Io sono convinto che uno come Giuse the Lizia dedichi canzoni anche alla sua chitarra. Quell’amica che almeno una volta nella vita hai associato alle parole “porto sicuro”, che ti ci vedi e non ti ci vedi, con cui puoi fare l’amore e il mondo continuerebbe a girare per entrambi. L’intricato quesito della libertà di coppia è finalmente risolto: lo so che ti amo e che tu ami me, ma ora che sono all’università e non voglio precludermi alcun tipo di esperienza. Ho bisogno di sperimentare cose nuove.
E poi arriva la musica elettronica, sinuosa e imprevedibile come le balotte bolognesi. Una novità che si prende uno ruolo preponderante in Lalalacrime, ultimo EP del giovane talento di Bagheria, uscito lo scorso 13 maggio. Da oggi, sabato 28, parte il tour: prima tappa Mi Ami fest, il palco che un anno fa ha ospitato la primissima performance della sua carriera.
Canta, suona a studia giurisprudenza. Fiero esponente dell’Alma Mater di Bologna, Giuseppe Puleo, ventenne scapigliato, non ha messo in secondo piano il percorso accademico. “Io sono venuto a Bolo per studià, poi è arrivata la musica. C’ho pure la borraccia” ci ricorda scherzando.
Sì perché come scrive Luca Carboni, Bologna è una regola, e Giuse lo ha imparato in fretta. Un trasferimento che per lui ha significato tanto: è cambiato tutto ci dice. Impossibile rimanere indifferenti al meltinpot culturale e alla sua atmosfera che ti abbraccia.
La sorpresa più grande però rimane Maciste Dischi. Una risposta ad una mail inviata mesi prima e accanto alla professione di studente si aggiunge quella di cantante. I suoi colleghi di label: Gazzelle, Mobrici, Fulminacci. Mica male.
Il suo curriculum musicale si apre con Vietnam, brano prodotto in collaborazione con Mr. Monkey, seguito da una serie di singoli tra i quali si cita Magari Poi Ti Passa, schietta come una sberla in viso. A novembre 2021 pubblica il primo EP intitolato Come Minimo [ne abbiamo parlato qui], in cui sono presenti un paio di collaborazioni con Bais e Novelo, suo amico e collega in Maciste.
Lalalacrime è decisamente un passo in avanti: lo stesso numero di tracce, sei, scritte però con maggiore consapevolezza. Anticipato dai singoli Parole Peggiori e Particelle, Giuse esplora nuovi mari assieme a nuovi amici tra producers e cantanti con una sola costante di riferimento: essere freschi. E i featuring non deludono: nella raccolta compaiono Laila Al Habash e Memento, artisti altrettanto giovani e in ascesa.
Noi de Le Rane abbiamo avuto l’occasione di farci due chiacchiere per conoscere meglio sia il lato d’artista che quello personale. Di seguito l’intervista.
Ciao Giuse, sei pronto per il tour? Sei un po’ più rilassato rispetto ai live dell’anno scorso?
Certo, sono già a Milano. Quest’estate suonerò con Pier (Pierfrancesco Pasini) ed Enrico (Estremo). L’idea di stare sul palco con altra gente mi gasa. I presupposti sono di prendersela bene.
Ci sono due cose da dire: da una parte io sono molto ansioso prima, poi quando comincio a suonare so gestirla. Anche con gli esami ho molta ansia prima, ma una volta cominciato mi lascio andare perché capisco che la cosa è molto meno tragica di quello che pensavo. E quindi mi piglio bene.
Il trasferimento da Bagheria a Bologna deve essere stato un bel cambiamento per il tuo quotidiano. Come ti senti dopo questo primo periodo a Bolo e cosa ti sta insegnando questa città?
Bologna secondo me è una città strana, perché è piccola ma è gigante, siamo tutti giovani, tutti studenti. Condividiamo gli stessi timori, le stesse ansie, quindi si crea un clima che ti abbraccia. Io la vivo così.
Il salto è stato forte. Vengo da un paese che non è piccolissimo, però non si respira l’aria di Bolo. Credo che quella non la si respiri da nessun’altra parte. Anche per la musica, nonostante non sia una bella cosa, vivere qui mi ha avvicinato alle opportunità che il settore aveva da offrire. Immagina solo essere così vicino a Milano. Per ora nei miei programmi c’è di rimanere qui.
Come mai giurisprudenza? Riesci ad incastrare esami e concerti?
Giurisprudenza perché è dal liceo che ho questo pallino.
Io l’università non la lascio. Sono venuto qui per studiare, poi è arrivata la musica. Di base credo sia utile fare un calendario, per capire i periodi in cui ti metti sotto con qualcosa e dei periodi in cui inevitabilmente non puoi farlo.
Ieri mattina ho dato un esame gigantesco: diritto commerciale. Fortunatamente è andata bene quindi ora voglio dedicarmi totalmente alla musica. Sicuramente a settembre avrò delle cose da fare ma è fattibile.
Parliamo di musica. “Lalalacrime”, rispetto al primo EP, è stato scritto con più consapevolezza e questo si nota soprattutto da Il Brutto Del Mondo featuring Memento. Mi ha stupito come due artisti così giovani abbiano reso così bene un brano che tende all’universale. Se dovessi sintetizzare il brutto del mondo in un solo concetto, quale sarebbe?
