Vale LP è proprio una brava “GUAGLIONA”

Di venerdì e precisamente il 17 maggio, sfidando tutti i riti scaramantici, è uscito il disco d’esordio di Valentina Sanseverino. Vale la pena ascoltarlo? Decisamente sì. Di Vale LP convince tutto.

Ho rivisto la sua prima esibizione a X Factor, dove è partita con la voglia di trasformare il suo piccolo sogno di provincia in qualcosa di grande. A Sanremo Giovani, con il brano “Stronza“, ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per realizzare i suoi propositi.

GUAGLIONA” è un disco che trasuda vita e passione, ma anche studio, attenzione e consapevolezza, maturata danzando con onestà sul filo dei suoi anni. Il filo conduttore di tutti i brani è il rifiuto di qualsiasi tipo di incasellamento, a partire dal titolo, per abbracciare un’universalità di intenti in cui chiunque può riconoscersi o semplicemente lasciarsi travolgere.

L’abbiamo intervistata.

Da X Factor al tuo primo ep, dai concerti di Madame al Primo Maggio. È uscito il tuo primo disco. Come ti senti oggi?

Oggi mi sento in pace. Penso che tutto quello che ho vissuto mi sia servito a livello umano per crescere ma anche per dare un’identità alla mia musica. Mi capita spesso, in maniera divertente, di rivedere le esperienze passate. Mi rendo conto di essere sicuramente cresciuta, ma non cambiata. Questa sensaziome mi aiuta a mantenere viva una determinata curiosità adolescenziale, quella voglia di scoprire e sperimentare.

Riferendomi a ciò che hai detto, ogni volta che rivedo le mie esibizioni penso che avrebbero potuto essere migliori, ma riconosco in me un nucleo più consapevole. Questa consapevolezza è presente nelle mie canzoni e, in particolare, in questo disco. Esso rappresenta al meglio le mie capacità, riuscendo a essere serio ma anche giocoso, come un bambino.

Al contempo, ricorda agli adulti che è possibile giocare in maniera positiva, permettendo alle proprie emozioni di esplodere interiormente. Questa energia prorompente nel disco deriva proprio dal mio desiderio di evitare sovrastrutture, lasciando che le emozioni e la musica mi rapiscano.

Vale Lp Guagliona
Vale LP – GUAGLIONA [Ascolta]

Partiamo dal titolo. Ci racconti perché hai scelto questa parola?

È un disco nato in maniera naturale, fisiologica. Mi è sembrato il concetto giusto a cui collegare questa maturazione, non intesa come un limite, ma come un’evoluzione. Questo mi riporta molto a un periodo adolescenziale, in cui per la prima volta avevo consapevolezza di me stessa, ma al contempo le mie emozioni erano intense e nuove. Mi sembrava un po’ come chiudere un cerchio, essendo questo il mio primo disco e la mia prima esperienza nel crearne uno.

Realizzare un disco è stato un percorso difficile, ma l’ho affrontato con serietà e dedizione. Mi sono immersa completamente nella musica, nei concerti, nella narrazione, e per questo motivo è emersa l’idea di rappresentarlo con questo nome. Ci sono anche altri aspetti divertenti: il termine “guaglione”, che tradizionalmente ha una connotazione maschile, mi sembrava bello restituirlo con una nuova identità, più aperta. Infatti, considero il mio disco molto inclusivo, non legato strettamente a chi sono io, Valentina, ma piuttosto alle mie emozioni, che sono il vero canale di condivisione con gli altri.

“Fiore per te” è la canzone di apertura, se vogliamo diversa dalle altre anche dal punto di vista sonoro, che parla di inadeguatezza; è come se tu mettessi a disposizione del tuo pubblico ciò che senti nella speranza di poter aiutare chi ti ascolta. Ci puoi approfondire questo concetto?

Credo che questa sia la base dell’arte nobile che è la musica. Ho sempre ricevuto molto dalla musica, anche come ascoltatrice appassionata fin da piccola. La passione per la musica nasce dalla voglia di trovare una voce guida che mi aiutasse a comprendere che le sofferenze, sebbene diverse, sono tutte significative. Le sofferenze di un bambino, di un adolescente che sta crescendo, di un adulto, di un genitore o di un anziano sono tutte trasversali e comprensibili.

Il disco, e in particolare questa traccia, pone attenzione sulla fragilità, ma anche sull’utilità delle sofferenze. Noi siamo dei catalizzatori delle esperienze e delle testimonianze. Troviamo l’energia per convertire tutto ciò che ci accade in un disegno complessivo che ci accompagna nella vita, indipendentemente dal nostro ruolo professionale. Mi piaceva l’idea di iniziare il disco con “Fiore per te” invece di metterla come ultima traccia, come ringraziamento finale.

