Quando per la prima volta arrivarono i Sxrrxwland, la musica italiana subì una scossa di quelle che cambiano le cose per sempre.
Tra due fuochi polarizzati – i wannabe criminali che però poi finiscono per piacere alle mamme da un lato, e la scia dell’indie universitario che aveva totalizzato la scena negli anni precedenti dall’altro, si manifestò qualcosa di terzo. Musica per anime profonde, che vivono ogni sentimento centuplicato, finendo inevitabilmente per dilaniarsi.
Vipra, Tremila e Osore – sono loro tre le menti, le voci, le anime che hanno dato vita a Sxrrxwland.
Come il nome stesso tradisce, non è una gang, non è un club, non è qualcosa con dei confini impossibili da sorpassare e aperti solo addetti ai lavori. È un luogo, un rifugio, un posto dove tutti sono invitati e possono sentirsi a casa.
Nel 2019, poco prima dello scoppio del COVID, i Sxrrxwland decisero di mettere in pausa la loro attività. Nel 2024, sono stati annunciati a sorpresa nella lineup del MI AMI, mandando i fan in visibilio – quasi non aspettassero altro da allora. I commenti al post esplosero, e l’hype ripartì esattamente lì dove si era interrotto quattro anni prima, forse addirittura da più in alto.
ANIMA MACCHINA è il loro primo album in studio, e li abbiamo incontrati con l’idea di parlare della loro evoluzione, di come suona il disco, di cosa raccontano i testi. Siamo finiti a discutere a lungo su quanto noioso sia tornare a dire cose già dette e ridette, di quanto i featuring per far crescere gli ascolti siano patetici, e di Piango al Techno (sì, quella Piango al Techno). In un’intervista lunga, molto lunga, ma divertente.
Come mai avete deciso di tornare proprio ora?
Vipra: Non c’è stato un calcolo particolare, ci andava di fare questa cosa e ci sembrava fosse il momento giusto. Noi siamo stati anche premonitori, quando abbiamo deciso di avere quell’interruzione prima del COVID. I nostri ultimi live risalgono a Dicembre 2019 e subito dopo il mondo è finito in lockdown – forse siamo premonitori di qualcosa che sta per succedere, chissà se positivo o negativo, a questo punto non lo so. Però sì, sentivamo che il timing era giusto.
Tremila: Come in molte scelte creative, lo senti. Si è incanalata così tanta energia, che andava messa al mondo, resa libera. Te lo senti, e sai che quello è il momento in cui lo devi fare.
C’è stato un pezzo di ANIMA MACCHINA che avete scritto o registrato e avete detto “ecco, è davvero il momento di tornare, una cosa del genere non può restare nascosta”?
Tremila: In realtà è andata al contrario, noi siamo così. Prima arriva il piano concettuale, il capire il perché delle cose, che fase stiamo attraversando. Quindi appunto è il contrario: abbiamo prima deciso che era il momento di fare qualcosa.
Vipra: Sì, il disco aveva già il nome, ma non c’era il disco.
Tremila: Di solito prima diamo i titoli che parlano di concetti, e poi li svisceriamo nella prassi creativa. Quindi sì, è nata prima l’idea che era ora di fare il disco, poi il concept alla base del disco, e poi abbiamo fatto le sessioni per scriverlo e registrarlo.
Rispetto ai due EP pubblicati nella vostra “prima era”, Buone maniere per giovani predatori e OSSO, trovo che il vostro nuovo album abbia due grandi punti di rottura. Per quanto riguarda il primo, se penso ad esempio a pezzi come Eli Lilly o Crush/Adderall ma anche a La Città, vedo che ora i riferimenti al mondo degli psicofarmaci sono quasi spariti. Ormai è diventato troppo mainstream farlo e non crea più quel senso di disagio?
Vipra: Quando questa cosa era venuta fuori, era un rapporto che poteva esistere nella mia quotidianità o in quella di altri. Veniva espresso da una tipologia di scena musicale che non esiste più oggi, perché internet è il pascolo delle multinazionali. È diventata una cosa estremamente cheap, un drop che serve a colpire un’anagrafica di riferimento. Quella può essere una cosa ancora presente nella mia vita, certo, ma esplicitarla a questo modo è diventata una cosa così abusata che non significa più niente. È diventato come dire “sono triste”.
