10 minuti e 11 secondi, questa la durata di Dovrei dire la mia: io non so. Ho bisogno di Tempo, l’insieme dei titoli del nuovo EP di N.A.I.P., che in verità si chiama Dovrei dire la mia ed è uscito lo scorso 10 marzo 2023 per INRI.
Lo abbiamo conosciuto al Color Fest 2019 e rincontrato a xFactor 2020; ce lo ricordiamo per il suo stile sopra le righe, per le sue interpretazioni teatrali e per la base elettronica che fa da scudo ad ogni sua parola. Ci aspettavamo un disco, dato il silenzio musicale che durava dal 2019 (con breve interruzione di DAVID CHI?, brano uscito nel 2021) e invece l’artista torna sulle scene con un EP di quattro brani brevi ma intensi.
Anche per quest’ultimo lavoro N.A.I.P. sceglie la produzione elettronica di STABBER, impreziosita da pianoforti impazziti, interpretazioni teatrali, giochi di parole e voci di donna che arrivano da lontano. La title-track inoltre vede la presenza di Galea, artista molto giovane della scuderia Sugar, e così offre due punti di vista contrapposti in un loop surreale. Il tema che pervade l’ascolto è quello della ricerca, in particolare la ricerca di cose da dire o da non dire, in un’epoca in cui sembra che ci sia sempre bisogno di affermare la propria opinione, anche a rischio di risultare stucchevoli.
Non di certo un lavoro da numeroni nelle playlist (ma meglio così), piuttosto un lavoro di nicchia, che conferma l’originalità di N.A.I.P. e la sua anima visionaria. Ascoltare per credere. Questo è quello che ci ha raccontato mentre si prepara ad un tour che lo porterà in diverse città italiane. Noi facciamo il tifo per lui.
Dopo tre anni torni con un EP, in un momento storico in cui molti tuoi colleghi stanno tornando alla forma dell’album. Questa scelta ha un motivo specifico o è frutto dell’emergenza emotiva di questo tuo tempo?
Considero questo EP un discorso che inizia e finisce in maniera compatta, senza necessità di aggiungere altro, ma allo stesso tempo anche un elemento di passaggio tra un recente passato abbastanza denso di cose e un futuro in cui mi do l’obbiettivo di riuscire fare ordine tra i tantissimi appunti che ho preso negli ultimi anni e mettere in fila un buon quantitativo di materiale per capire cosa combinare.
Come è nata l’idea di coinvolgere Galea in “Dovrei dire la mia”?
È nata sicuramente dalla stima che ho per Claudia, per l’ammirazione che ho nei confronti della sua scrittura, della sua voce, della sua eleganza. Inizialmente l’avevo coinvolta unicamente per aiutarmi nel trovare una buona linea di voce, ma mentre eravamo a lavoro mi pareva più sensata e convincente la sua presenza all’interno del brano, così ho deciso di tenerla.
Il video è molto divertente, offre due punti di vista su una stessa situazione, tra l’altro molto comune e quindi in cui è facile identificarsi. Raccontaci un aneddoto successo durante le riprese…
Francesco Coppola, il regista, è una persona esplosiva a livello creativo, lavorare con lui è stato molto bello. Durante le riprese ci siamo divertiti molto soprattutto nelle scene sadomaso, perché sia io che l’attrice (Serena Balivo) non eravamo esattamente nei nostri panni, quindi diciamo che le gag arrivavano abbastanza facilmente.
Ora partendo dal titolo composto dalla somma dei quattro brani, ti faccio qualche domanda random. Quali sono le situazioni in cui è importante “dire la propria”?
Ti direi tutte quelle in cui la propria opinione può davvero fare la differenza, quelle in cui sentiamo di avere un punto di vista che va in conflitto con quello gli altri, creare interrogativi o addirittura crisi può essere molto sano e mi pare sia un comportamento sempre più in disuso.
Cosa potrebbe succedere se si prende una decisione senza avere tutte le informazioni necessarie?
Potrebbe succedere che si sbaglia, che non per forza è una cosa negativa. Può essere necessario. Però può essere anche che si scopre qualcosa di sorprendente.
Come capisci quando hai bisogno di più tempo per prendere una decisione?
Ti direi che ho come la sensazione che ciò che sto facendo o pensando, potrei farlo o pensarlo meglio, quando sento di non essere lucido.
In cosa Michelangelo (bada bene, non ho detto N.A.I.P.) resta uguale a se stesso e in cosa cambia ad ogni canzone?
Cerco di mantenere una certa integrità, un modo di stare al mondo orientato da una certa attitudine e probabilmente da una ricerca di purezza. Ciò che cambia è sicuramente la mia maturità (che spero sia in evoluzione) di canzone in canzone, nel saper sintetizzare e raccontare qualcosa.
Dove sentire N.A.I.P. live, prossime date organizzate da Vivo Concerti (spoiler: ci saranno tantissimi ospiti):
6 aprile – Torino – Hiroshima Mon Amour
7 aprile – Milano – Santeria Toscana 31
13 aprile – Roma – Monk
14 aprile – Livorno – The Cage
15 aprile – Bologna – Locomotiv Club
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Giulia Perna
Meglio conosciuta come @machitelhachiesto. Salernitana di nascita e bolognese per amore di questa città. Ha conseguito il titolo di Laurea specialistica in Comunicazione pubblica e d'impresa presso l'Università di Bologna. Si definisce "malinconica per vocazione". Da grande vorrebbe osservare le stelle. Crede nella forza delle parole, nella bellezza che spacca il cuore e nella gentilezza rivoluzionaria. Le piace andare ai concerti, mischiarsi tra la gente, sentire il profumo del mare e camminare sotto i portici.