Cosa c’è di male nel pop dei Pinguini Tattici Nucleari?
Cade la neve, i Pinguini Tattici Nucleari inciampano, si sbucciano un ginocchio e un Ahia! viene fuori deciso, pulito e pure simpatico.
Un EP, non un album come ti aspetti da chi ha appena sfondato e avrebbe tante cose da dire. Elio Biffi, infatti, ci tiene a chiarire la loro posizione e, nella conferenza stampa dello scorso 2 dicembre tenutasi presso la Mondadori di Milano, inneggia al dono della sintesi: “meglio dire meno cose ma che siano più incisive”.
Valerio Lundini, il moderatore chiamato letteralmente a moderare il nulla perché l’aria è già dolce e pacifica, sembra prendere seriamente appunti. Ma seriamente è una parola instabile con un personaggio così, che di una faccia inespressiva ha fatto la voce di un’ironia sottile e intelligente. E quello che pensavo fosse prendere appunti, saranno tre “p” disegnate su un foglio: “anche io ho fatto le P, ragazzi.”
Si ride, si scherza, e per chiudere con la questione EP e non album, Lundini chiede a Biffi la sua posizione riguardo al concetto di cofanetto. Con pungente sagacità, e la voce da chi sa farsi ascoltare, firma la condanna dei PTN a non poter mai pubblicare un cofanetto: “Il cofanetto è un fatto tipico di chi non ha nulla da dire, di chi vuole rivestirsi di qualcosa di materiale da offrire ai fan, ma che va ben oltre la musica.”
“Noi vogliamo offrire la nostra musica e non un fantastico oggetto di marketing”
E pensare che io ero proprio pronta a parlare con loro di marketing per sapere quanto fosse importante nella loro salita (per alcuni discesa) verso il pop.
Così li ho osservati scrupolosamente per tutta la durata della conferenza, ho cercato di vedere in loro qualcosa di Verdura, di Lake Washington Boulevard, e ora qualcosa di Scooby Doo.
Ho cercato di vedere in loro il pop e di capire nella loro attitudine perché si fa ancora fatica a comprenderlo. Ho realizzato che forse viene demonizzato così tanto a tal punto da aver generato nel ghetto musicale una contro-risposta un po’ distorta: la trap. Non ho detto vincente, ho detto distorta, sia chiaro.
“Diventare mainstream non ci preoccupa”
Anche stavolta, si son fatti trovare pronti alla domanda del tipico giornalista che mette il dito nella piaga. D’altronde si sa, la stampa dà, la stampa toglie, e loro, che sono stati bravi ad anticiparla, le hanno dato solo un motivo per dare, e nulla togliere. Scaltri e sinceri i ragazzi, bravi.
“Sanremo ci ha dato una nuova consapevolezza: voler raggiungere tanta gente”, afferma Riccardo Zanotti, la voce del gruppo. E in questo non c’è assolutamente nulla di male, anzi. Ben venga la sincerità, ben vengano le idee chiare. E in loro si vedono tutte, nitide e pure, ma non sono le sole ad esserlo nel fiore della loro attitudine.
Osservandoli alla fine ho trovato la mia risposta: il pop su di loro veste troppo bene.
Portano il pop come un abito cucito addosso
Magari nascono folk, ma chi, se non loro, può indossarlo così bene e dar motivi di farlo apprezzare. Chi se non coloro che sembrano non badare all’aspetto fisico e alla moda da musicisti, può farlo. E allora che lo facciano, che si prendano pure la briga di farsi portatori di una cultura pulita, apparentemente esente da strategie violente di marketing, e guai se smettono. Cosa, se non la loro purezza e poca costruzione, può infondere meglio la cultura del pop. Non il pop in sé, la cultura del pop.
Ecco dunque che sono giunta ad una conclusione a furia di osservarli e ascoltarli: i Pinguini Tattici Nucleari sono molto, molto bravi a fare quello che fanno. E non gli chiederei mai di fare altro.
Non gli chiederei mai di cambiare Pastello bianco, Giulia o Ahia! Non gli chiederei di smettere di rendere semplice il concetto di maschere come fanno in Scooby Doo. La penna di Zanotti è abbastanza sapiente da poter toccare temi più importanti, più esistenzialisti. E magari lo farà nei suoi prossimi libri ora che la sua carriera da scrittore si è appena inaugurata con la stesura dell’omonimo libro. Ma lui e i suoi compagni hanno scelto di parlare di questo, di storie semplici e vissute da ragazzi, e lo fanno con questa allegria, quella che sentirete in ogni canzone dell’EP. E con quella dolcezza e purezza che solo il brano Ahia! incarna così bene.
In questa sfilata di odi, Ahia! è un’ode alla leggerezza
In questo gioco indie verso la canzone più toccante e diversa, i Pinguini non partecipano, ma fanno musica giocando.
E allora, cosa c’è di male nel loro pop? Cosa c’è di male nei Pinguini Tattici Nucleari?
Cristiana Dicembre
Ho iniziato a scrivere per pensare ai fatti miei, ora scrivo solo di quelli degli altri. Di solito mi faccio descrivere dalla musica che più mi piace, per esempio: il mio album preferito ha una banana sullo sfondo.