1994 vs 2019 Mtv Video Music Awards: ha senso confrontare due epoche?
In questi giorni, su Facebook, mi sono imbattuto diverse volte su un post, per la precisione una foto nella quale sono segnalati i candidati ai Videomusic Awards di Mtv del 1994 e quelli di quest’anno.
Il senso della foto dovrebbe essere quello di “denunciare” uno scadimento della qualità musicale in questi 25 anni. Credo, però, siano doverose (o quantomeno utili) delle note a margine.
Innanzitutto è abbastanza probabile che la condivisione (e il senso di disgusto) di tale foto appartenga a chi, come me, è nato prima ancora che Chicco Mentana andasse a lavorare in Rai (esatto, Mentana non è nato insieme a La7).
Premesso quindi che si ha a che fare (nella maggior parte dei casi) con degli over 35, bisogna poi sottolineare che sono passati, appunto 25 anni. Un quarto di secolo.
Per intenderci, 1994. Niente cellulari (figuriamoci smartphone), niente Sky, Dazn, Nowtv, Netflix o Iptv. I viaggi si prenotavano nelle agenzie e non su Trivago, mandare un allegato via mail era reato perché ci volevano minuti e minuti per scaricare un file. Si ascoltavano i CD (se eri ricco, altrimenti le cassette nei walkman), le serie tv si chiamavano telefilm e la prima serata dei film era alle 20.30 e non alle 21.30 passate. L’unico cibo che arrivava a casa era quello che ti andavi a prendere direttamente tu (ed erano solo pizze).
Insomma di tempo ne è passato decisamente molto, così tanto che fare paragoni dovrebbe essere come un quadruplo salto mortale dal trampolino di un metro (per i non addetti ai lavori, non si riesce a fare, c’è poco spazio dallo stacco all’acqua per riuscirci).
Ma noi siamo fantascienza e non scienza (parafrasando uno spot della Nordmende degli anni 80) e ci proviamo lo stesso.
La musica aveva dei canali precisi per la diffusione e la tv (anche quella generalista) proponeva programmi mirati che avessero la musica al centro dell’attenzione (no, non sto parlando di Sarabanda). In questo scenario Mtv (e Videomusic) proponevano musica h 24, senza nessun altro tipo di contenuto (nemmeno Geordi Shore).
Tramettere quindi musica h 24 ed essere l’unico strumento audiovisivo che permetteva di essere captato dall’utenza era quindi un compito che doveva, sulla carta, cercare di accontentare la più vasta platea possibile. Nel 1994 i generi, erano ben distinguibili e parlare di pop, rock, hip-hop, elettronica, etc comportava parlare ad un pubblico bene specifico e individuabile.
Date queste premesse, bisognerebbe quindi paragonare i 2 elenchi, ma quali sono le categorie da utilizzare? Quali le variabili?
Avete presente quando, nell’attimo fuggente, Robin Williams fa leggere la premessa del testo sulla poesia e inizia a disegnare un grafico alla lavagna e poi fa strappare quella pagina ai suoi studenti?! Ecco, credo che ci troveremo di fronte alla stessa cosa. Se proviamo a inserire dei parametri per creare una “classifica di merito” tra gli artisti di allora e quelli di oggi, probabilmente il compianto Mork (cercate su You Tube Mork & Mindy) ci farebbe strappare quella classifica.
Ogni epoca ha i suoi linguaggi e la musica, forse più di ogni altra forma di comunicazione ha la capacità immediata di intercettare quei linguaggi (a volte di farli suoi prima che diventino di “pubblico dominio”). Pensare che il 1994 fosse meglio del 2019 forse è giusto, ma solo se si decide di dare a questo giudizio un peso che va ben oltre alla musica, altrimenti si cade nell’ipocrisia.
C’è solo un dato, uno soltanto, su cui mi permetto di mettere un macigno pesante e sul quale sono disposto a mettere in gara le due “formazioni”: il concetto di carriera.
Di quella colonna di sinistra, ancora oggi, molti sono in attività, molti sfornano dischi che sono ancora da ascoltare e non tentavi annacquati di sbarcare il lunario, molti fanno tour mondiali che definire “imperdibili” è riduttivo.
Il dubbio (ma amo essere smentito) è che di quelli nella colonna di destra, tra 25 anni, non sentiremo più parlare. Ma anche qui la colpa è di una velocità di consumo che divora in tempi brevi ogni singola cosa, carriere comprese (salvo poche, pochissime eccezioni).