Lavorando sulla scaletta, ho deciso di mettere questo brano all’inizio, nonostante sia più spoglio e complicato rispetto ad altri più energetici. Volevo individuare lo scopo ultimo del disco e forse anche della mia esistenza. La musica mi ha aiutato a prendere la mia sofferenza e a renderla utile, almeno per me.

È una traccia semplice, strutturata con un basso e pochi accordi di pianoforte. Scriverla è stato difficile e anche cantarla, ma sono contenta che il disco inizi proprio con questo brano.

Vale LP foto di Alice Castelli
Vale LP, foto di Alice Castelli
Lavorare con una varietà di generi musicali, dalle influenze hip hop alla musica cantautorale, può presentare delle sfide nell’assicurarsi che il risultato sia coerente. Come hai gestito questa diversità nel tuo processo creativo?

Non amo l’idea di essere sempre coerente. L’unica coerenza a cui sono debitrice è la mia personalità. Mi piace abbracciare tutte le mie diversità e avere il coraggio di fare un disco eterogeneo. Le tracce non sono unite da una narrativa o un sound unificato che potrebbe sottolineare un’identità specifica, ma escludere tanto altro.

Mentre creavo queste canzoni, non avevo in mente di realizzare un disco. Mi sono sentita molte persone diverse, come dicevo riguardo al concetto di “guaglione.” Quindi, perché non fare un disco colorato? Non avrei voluto fare diversamente perché questo è ciò che sento dentro di me. Il filo conduttore è la necessità di raccontarsi in modo onesto.

Questa necessità mi ha anche sbloccato su un aspetto che avevo dentro da tanto tempo: scrivere in napoletano. Inoltre, mi ha permesso di aprirmi a livello melodico con la voce, che è sempre stata un limite per me. Quando ho iniziato, avevo vergogna della mia voce, e questo è continuato anche durante X Factor. Non la conoscevo bene, ma questo disco mi ha dato la libertà di essere chi voglio.

Spero che questo messaggio arrivi anche agli altri. Non abbiamo bisogno di essere identificati solo dal colore della nostra pelle, dall’età, o dal genere. Possiamo essere molte cose nel rispetto degli altri, senza sentirci obbligati a identificarci in maniera univoca. Da questa esigenza è nato un disco così diverse non avrei potuto fare altrimenti.

Che valore ha per te il napoletano?

Per me cantare in napoletano ha un valore inestimabile. Rappresenta le mie radici, la mia identità e la mia storia. È un linguaggio che emerge in maniera naturale nel mio processo creativo da quando ho iniziato a fare musica. Tuttavia, ho sempre avuto un po’ di paura a utilizzarlo apertamente, perché sentivo una grande pressione data dalle figure iconiche che mi hanno preceduta, come Pino Daniele, e da tutte le realtà napoletane contemporanee che mi rappresentano.

La mia storia personale, che include il trasferimento da Napoli a Caserta e poi vivere in un paesino dell’Alto Casertano come Sparanise, mi ha fatto sentire un po’ distante da Napoli. Nonostante ciò, mi sento profondamente napoletana e ho voluto esprimere questo nel mio disco. A Napoli, la gente percepisce subito se ciò che dici è autentico o meno. Quindi ho deciso di utilizzare il linguaggio partenopeo non solo perché è parte di me, ma anche per dimostrare a me stessa e agli altri che posso farlo. Il titolo del disco, “Guagliona,” è un omaggio al gergo napoletano e rappresenta questa mia scelta di abbracciare e celebrare la mia identità partenopea.

Cosa ci puoi dire della copertina del disco e del suo significato?

La copertina del disco riflette la mia identità e la varietà che voglio rappresentare nella mia musica. Ho fatto un lungo lavoro di ricerca per trovare un’immagine che rappresentasse questa varietà. Sono partita dalla tradizione napoletana, dal presepe, fino ad arrivare a icone come Charlie Chaplin, toccando tematiche anche neosurrealiste.

Vale LP, foto di Antonio De Masi
Vale LP, foto di Antonio De Masi

La copertina è stata uno scatto magnifico di De Masi e rappresenta Valentina, con il mio sguardo e i miei occhi in primo piano. Il mio volto è colorato di bianco, un colore che simboleggia l’unione di tutti i colori e rappresenta un concetto senza tempo e senza spazio. Non c’è una connotazione specifica di luogo o tempo, e il mio sguardo non è diretto in camera, suggerendo un senso di universalità e introspezione.

Il messaggio principale della copertina è che con la maschera posso cambiare ogni giorno, rimanendo comunque me stessa. Accettare il fatto di avere molteplici colori e sfaccettature è parte della mia identità. Questo concetto di mutabilità e varietà si riflette anche nella musica del disco, che abbraccia diversi generi e influenze, senza limitarsi a un’unica narrativa o sound.