Tremila: Sì, e indipendentemente dall’altra musica che esce, è un topos che è già stato esplorato e distrutto.
Vipra: Esatto, non solo dagli altri ma anche proprio da noi.
Tremila: E poi, posso dire, sono subentrate altre sostanze nel disco direi, più meditative – e chiudiamola qui.
Il secondo invece è il linguaggio: diciamo che in ANIMA MACCHINA ci sono meno parole che potrebbero indignare una parte del pubblico, mettiamola così. Vi siete autocensurati? Avete semplicemente avuto voglia di dire cose diverse e di spostare la lente altrove? Non vi riconoscete più in certi appellativi o in certi tipi di approccio?
Tremila: Ora ci viene chiesto come mai abbiamo migliorato il rapporto con la componente femminile, incredibile.
Vipra: Ma perché poi, cioè dobbiamo dire “troia” un’altra volta? Pure qua, è una cosa così banale, basta. Puoi ascoltare una quantità di musica che dice queste cose, che trasla l’insicurezza in una specie di swag da quinta elementare, dai. I ragazzi che fanno le boccacce alle ragazze perché non si sanno rapportare con loro. Io detesto la razza umana, non è che mi stanno sul cazzo le donne, mi stanno più sul cazzo altre cose. Poi nel senso, dovevo dire delle cose grevi? Dovevo insultare qualcuno? Dovevo fare Tony Boy? Ma dai, ho trent’anni!
Ma io sono d’accordo, infatti dicevo che mi è piaciuto moltissimo come in questo disco ci sia quest’evoluzione che secondo me è, ancora una volta, in anticipo rispetto a quello che accadrà nella musica.
Tremila: Sì, alla fine si tratta di dare uno shock value, senza dover per forza usare delle parole shock.
Vipra: Certo, è un disco meno shock value. Sembra che alla gente devi dire “oh, questa è una puttana”, se no non lo apprezza. Ma a me non ne frega niente. Non voglio dire una cosa che piace alle persone, perché le persone non mi piacciono e perché non mi interessa dire un certo tipo di cose. Ripeto, si possono ascoltare tantissimi artisti che dicono “vado a troie”. Boh. Già siamo un paese terribile, devo pure metterci questa cosa io ad aggravare la situazione? Tu da ascoltatore, quando senti Simba La Rue che dice “questa me la scopo e poi le do un cazzotto”, ti sembra figo? Puoi dirmi sì, eh, ci sta, per carità.
Per me non lo è.
Vipra: Per certo pubblico però sì.
E infatti sta qui il problema. Però sì, in questi giorni stavo leggendo degli articoli sulla censura nel rap, e quindi da lì mi era sorta la domanda, ma sono molto d’accordo con quello che dite.
Tremila: No, no, nessuno ci ha impedito di dire qualcosa.
Vipra: E ripeto, ormai dicono tutti le stesse identiche cose nelle canzoni, è insopportabile. “La mamma a cui devo comprare la borsa, così è contenta e smette di piangere” – roba da andarci dallo psicologo per risolversela. “La tipa che mi scopo e la mando via” – lo diceva Tony Effe nel 2018. “Sono un matto e ho gli amici matti” – spesso sono amici normalissimi e con niente da dire. Tutte cose già dette e ridette. Che noi non avevamo nessuna intenzione di dire. Ci sono altre cose nel disco, più interessanti.
Ad esempio, una cosa molto interessante è il brano “francesca sott’acqua“. All’inizio raccontate di questa scena in cui c’è una ragazza dall’altra parte del vetro, e non la sentite mentre parla. Mi ha ricordato tantissimo la puntata di Bojack Horseman ambientata sott’acqua, non so se l’avete vista e se ci avete effettivamente pensato.