Io penso da sempre che il brutto del mondo siano le diseguaglianze sociali. In qualsiasi ambito.
Una novità del disco è lo spazio dato alla musica elettronica, basta ascoltare Diretta Rai. È un genere che ti appartiene o è stata influenza dei producers?
La musica elettronica mi piace un sacco e piace molto anche ai produttori con cui lavoro quindi questa wave va continuata.
Diretta Rai è un esempio particolare perché la prima parte l’avevo scritta alla chitarra, mentre la seconda è nata tutta in studio. Ci abbiamo messo un po’ ma poi con Mr. Monkey abbiamo capito la direzione che doveva prendere.
Risposta schietta: mentre la stavate arrangiando pensavate al meme? Inizio io: “Questa è benzina…”
“…Io mi do fuoco”
Sì. Fino all’ultimo pensavamo di inserire all’inizio o alla fine un sample di quel video, poi non è andata.
Mi sbilancio e dico che Giorni Blue è il prequel di Serate Toste, anche se la prima è più indirizzata ad una persona nello specifico che alle balotte in compagnia. Vorrei citare dei versi. In Serate Toste dici “Immaginarsi amanti / Sì, ma senza alcuna fretta” mentre in Giorni Blue scrivi “Non stiamo mica assieme sulla carta / Ma, se capita, ci concediamo una sessione in macchina”. Ho due domande.
La prima: ti innamori facilmente?
Così de’ botto [ride]. Innamorarmi no dai, ma affezionarmi sì, troppo. Soprattutto a livello sentimentale quando qualcosa o qualcuno entra nella mia orbita poi per me è difficile tenere le distanze. Mi ritrovo dentro cose grandi che però magari hanno dei problemi alla base. Io non me ne accorgo e poi scoppiano i casini.
La seconda: credi che a livello linguistico in Italia manchino dei termini per definire questo tipo di relazioni più libere, fluide?
Certo e questo dimostra quanto la lingua italiana abbia radici antiche.
Per mia esperienza le relazioni non sono mai cose da definire. Le relazioni aperte funzionano nel 2% dei casi, nel restante dei casi c’è chi soffre e chi fa quello un po’ insensibile. E intanto si piange. C’è un po’ di inettitudine nel gestire i rapporti oggi, forse anche falsità. Questo perché non si parla, non c’è dialogo. Sembra che più ci provi e meno ci riesci.
Boy, don’t cry: personalmente facevo parte di quelli che quando è uscito il Trap Take voleva subito avere la versione integrale. Inserendolo in Lalalacrime hai avuto l’occasione di dargli seconda vita, te la immaginavi già così quando l’hai suonata per radio 105?
Assolutamente no, ai tempi avevamo fatto solo un minuto di canzone, poi il resto e venuto fuori in studio. Infatti la struttura del pezzo è un po’ matta, non c’è una strofa che si ripeta alla stessa maniera. Ci siamo divertiti un sacco.
Ritengo per te una fortuna avere Fulminacci come collega in Maciste Dischi. L’approccio che date alla musica è simile a partire dall’impostazione chitarra e voce, solo che lui ti dice le cose in modo più ragionato e intellettuale, invece tu sei più diretto.
Cosa hai avuto modo di imparare dal Fulmine e cosa bolle in pentola?
Prima che io entrassi in Maciste era uno dei miei artisti preferiti e continua ad esserlo. È una persona che stimo a prescindere dalla sua musica. Penso che gli show che sta portando in giro per l’Italia siano incredibili: è l’unico che fa tutto il suo repertorio.
La pentola bolle. Se ne parla in ottica disco.
Di recente Maciste sta dando una bella spinta alle nuove generazioni tra te, Novelo e Centomilacarie. Una settimana fa un amico che abbiamo in comune mi ha segnalato proprio Centomilacarie, dicendomi di tenerlo d’occhio. Hai avuto modo di conoscerlo?
Sì, l’ho conosciuto. Come artista è completamente fuori da qualsiasi schema. Io, come molti altri della mia età, ho un background musicale tale per cui degli schemi, anche minimi, ci sono quando vai a comporre un pezzo. Un’impostazione di forma-canzone tipica insomma. Lui no, è scevro da contaminazioni di alcun tipo. Butta fuori le cose senza filtri in modo spiazzante in un primo momento, poi capisci che è una figata.
Giuse the Lizia è in tour. Di seguito le prossime date (calendario in aggiornamento)
28 maggio – Segrate (MI) MI AMI FESTIVAL
29 maggio – Buggiano (PT) BELLA VISTA SOCIAL FEST
10 giugno – Rovigo VOCI DAL BASSO
25 giugno – Marina Romea (RA) GHEPENSIMAR @Bagno Polka
16 luglio – Vicenza JAMROCK FESTIVAL
11 agosto – Lamezia Terme (CZ) COLOR FEST
09 settembre – Genova GOA BOA
Antonio Verlino
Chiamatemi Toni (rigorosamente con la I) e sarò felice. Laureando in Semiotica presso Alma Mater Studiorum, Bologna. Vedo e sento musica ovunque, a volte anche dove non ce n'è. Poi riguardo bene e la trovo sempre.