In un panorama musicale dove spesso ci troviamo a chiederci dove siano le donne arriva fortissima svegliaginevra con la sua voce e il suo mondo, tutto da scoprire. Classe ’91, cuore del sud, ha da poco tirato fuori dal cilindro il suo terzo album “Nessun dramma”, preceduto rispettivamente nel 2022 e 2021 da “Pensieri sparsi sulla tangenziale” e “Le tasche bucate di felicità”.
Un album da un solo tema, di quelli che promette molto: l’amore.
In dodici tracce che scivolano via bene come l’olio, svegliaginevra racconta in modo caleidoscopico un sentimento popolare ma senza scivolare mai nel banale e nel “già sentito”. La freschezza dei testi incontra quella degli arrangiamenti e non si ripete mai due volte la stessa cosa – che, diciamolo, non va mai dato per scontato.
Si ascolta, si riflette, si piange forse anche un po’, ma si recepisce anche una discreta crescita artistica maturata in poco tempo rispetto alle uscite precedenti. Ma oltre a quello che si sente, abbiamo ben pensato di parlare di “Nessun dramma” con la diretta interessata, per immergerci ancora più dentro al suo mondo e scoprire tutto ciò che c’è da sapere.
Un tema immortale, l’amore, che lega tutte i dodici tasselli di questo nuovo album. Poteva essere una strada accidentata da percorrere invece il risultato è un quadro con molte sfumature, che nell’ascolto procede fluido e senza stancare. Insomma, un progetto coeso e ben strutturato, tutt’altro che banale per un concept album sull’amore. Cosa c’è di te in questo album di nuovo rispetto a ciò che hai dato di te nei precedenti?
Ciao. Ti ringrazio innanzitutto per le tue bellissime parole, contenta ti sia arrivato come volevo arrivasse. C’è tanto di me in questo disco, sono cresciuta come persona prima di ogni altra cosa. È stato un anno e mezzo davvero intenso, ho assorbito tutto quello che potevo assorbire dagli artisti con i quali ho lavorato alle canzoni, dalle persone che ho conosciuto, dai posti che ho visto. Aprire il tour di Jack Savoretti mi ha illuminato, ho imparato a star meglio sul palco, a scrivere ascoltando prima di tutto il bisogno della gente. Sono molto felice e fiera del risultato, se guardo a ritroso son stati tre anni faticosi ma egualmente belli.
La scelta di questo argomento da dove nasce? Da un’esigenza generale o è una sorta di espiazione di qualche esperienza personale? Raccontaci un po’ la genesi emotiva di questo progetto.
Sì, un mix di cose. Esperienze mie o di persone a me molto vicine ma anche libri, dischi, viaggi. L’idea del concept è venuta pian piano, mi rendevo sempre più conto di quanto tutte le canzoni fossero legate sempre dalla necessità di lasciare un messaggio. Così, enfatizzare il dramma dichiarando il contrario mi è sembrato funzionale, l’inno alla leggerezza di cui tanto volevo parlare è arrivato forte e chiaro.
Penso che non dev’essere semplice confrontarsi con la stesura di brani che toccano temi così emozionali. Quanto è stato semplice o difficile questo progetto? Credi sia stato più un lavoro dove hai affermato alcuni lineamenti artistici e personali, o una volta terminato tutto ti sei trovata “cresciuta”, cambiata?
Assolutamente sì, come dicevo prima questo disco è il risultato di un anno e mezzo di vita. Ho lavorato tanto prima e durante la stesura, studiando gli artisti più grandi, cercando sempre nuove ispirazioni e stimoli, mettendo in gioco le mie debolezze. Non è stato facile mettersi così a nudo; ci sono sentimenti di cui parlo che faccio ancora fatica a metabolizzare ma il fatto che siano li, in una canzone, mi aiuta tantissimo e, proprio per questo, spero serva a chi le ascolterà.
Qual è il brano dell’album a cui ti senti più affezionata, e perché?
Sono affezionata a tutte le canzoni ovviamente. Sono le 12 che ho scelto scartandone anche di più, quindi tutte hanno un valore immenso per me ma se devo scegliere una che mi da più delle altre, e me ne rendo conto sul palco, è Alla fine di tutto prodotta da Tommaso Colliva. La parte dello special è la voce di una generazione persa nel presente per correre verso il futuro.
Ascoltando i tuoi brani in questo specifico album emerge la tua maturità artistica e qua e là arrivano molte vibrazioni che lasciano intendere che hai masticato molta musica. Quali sono gli artisti o artiste che hanno più plasmato la tua identità artistica?
Domanda alla quale potrei rispondere con tantissimi nomi, forse le fonti d’ispirazione più grandi sono stati il folk americano tipo Ryan Adams, Neil Young, Bob Dylan al cantautorato italiano di Battisti e Dalla ma anche il pop di Taylor Swift e dei Coldplay o la scena del songwriting tutto al femminile di Tori Amos, Kate Bush, Patti Smith e mille altri.
Se dovessi immaginare qualcuno che viene ad un tuo concerto o si innamora della tua musica come lo vedresti? Chi è il tuo ascoltatore tipo? A chi pensi che arrivi maggiormente la tua musica?
Io credo e spero che il mio ascoltatore medio sia un puro di cuore, sensibile, che ama la musica vintage tanto da ascoltarla dal giradischi e che abbia bisogno della musica per superare le cose ahah
Il 24 novembre a Milano hai acceso i motori. Raccontaci com’è stato il brivido dell’esordio live dell’album e la risposta del pubblico. Poi, ovviamente, speriamo in altre date per poterti incontrare in tutta Italia.
È stato stupendo! Indescrivibile. La risposta del pubblico è stata super positiva, non mi aspettavo che cantassero ogni canzone, wow. E poi si vedrà cos’altro verrà fuori, sicuramente gireremo un po’ con la band per promuovere le nuove canzoni.
Maria Giulia Zeller
Rifletto molto, parlo troppo, e mi piace scrivere. Amo la musica, l'arte, la creatività, soprattutto quando riesco a farne un collante sociale. Credo nel potere della cultura e nella bellezza delle persone. Mi piace trovare e inventare opportunità, lavorando con nuove persone che possano insegnarmi qualcosa.