Quando si parla di musica mi sento a mio agio, ma quando si tratta di altre tematiche, ho più difficoltà. Posso solo fornire le mie ispirazioni, quindi mi sento più vulnerabile quando devo affidarmi agli altri. Tuttavia, De Masi ha fatto un lavoro stupendo e mi sento completamente rappresentata dal risultato finale. Sono felice del lavoro svolto e della ricerca che mi ha permesso di scoprire nuove cose, ampliando il mio bagaglio culturale.

In “A casa di Maria” sembra che parlare di una diatriba amorosa. Qual è il messaggio che si cela dietro a questa provocazione?

La storia di “A casa di Maria” è in realtà una riflessione sulla percezione delle nostre azioni nei confronti degli altri. Il brano racconta la vicenda di una persona che sembra aver fregato la ragazza a un amico, ma in realtà vuole esplorare una tematica più ampia. Quando compiamo azioni non canoniche o sovversive rispetto ai contesti sociali in cui viviamo, sembra quasi che stiamo rubando qualcosa a qualcun altro. Questo può riguardare vari aspetti della vita, come la sessualità, l’identità di genere, le scelte professionali o accademiche, o il desiderio di allontanarsi dal proprio ambiente familiare.

Personalmente, mi sono sentita così quando esprimevo la mia vera identità o facevo scelte che non seguivano le aspettative degli altri. È come se, realizzando i miei obiettivi, stessi togliendo opportunità ad altri. Mi piaceva l’idea di utilizzare una narrativa divertente e leggera per affrontare un tema così profondo. Il brano, strutturato con una chitarra accompagnata da effetti dub, sembra semplice ma è in realtà nasconde questa tematica di sottofondo

È un invito a riflettere sulle proprie insicurezze e a comprendere che ogni individuo ha il diritto di perseguire i propri sogni senza sentirsi in colpa.

In cosa ti senti diversa dagli altri e in cosa ti senti simile? Cosa ti ha fatto arrivare fino a qui?

Non mi sento né diversa né simile agli altri, mi sento semplicemente me stessa. Non ho paura di quanto diversi o simili possano essere gli altri, non è un elemento su cui baso le mie connessioni. Sono qui oggi perché ho lavorato su me stessa e non mi sono fermata davanti alle difficoltà. Le capisco e le accetto, così come accetto le cose belle. La vita va avanti, tra alti e bassi proprio come il mare, con le sue onde e i suoi mare moti.

Sono qui perché la musica è la mia passione. È un mondo che mi fa stare bene, che mi mette alla prova e mi mantiene attiva a livello emotivo e mentale. La musica è il motore emotivo che mi rende viva, umana e malleabile. Mi permette di sentirmi sempre in evoluzione, in costante cambiamento, ma sempre fedele a me stessa.

“Marò che feelings” parla di un baricentro. Qual è ad oggi il tuo?

Questo brano sottolinea l’importanza dei sogni. Sono meravigliosi e bellissimi, e rappresentano le strade da perseguire. Ma ci sono anche ostacoli e tortuosità che riguardano le aspettative e ciò che pensiamo di poter realizzare. La canzone ha uno stile molto naturale e libero, con una struttura discontinua che riflette il messaggio: la vita non è per forza una corsa verso un obiettivo. Forse sono la prima a dover ancora imparare questa lezione, e sto cercando di farlo in questo periodo.

La musica mi fa sentire materia viva, malleabile nel tempo, capace di adattarsi e crescere. Ecco perché, ogni volta che alzo gli occhi e vedo la vita attorno a me, mi sento a casa, trovando serenità in ogni nota che mi accompagna.

La musica mi ha insegnato che esisto io, Valentina, prima del progetto musicale o del desiderio di fare la cantante. Non sono solo una cantante, sono Valentina. È importante ricordare questo, per me e per gli altri, a prescindere dai premi, dalle classifiche, dagli obiettivi raggiunti, o dal numero di libri letti. La nostra identità non si riduce a ciò che conseguiamo.

Vale LP al MI AMI
Vale LP live @MI AMI FEST

Come ti stai preparando per i live e hai già pensato a uno spettacolo per i tuoi brani?

Assolutamente sì, mi sto preparando con grande impegno. A prescindere dal fatto che il disco è nato proprio per essere suonato dal vivo, abbiamo scelto di realizzarlo in modo che possa essere apprezzato al massimo durante i concerti. Dico sempre che è un disco che nasce per gli altri, con l’obiettivo di non restare solo nelle cuffiette, ma di essere visto e ascoltato dal vivo. Per questo, stiamo provando intensamente.

Mi mostrerò per quella che sono oggi, dopo aver lavorato a questo progetto che sicuramente mi ha formato. Non vedo l’ora di mettermi in gioco e di vedere come suonerà il disco con il pubblico.

Voglio anche emozionarmi e vivere ogni momento, perché sarà una prima volta speciale sia per me che per il pubblico. Il mio obiettivo è di godermi appieno questo momento unico.

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