Nikki a Indie Pride: Io tifo per un mondo che includa ogni tipo di sfumatura
Indie Pride si è concluso, ma la battaglia contro bullismo, sessismo e omotransfobia non dura solo un giorno.
Abbiamo consultato molti artisti passati per il palco del TPO, interrogandoli e interrogandoci su cosa è stato fatto e cosa ancora c’è da fare. Nelle prossime settimane condivideremo tutte le chiacchierate con voi!
Oggi iniziamo da Nikki, nome d’arte di Fabrizio Lavoro. Chitarrista, cantautore, conduttore radiofonico, probabilmente lo conoscete come “quello-che-non-mi-faceva-studiare”, perché chiunque ha ascoltato almeno una delle due puntate di Tropical Pizza!
Indie Pride combatte per dei valori, contro l’omofobia, bullismo e sessimo. La domanda sorge spontanea: tu hai mai vissuto in prima persona, o comunque attraverso delle persone che conosci, delle discriminazioni?
Tantissime! Beh avendo anche quasi 700 anni (ride), avendo girato ne ho viste di tutti i colori. Poi, sai, sono un ragazzo di origini merdionali cresciuto al Nord. Quindi per dirtene proprio una: quasi sempre, che fossi vicino Torino o che fossi vicino Milano, ero troppo terrone per essere condiserato uno del Nord. Ma quando poi andavo a trovare la mia famiglia ero troppo di Milano, troppo di Torino. […] Io sinceramente tifo per un mondo che includa un po’ ogni tipo di sfumatura, che sia del colore della pelle o delle preferenze sessuali. Insomma non potevo non cogliere l’invito di Indie Pride. […]
A questa domanda c’è chi risponde e chi non ha voluto. Non tutti dell’ambiente musicale hanno sottoscritto la copertina di Rolling Stone in cui non si appoggiava Salvini. Tu se lo avessi di fronte cosa gli diresti?
“Beh, ripijati!”
Mi sono sempre considerato abbastanza apolitico. Io, quando vado a votare, voto con entusiasmo in quanto sono contento di avere il diritto di votare. Però se devo essere sincero non metto quella croce su un simbolo che mi dà le stesse emozioni che mi può dare un film pazzesco con messaggio incredibile o un disco. Sono un po’ di quella filosofia del meno peggio, purtroppo. Mi piacerebbe tantissimo mettere una croce dicendo “dai raga, spacchiamo!”. Ultimamente questo concetto del meno peggio si è molto allargato. Di sicuro so cosa non mi piace e il personaggio di cui stiamo parlando non mi piace. […]
Pensando a Indie Pride 2019, che risvolti ti piacerebbe vedere per questo festival?
Devo dire che questo è il mio primo Indie Pride, e la vibra, per usare un termine anni 90′, che si percepisce arrivando è molto bella, voi spaccate, i ragazzi sul palco spaccano. Diciamoo che rispetto a un locale dove si sta per fare una serata tradizionale si capisce che c’è un coinvolgimento anche ideologico. Si capisce che c’è una causa nobile e che molti sono qui facendo anche dei sacrifici per onorare la causa. E tutto questo contribuisce a renderlo figo […].
Guarda qui l’intervista completa
Grazie a Carla Colona per le riprese