Vipra: No, è una cosa che mi è letteralmente successa, c’era una ragazza, che si chiamava Francesca, dall’altra parte del vetro che parlava e io non la sentivo. Il brano parla di quello: della difficoltà di comunicare, di un ostacolo che in questo caso è rappresentato come fisico. Lei mi diceva una cosa e io non la potevo sentire, ma anche se avessi potuto farlo probabilmente non ci saremmo capiti. E poi quando ti ricordi le cose, dopo tanti anni, i dialoghi li dimentichi sempre. A me questa situazione è successa dieci anni fa, non me la ricordo più, mi è rimasta solo questa immagine. È una canzone che parla di questo, della memoria.
E poi la dimensione dell’acqua mi piace tantissimo, c’era anche ne La città – la dimensione dell’utero, del grembo, della nascita, della privazione sensoriale. Mi piaceva molto, e quindi è nato questo brano. Sì in effetti sai, hai ragione, c’è meno droga, ci sono meno antidepressivi. Però ‘ste cose ti mangiano il cervello. Sono farmaci pesanti pure questi, quindi a un certo punto basta, vai in palestra anziché prenderti gli antidepressivi. E te lo dice una persona che ne ha presi tanti. A un certo punto it’s not fun anymore, nemmeno cool, è solo brutto.
Questa immagino sia una domanda abbastanza scontata, però ve la faccio lo stesso. In “essere britney” cantate “ho bisogno di stimoli, non di un cazzo di featuring” – parole coerenti con l’assenza di featuring nel disco, e in controcorrente rispetto ai dischi che escono, soprattutto d’estate. Questo anticonformismo nasce dal volere proteggere l’identità dei Sxrrxwland senza snaturarla?
Tremila: No, è che non conoscevamo nessuno!
Vipra: Dai! Io sono il più PR del gruppo, ma penso che molti featuring siano proprio brutti, fatti solo per far crescere gli ascolti. Spesso nel rap si fa il featuring con Sfera Ebbasta e il pezzo esplode.
Tremila: Alla fine questo è il nostro primo full length album, racconta certi concetti, ci sta che non abbia featuring.
Vipra: Non è che non li vogliamo, ma non li andiamo a cercare se non vengono in maniera naturale.
Tremila: Più che altro è inutile cercare la collaborazione di altri se non hai niente da mettere. Siamo delle persone molto aperte a collaborare, però.
Vipra: Non abbiamo featuring, ma abbiamo tanti amici artisti, con cui magari andiamo a bere la sera.
Vi puntano la pistola alla tempia e vi dicono che dovete fare un featuring. Vale tutto, artisti italiani, stranieri, vivi, morti, ogni cosa. Chi scegliete?
Vipra: A me piace Yung Lean. Ha fatto molte cose diverse, ha fatto il pop punk, ha fatto i pezzi gangsta finti edgy, ha avuto dei side project. Soltanto in Italia siamo affezionati al fatto che un’artista deve fare una cosa e dobbiamo riconoscerlo per sempre per quella.
Tremila: Io invece, proprio per il vale tutto che dicevi, direi SOPHIE. Sarebbe stato molto interessante, anche solo conoscerci.
Vipra: Kendrick Lamar anche.
Osore: Io non ascolto musica.
Vipra: Ora ti dice tipo Rachmaninoff. Aspetta che ora prende Bandcamp.
Osore: Dai, diciamo A.G. Cook.
Grazie. Avevo delle domande messe in ordine ma poi la discussione di prima mi ha preso e ora mi sono completamente scordato a che punto eravamo.
Vipra: Siamo logorroici, scusami.
Ma no anzi, mi sono divertito. Vi ho fatto un sacco di domande sui testi, ora ve ne faccio una sulla produzione. “blessami“, la prima track, è molto diversa dai precedenti lavori, piena di suonini. Chi ha avuto questa idea?
Osore: Come dicevamo prima, è nato prima il concetto, ANIMA MACCHINA. E sulla base di questo volevo fare un disco puramente sintetico, qualcosa con pochissimi elementi organici, tranne francesca sott’acqua che invece ne è piena, è il contrappeso dell’album. Volevo riprendere dei suoni digitali, quasi cheap tune, simile a quanto avevamo fatto in Lasciami qui. Ma li volevo più veloci. Stavo suonando sulla tastiera, è uscita la produzione di blessami e ho detto “è questo”.
