Scarda, al secolo Domenico Scardamiglio, ne ha fatta di strada dal 2014. Partito con la colonna sonora del film Smetto quando voglio, che gli ha fatto vincere un David di Donatello e una delle Targhe Tenco come opera prima nel 2015, ha pubblicato i dischi I piedi sul cruscotto e Tormentone. Un percorso fatto di tante tappe e di passaggi radio sempre più fitti, di amori e di canzoni dal sapore classicamente italiano.
Abbiamo incontrato Scarda in occasione del suo concerto di Milano al Circolo Ohibò e gli abbiamo chiesto come si sente alla fine di questo Tormentone Tour e soprattutto di cosa parla, quando parla d’amore nelle sue canzoni. E lui ci ha risposto sereno, come chi può fare un piccolo bilancio, del tutto positivo, di questo anno pieno di cose importanti.
Sei partito con la colonna sonora di Smetto quando voglio, per cui hai ricevuto anche diversi premi, poi due dischi e adesso la fine del Tormentone Tour, legato al tuo secondo album. Non sei più solo “quello che si sente in quel film” ma ti si canta e ti si ascolta sempre di più in giro. Tu ti senti diverso rispetto all’inizio? La tua musica, soprattutto, è diversa rispetto all’inizio?
Sicuramente affronto la cosa con meno “entusiasmo brutto”, perché ci sono sia l’entusiasmo bello che l’entusiasmo brutto, in tutto quello che faccio. In questo momento direi che sto vivendo in maniera tranquilla, più saggia: io sono perfettamente consapevole del fatto che tutto stia andando avanti a piccoli passi e questo mi fa stare bene, lo definirei un “composto entusiasmo”.
Quindi resti con i piedi per terra ma un po’ sulle punte, diciamo.
Sì decisamente (ride).
Questa tua continua ricerca di crescita ti ha portato nel corso degli anni a essere accostato a diversi artisti, soprattutto cantautori del nostro Paese. Ma se dovessimo dire qualcosa di nuovo, quali sono le tue fonti di ispirazioni extra musicali?
Direi che traggo parecchia ispirazione dai libri. Sono uno che sottolinea parecchie frasi, che spesso poi tornano molto utili. Ma non tanto perché le copi, le prendi e le metti nelle canzoni. Sottolineo le frasi che mi fanno pensare a un’esperienza mia, che mi fanno dire “quella volta ho provato esattamente quella cosa” e la segno per ricordarmela, e spesso queste frasi, rielaborate, finiscono nei miei testi. A parte quello, sono sicuramente uno che sta in giro, che so sulla metro, e usa qualche dettaglio, lo nota e lo fa suo. Capita anche che mi lasci ispirare dai film. Non guardo molti film forse, è una mancanza che sento di avere. (Si ferma e cambia tono). Ho deciso che dalla settimana prossima guarderò più film. Vorrei andare di più al cinema e tanto altro. Dopo questo tour probabilmente avrò più tempo per farlo.
Il tuo ultimo disco si chiama Tormentone e visto che consoci bene i tormentoni e i giochi di parole, ci racconti il legame tra tormento e tormentone nel tuo lavoro e in che senso hai raccontato questo tema?
Il legame c’è, ed è abbastanza palese, così come il gioco di parole che era decisamente voluto. Ho cercato di stemperare nel titolo il senso del tormento d’amore negativo, quello che ti logora. Non voglio dire una frase simile a quella famosa di Tenco, “quando sono felice esco”, però effettivamente sì, mi capita di scrivere quando sono triste e di raccontare maggiormente quei momenti.
Visto che hai indagato a lungo il concetto di tormento e di tormentone in questo album, sei arrivato a capire com’è che una canzone diventa un tormentone perfetto?
Sicuramente deve avere un ritornello cantabile e mi verrebbe da dire con poche parole, anche se effettivamente io non scrivo canzoni con poche parole, anzi forse ne scrivo anche troppe! Però nel ritornello cerco sempre di sfoltire, dai!
E in questi mesi in tanti hanno cantato i tuoi tormentoni. È stato un tour lungo che ha toccato diverse città d’Italia. Adesso che sei quasi alla fine di questo periodo quali sono i prossimi progetti di Scarda?
Per un po’ ci riposiamo (ride) anche se stiamo già lavorando a cose nuove. Piccolo spoiler: nel prossimo disco non si parlerà solo dello stare male per amore ma anche dello stare bene in una relazione. Ma giusto un paio di canzoni, eh!
E cosi torniamo alla prima domanda: stai bene e si sente anche nelle tue canzoni.
Sì, sono felice e sto molto molto bene e per questo proverò a indagare qualcosa di nuovo.