Sonorità cristalline che partono dall’indie pop e strizzano l’occhio ad atmosfere ambient, senza rinunciare all’elettronica. Ecco alcune delle caratteristiche di “Cose”, l’EP d’esordio di Valucre uscito lo scorso novembre 2020. Avevamo già ascoltato l’artista con i suoi singoli “Era ora”, “Povero Massi” e “Libellule”, brani che già avevano collocato Valucre tra le giovani promesse dello scorso anno. Il suo EP d’esordio ne è una conferma: il progetto si presenta musicalmente come eclettico, ben definito e autenticamente personale. Si tratta infatti di sette brani quasi eterei ma pungenti che, con un estro narrativo forse semplice, risultano essere comunque d’impatto.
I testi di Valucre sono delle narrazioni di vita quotidiana accennata, mescolate a riflessioni personali basate sull’osservazione del mondo esterno al proprio io. Che siano storie vere o verosimili, poco importa: sono presentate come trame in cui è possibile l’immedesimazione. Inoltre, come ci spiega l’artista, ogni traccia è legata ad un preciso oggetto che, una volta scelto brano per brano, diventa espediente musicale e letterario intorno a cui ruota la narrazione. Questo concept si può anche intuire dalla copertina, curata dall’artista stessa.
“Cose” è dunque un progetto valido e promettente. Ne abbiamo parlato con Valucre.
Il tuo EP di esordio si intitola “Cose”. Come mai questo titolo così generico, ma così d’impatto?
Diciamo che il concept alla base dell’EP è paragonare la raccolta di brani ad una collezione di oggetti. Il titolo “Cose” deriva da questo. Ogni canzone è riferita ad un oggetto specifico. E poi quando abbiamo riascoltato le canzoni e riletto i testi, abbiamo notato che è una parola che utilizzo alquanto spesso; questo è un altro motivo.
Le sonorità sono indie pop, elettroniche e un po’ ambient. Come è andata la fase di produzione?
La fase di produzione è andata molto bene. Ho trascorso una settimana in studio, con Alessandro Forte. I brani sono sette, quindi abbiamo registrato un brano al giorno. Poi per me è stata la prima session in studio così intensa. Alessandro è stato capace di intuire quali fossero i suoni e i messaggi che volevo raccontare con i miei testi e quindi con la mia musica.
Ti occupi anche dell’aspetto visual del tuo progetto. Come mai questa scelta?
In realtà la grafica è una delle mie passioni insieme alla musica. Mi piace riuscire a unire le cose. Ma non solo, mi occupo anche di scrivere i video e di girarli. Studio allo IED, quindi mi confronto con queste cose quotidianamente ed è bello per me applicare ciò che studio anche al mio progetto personale.
I tuoi brani sono ispirati a storie reali o c’è una forte componente di immaginazione?
Diciamo che i miei brani sono un punto di incontro fra queste due cose. La maggior parte dei brani si basa su episodi reali o piccole cose che succedono, che mi fanno pensare, portandomi quindi a usare l’immaginazione e a riflettere. Il tutto si riversa nei brani.
“Cose” rappresenta l’apertura di un periodo nuovo. Cosa ci dobbiamo aspettare?
Direi che effettivamente non abbiamo ancora finito di parlare dell’EP “Cose”, infatti stiamo preparando altri contenuti legati a questo EP. Ma, in ogni caso, il periodo nuovo è iniziato: sto cominciando a lavorare a dei pezzi nuovi.