Vipra: È brain rot music, sono sicuro che siamo stati in anticipo sui tempi. Ora vanno di moda le cose che ti danno miliardi di stimoli e miliardi di informazioni. Abbiamo fatto un disco per persone senza soglia dell’attenzione. Oggi la gente apprezza i nostri pezzi del 2018. Questo disco piacerà nel 2026. Forse ci sarà ostilità verso queste canzoni oggi, ma tanto c’era ostilità quando è nato Sxrrxwland, e poi è diventato quasi un culto.
Ecco, esatto. Quando vi hanno annunciati in line up al MI AMI i commenti sono esplosi. E poi qualunque cosa che scrivete o dite, la gente impazzisce, c’è proprio questo culto.
Vipra: All’inizio abbiamo rappresentato una fetta di pubblico che aveva pochi artisti di riferimento. Erano persone che non volevano fare i cosplayer dei criminali, e non volevano canzoni sulle storie d’amore universitario. Sxrrxwland stava proprio in mezzo. Abbiamo un pubblico curioso, colorato, che vive in maniera profonda la felicità e la tristezza. Questo culto si può vivere proprio perché c’è questa parte di pubblico che vive le cose con molta profondità, abbiamo incarnato un modo di essere e di pensare. Noi siamo i Sxrrxwland, non Sxrrxwgang, non siamo una gang e gli altri stanno fuori. Siamo un luogo, è tutto molto orizzontale. Tutti gli artisti hanno i loro culti, il nostro però non è un culto della personalità.
Tremila: A me piace proprio questo, noi siamo sempre in terza persona. Non è mai io, noi, ma sempre quello che sta succedendo.
Vipra: Non c’è un frontman, se non siamo tutti e 3 non si può fare ‘sta cosa.
ANIMA MACCHINA è uscito: ora che fate?
Tremila: Non lo so, il mio orizzonte temporale si esauriva il giorno della release.
Vipra: Sì, poi… aspetta si può dire?
Tremila: Diciamo “big things coming soon”.
Vipra: Diciamolo allora. Però sì, la prospettiva è quella di suonare live. Manca il tassello del pubblico. Noi abbiamo creato un puzzle, manca appunto l’ultimo tassello.
Tremila: Il nostro pubblico ci capisce e ci ascolta, e noi ne siamo infinitamente grati. Poi è anche un pubblico severo, mi ricordo appena facevamo un pezzo un po’ simile a un altro ce lo facevano pesare immediatamente.
Vipra: Però al MI AMI un anno abbiamo suonato in contemporanea con Massimo Pericolo, e la gente comunque è venuta a sentirci.
Un’ultima domanda, me l’ero dimenticata: in anima macchina, dite gli esseri umani ha tutti lo stesso difetto di fabbrica – volevo sapere qual è.
Vipra: Eh… Ognuno ne vede uno diverso.
Il vostro?
Vipra: Per me la parte più importante è quello che dico prima nel testo, che la musica non deve essere una compravendita di cose.
Tremila: Forse il difetto di fabbrica è la fragilità.
Vipra: Il fatto che si muore, che le cose umane sono caduche.
Tremila: Ma alla fine è la parte animica dentro la macchina.
Vipra: Alla fine ognuno ci vede il suo. Il fatto che si ammalano, che hanno paura.
Tremila: Mi fa ridere che dici “si ammalano”, non “ci ammaliamo”.
Vipra: Secondo te qual è?
Io pensavo al fatto che muoiono quando non devono morire. Forse un po’ triste.
Vipra: Sì però le cose tristi si possono dire anche su musiche uptempo. Piango al techno tipo. Che hit.
Mi sono divertito moltissimo. Non vedo l’ora di andare a sentirli sotto qualche palco.
SXRRXWLAND saranno in concerto al FABRIQUE il 5 DICEMBRE e porteranno live “ANIMA MACCHINA”
Filippo Colombo
Predico bene razzolando insomma, mi piace mangiare la pizza a colazione, odio i concerti dove si sta seduti.