oppure registrate dei provini a casa vostra e mandatelo ai ragazzi de La Schiuma. Ascoltano sul serio e sapranno consigliarvi meglio di come faremmo noi.