Quando la “paura di piacere” ha il suono distorto dei Cosmetic
Cosmetic sono una band che vuoi o non vuoi, conosci. Il loro nome è sempre stato nell’aria e lo è tutt’ora quando si parla di chitarre suonate in un certo modo. Per quella voglia irrefrenabile di pogare in un periodo storico in cui il pogo è solamente un ricordo lontano. I loro album sono sempre stati allineati, coerenti, legati da un filo rosso che ci ha condotto fino all’ultimo lavoro “Paura di piacere”, un mix di saturazione sonora, vibrazioni prepotenti, testi di pancia e cuore.
“Paura di piacere” è la loro ultima “fatica” che ci proietta verso un mondo post pandemia dove la voglia di suonare e godere rimane sempre in primo piano, indelebile, seppur con una certa paura. Il disco anticipato da “Morsi” ci aveva già introdotto ad un mondo nuovo ma conosciuto allo stesso tempo, un balzo nel passato emo di ognuno ed una voglia di riscatto che portiamo sempre sotto la pelle.
La nostra intervista è un succo di ciò che sono i Cosmetic oggi, un pugno allo stomaco ed un urlo in faccia che dice “noi non cambiamo e se lo facciamo continueremo a piacerti perché noi cambiamo e cresciamo insieme a te”. Buona lettura.
Ciao ragazzi, benvenuti e bentornati. Abbiamo ascoltato ed apprezzato il vostro ultimo disco. Raccontateci un po’ della sua nascita. Com’è venuta? Cosa vi ha ispirato maggiormente?
Straccia ha deciso che non doveva uscire più nessun nuovo disco, né nostro né di nessun’altro, perché la musica è già troppa adesso, e fin qui eravamo d’accordo, ma poi ha iniziato a mandarci demo stupende e quindi siamo ricaduti in tentazione… Dopotutto è troppo bello cimentarsi nella sfida di creare nuova musica!
“Paura di piacere” ha una copertina che non passa inosservata (non che le altre lo facciano). Chi l’ha realizzata?
La copertina è una foto! L’autore è Lorenzo Longo. Il soggetto centrale è un totem di legno illustrato e realizzato fisicamente da Gianluca Valletta. L’idea per lo scatto è venuta a me (Bart) e lui mentre parlavamo e cercavamo di capire come fare a condensare fotografia e illustrazione nella stessa cover. Gli animali che compongono il totem sono creature che popolano i testi dei brani.
“Morsi” è il secondo singolo del vostro album, che mi ha accompagnato per molti viaggi in macchina. Averla in loop non dispiace affatto. Com’è nato il brano? Come mai è stato scelto come singolo?
Raramente mi vengono dei testi così espliciti e con un filo logico così evidente. Di solito sono più criptici, per via del fatto che devono rientrare precisamente nella metrica di melodie che mi piacciono. Qui il testo ha stupito per prima cosa noi e ci abbiamo creduto subito molto. Inoltre abbiamo avuto tutto il tempo di lavorare a questo arrangiamento super stratificato ma che in realtà sembra semplicissimo e che anche grazie a Vrcvs è riuscito proprio bene. Anche dal vivo ci viene bene!
Il vostro genere si discosta parecchio da ciò che va oggi, questo vi preoccupa? (Non preoccupatevi a noi piacete a prescindere, questo è l’importante)
Mi preoccuperei di più se avessimo cambiato genere, come molti hanno fatto per riuscire a vendere a tutti i costi. Non possiamo tradire ciò che siamo, e non ci va di fare altro. Abbiamo imparato questo alfabeto, non vedo perché cambiare. Che poi in realtà cambiamo. Ma molto lentamente. Sono ancora innamorato del frastuono delle distorsioni e degli overdrive come il primo giorno. Sono la cosa più bella al mondo dopo i colori.
Cosa ne pensate dell’attuale panorama musicale italiano?
Per fortuna sempre ricco, anzi ora organizzare concerti punk DIY garage etc è anche più semplice, perché si capisce meglio chi è lì per suonare e chi per fare like su Insta. Consigliamo Submeet, Mondaze, Xiwt, Labradors, Krasue, Regata, Kick, Florence Elysée, the Jackson Pollock e chi più ne ha…
C’è un brano che ci ha colpito particolarmente e parliamo di “TTTT” probabilmente per il suo titolo. Com’è nato?
È il brano che più si discosta dalle sfumature pop di tutti gli altri, ma era talmente bello lo strumentale che non potevamo non metterlo. Il testo è poco più che una filastrocca grottesca. È diventata decisamente più interessante quando Alice ha messo i suoi cori, che in un brano screamo è una cosa un po’ insolita. Quando dico “Hallelujah” è riferito sia ai feedback in sottofondo (fatti con un microfono con distorsore proprio come la band “Hallelujah”), ma la melodia vocale cita in modo pedissequo “Alleluia” di Bugo. Le reference più disparate in effetti. Anzi ora mando un sms a Bugo.
Se vi dovessero proporre di partecipare ad X Factor o Sanremo, come reagireste?
Purtroppo facciamo già abbastanza figuracce nella vita normale senza bisogno di andarle a fare in tv. È un gioco pensare che ci chiamino, non ci chiameranno mai perché non sappiamo fingere.
Cosa dobbiamo aspettarci dai Cosmetic in futuro? Speriamo tanti concerti innanzitutto.
Si! Concerti speriamo anche noi, a breve pubblichiamo le date estive! Per il resto forse ci tagliamo una gamba, cerchiamo di andare sul giornale per quello e aspettiamo di diventare una band di culto fra 13-14 anni!
Spazio ringraziamenti: ringraziate pure chi volete, noi ovviamente ringraziamo voi per la vostra disponibilità.
Ringraziamo To Lose La Track e La Tempesta perché hanno creduto in noi in tutti questi anni nonché Coypu Records per la fiducia accordataci quest’anno! L’ incontro con queste realtà ci ha permesso di fare la nostra musica per come la sentite oggi. E grazie a voi ragazzi, continuate così.
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