I Tersø ci presentano la loro “Iperfamiglia”: canzoni per tempi difficili
Il progetto Tersø nasce nel freddo inverno emiliano del 2016 dall’incontro tra Marta Moretti e il producer Alessandro Renzetti. Da qualche giorno hanno pubblicato il loro nuovo album Iperfamiglia, una parola che nell’ultimo anno ci siamo abituati a sentire spesso.
La famiglia infatti non è solo quella di sangue, ma può comprendere tutti gli affetti a cui siamo legati da potentissime sinergie. Con questo termine che ha un respiro universale e internazionale, i Tersø raccontano 8 storie che sanno di quotidianità e di vita vissuta. Di questi ragazzi mi piace il fatto che hanno scritto un disco quasi claustrofobico, denso di paure e angosce, perché porca miseria dopo un 2020 così, come fanno gli indie pop a scrivere solo canzoni felici? Quindi chapeau!
L’elemento che contraddistingue il duo emiliano è sicuramente l’elettronica ma questo disco ha anche un baricentro pop, le produzioni sono accurate e i testi sono spontanei e delicati. Ascoltando i Tersø non mi viene voglia di ballare ma questo è un bene, i brani sono pieni di malinconia nonostante la cassa dritta e i bpm che aumentano in alcuni punti, questo disco rappresenta la loro maturità artistica e non a caso arriva dopo un anno di grande riflessione per tutti noi.
Traccia più interessante del disco: Eiger (per chi non lo sapesse è una montagna svizzera delle Alpi bernesi) racconta una storia fatta di solitudine (Dammi la posizione che non ti riesco a trovare) ma potenzialmente potrebbe anche essere una hit, in questa sua contraddizione esprime totale bellezza.
Partiamo dal titolo IPERFAMIGLIA, mai come in questo momento un titolo del genere fa pensare a milioni di cose vissute nell’anno appena concluso. Cosa vuol dire per voi la parola FAMIGLIA e cosa vuol dire andare oltre questo concetto?
Forse pensandoci il significato che abbiamo in testa della parola famiglia è, in realtà, l’iperfamiglia. I legami che ci costruiamo durante la vita di tutti i giorni, con le persone che incontriamo e che entrano di fatto a fare parte della nostra quotidianità. In certi casi pensare alla famiglia è come pensare ad un tavolo pieno di cibo e alle scuse più credibili che puoi inventare quando devi rispondere a domande del tipo “ma alla fine che lavoro fai?” o “quando fai un bambino?”, altre volte è solo un insieme di persone a cui vuoi semplicemente bene e che ti vogliono semplicemente bene, madre, sorella o vicino di casa che sia. Se la “famiglia” è per forza il primo esempio e “l’iperfamiglia” il secondo allora andare oltre è fondamentale ed è questo che abbiamo voluto approfondire con queste canzoni.
Storie che raccontano di Bologna, Milano, Torino, Berlino, insomma di qualsiasi città d’Italia e del mondo. Il sentimento è al plurale. Ma questi mesi non ci avranno forse reso più egoisti?
Questi mesi hanno sicuramente cambiato qualcosa dentro di noi, ognuno per quello che è. Gli effetti sono potenzialmente infiniti e probabilmente li vedremo per chissà quanto tempo, forse più egoisti sì ma con il significato più positivo che possa avere questa parola. Io per esempio, sono certa, non sottovaluterò mai più una serata in giro a fare niente di speciale o il poter portare avanti quello in cui credi fortemente, per esempio. È un modo di darsi più importanza alla fine, e di darla anche a tutto il resto.
Ascoltando queste tracce, mi torna la voglia di ballare in mezzo alla gente nei club, un pensiero che adesso sembra lontanissimo. Come vi state preparando a quando si tornerà a suonare e sudare dal vivo?
Che sogno e che malinconia! Non so, è difficile prepararsi davvero perché è molto difficile pensare a come sarà, al di là dei DPCM e delle restrizioni, come ci comporteremo noi? Forse sarà strano inizialmente, noi abbiamo cercato di tenere viva quella sensazione, per esempio, continuando a provare nella nostra sala prove. Quello che penso sia importante per prepararsi al meglio è tenere sempre a mente quanto sia stato difficile quando non abbiamo più potuto farlo.
La copertina del disco è una stanza in disordine con elementi che balzano all’occhio e facilmente si riconducono ai brani, raccontateci l’idea che c’è dietro.
Esatto l’idea è proprio questa che dici tu! Le otto canzoni del disco sono otto storie piene di oggetti e parole della vita di tutti i giorni, ci piaceva l’idea che la copertina del disco ne raffigurasse i singoli pezzi. Quando i ragazzi di Studio Frames l’hanno pensata come una stanza piena di quegli oggetti ci è sembrata l’immagine giusta. Tenendo conto anche dell’anno appena concluso e di questo inizio, questa copertina per noi è anche un po’ immagine di quello che abbiamo dentro, di tutte le cose che piano piano torneranno al loro posto.
Giulia Perna
Meglio conosciuta come @machitelhachiesto. Salernitana di nascita e bolognese per amore di questa città. Ha conseguito il titolo di Laurea specialistica in Comunicazione pubblica e d'impresa presso l'Università di Bologna. Si definisce "malinconica per vocazione". Da grande vorrebbe osservare le stelle. Crede nella forza delle parole, nella bellezza che spacca il cuore e nella gentilezza rivoluzionaria. Le piace andare ai concerti, mischiarsi tra la gente, sentire il profumo del mare e camminare sotto i portici.