“Stelle Forever” di Leo Pari: un album dannatamente pop che parla di donne
È un giovedì pomeriggio a Milano. Piove, fa un freddo cane e l’unica cosa che ti va di fare è restare sotto le coperte con Netflix a palla. Nel pomeriggio mi aspetta una chiamata con Leo Pari per fare quattro chiacchiere sul suo ultimo lavoro. Apro Spotify, metto le cuffie e ascolto il nuovo disco. Si chiama Stelle Forever, un album dannatamente pop che ti piace anche se non vuoi ammetterlo. Devo precisare che i brani, però, non sono le classiche canzoni da tormentone, anzi. Stelle Forever è un concept album, uscito lo scorso 15 gennaio, che parla dell’universo femminile. Dichiara Leo Pari:
“Stelle Forever è un omaggio all’universo femminile, così immenso e misterioso che ho sentito il bisogno di esplorarlo attraverso le mie canzoni”.
Una “paraculata” direste voi? Invece no. Non vi aspettate canzoni complesse e di difficile comprensione. Il disco scorre così bene che, appena finito, ti viene voglia di riascoltarlo. Poi diciamocelo, Leo Pari è uno che ci sa fare visti i suoi anni di esperienza. Un vero artigiano della musica: cantautore, musicista e producer. Ha avuto a che fare con un giovane Gazzelle, ma anche con Elodie e i Thegiornalisti. A due anni dal suo ultimo lavoro, notiamo un Leo più intimo: un po’ introspettivo e a tratti malinconico.
“Viviamo in un mondo distratto, incerto, dove le fragilità sono viste come debolezze e le distanze tendono ad aumentare. Per riconciliarsi solo virtualmente attraverso una gelida tecnologia, ma tu sei bella vista da qui vicino, molto più di quanto immagini, con tutte le tue imperfezioni, le tue paure e le tue ansie, che possono sparire in un attimo. Basta che sorridi un po’.”
Ciao Leo! Come stai?
Io bene in realtà, felice sereno. Mi sento bene, se certe circostanze fossero più fortunate sarebbe meglio
Cos’è per te Stelle Forever?
È un disco pop in cui ho cercato, nel mio modo, di raccontare l’universo femminile dal quale sono sempre stato molto affascinato. Anche in altre canzoni ho cercato di raccontarlo. In quest’album ho deciso di focalizzare l’attenzione sull’universo delle donne e ho cercato di raccontarlo attraverso le mie esperienze.
Il disco è un concept album sull’universo femminile. Di questo, cosa ti affascina di più?
A volte il mistero. Certe volte mi è capitato di rimanere molto sorpreso da alcune scelte e atteggiamenti. È stato un modo per raccontarlo ad altre persone e anche a me stesso.
Trovare ispirazione in questo periodo penso sia difficile. Secondo te, la tua arte ha subito delle variazioni?
Mah no in realtà continuo a scrivere le mie cose, anche durante il primo lockdown. Il mio album è stato scritto e registrato prima. In ogni caso ho scritto tanto nel primo lockdown e anche adesso. Il problema non è tanto dal punto di vista di ispirazione, il problema è la voglia di andare a suonare in giro.
Vieni definito come artigiano della musica pop. Tu come ti definiresti?
Mi piace questa definizione, è il mio lavoro, star lì a lavorare sulle canzoni per far sì che vengano una diversa dall’altra, come se fossero fatte a mano come un tempo. Cercare di non fare canzoni sempre uguali, ma dare un’anima a ogni singolo brano.
Forever è stato uno dei brani che mi hanno suscitato più interesse, soprattutto nella parte in cui dici “Basta un minuto per conoscersi, una sera per innamorarsi, un secondo per dividersi, tutta la vita per dimenticarsi”. Il tema è il tempo, tu sei uno che tende a prosciugarlo o che se lo gode?
Io il tempo me lo godo, soprattutto adesso. Forse quando ero più giovane era affrettato. È tipico dei ragazzi essere affrettati nelle scelte e tutto. Adesso va più alla velocità che secondo me è giusta.
Nel brano Lucchetti parli di storie d’amore finite. Una volta chiuso il tuo baule dei ricordi, butti la chiave oppure tieni sempre una copia nel cassetto?
Io non lo chiudo mai il baule è sempre aperto. È finita una storia ma non butto mai perché è una persona con cui sono stato bene.
Hai alle spalle anni di musica. Secondo alcuni oggi è più difficile emergere visti i social e vista “l’affluenza”. Quale consiglio daresti a un artista esordiente?
Mmm di non seguire i miei consigli e di fare di testa sua e fare tutti gli sbagli. Sicuramente credere in quello che sta facendo poiché è l’unico modo per arrivare a qualcosa.
Domanda off topic. È vero che Roma è più bella in estate? Chiedo per un amico.
Ma chi l’ha detto? (ride). Fa un caldo boia, Roma in estate no. In autunno e primavera sì, in estate non è il suo momento. Roma è buona in estate come dice una canzone, ma non bella.
Lucrezia Costantino
Sono una scettica nata e cresciuta in Puglia, milanese d'adozione. Nella mia borsa non mancano mai gli auricolari e le chewing gum. Amo il cinema, i tramonti al mare e i dolci.