Artiste unite contro la violenza di genere nel music business
TW // violenza di genere, molestie sessuali.
Le due artiste HÅN e Leanò hanno colto un’occasione di grande risonanza come il MI AMI Festival per diffondere un form che permetteva di denunciare le molestie sul lavoro.
Parlare, condividere, denunciare, unirsi. È sempre più forte, da parte delle donne e delle categorie marginalizzate, la voglia di farsi ascoltare e fare rete in più ambienti possibili per dire basta al sessismo e alle discriminazioni all’interno della nostra società. “Farsi ascoltare”, proprio così: oggi sono innumerevoli le donne che non hanno ancora possibilità di denunciare o raccontare la propria esperienza di violenza e abusi proprio a causa della natura della violenza stessa.
La violenza, ricordiamo, può avere molte forme invisibili: verbale, economica, psicologica, sessuale. Sono tutte, nessuna esclusa, forme subdole e invalidanti. Ecco perché ancora è dura “farsi ascoltare”. Perché non c’è sempre chi ti sente davvero, chi può aiutarti, chi ti crede, ma ci sarà sempre chi dubita, chi giudica, chi ti incolpa.
La diciottesima edizione del MI AMI festival è stata una valida occasione per parlare di molestie e sessismo all’interno dell’industria musicale.
È successo grazie all’idea di due giovani cantautrici, HÅN e Leanò, che avevano già iniziato a fare alcune domande in giro ad artiste donne per sapere come fosse stata la loro esperienza con gli addetti ai lavori o i colleghi musicisti nell’ambiente. Non ci è voluto molto prima di veder fioccare diverse testimonianze di esperienze terribili. Molestie, discriminazioni, abusi di potere, violenza sessuale, mobbing.
HÅN e Leanò hanno poi deciso di divulgare queste storie durante il festival milanese, stampando su volantini alcuni di questi racconti, con un QR code dove poter condividere anonimamente la propria storia di molestie nell’industria musicale o semplicemente lasciare il proprio contatto per parlarne insieme.
Il form si chiama “Girls Just Wanna Have Fun” e lo trovi qui
Viene fuori che moltissime donne avevano almeno un episodio da raccontare. Questo ci fa comprendere (e ci conferma, purtroppo) quanto sia un atteggiamento diffuso e normalizzato, quello di sentirsi in diritto di rivolgersi a una lavoratrice con aggressività, sessismo e riferimenti sessuali.
Ecco alcune storie condivise durante la domenica del MI AMI in cui si segnalano vere e proprie molestie sessuali da parte di abuser provenienti da diverse categorie di addetti ai lavori: fotografi, producer, artisti, manager, direttori artistici.
Le donne parlano, i numeri accompagnano.
Gli ultimi dati sulla situazione all’interno dell’industria musicale italiana sono stati raccolti da Equaly lo scorso novembre (in aggiornamento).
Equaly è la prima realtà italiana ad occuparsi di parità di genere nel music business dal 2021.
Dal questionario, sempre disponibile qui, è emerso che l’83% delle donne lavoratrici nell’industria musicale italiana si è sentita discriminata almeno una volta nel corso della sua carriera. Il 73,9% afferma di aver subito discriminazioni sulla base del genere e solo il 22,9% non ha mai subito comportamenti violenti sul lavoro. Altri numeri riguardano le diverse forme di violenza subita: il 35,3 % di tipo psicologico, il 9,8 % di tipo economico e l’1,4% di tipo fisico. Inoltre, si aggiunge un 21,6 % di lavoratrici che dichiara di aver subito più di un tipo di violenza.
L’indagine di Equaly è stata condotta con la sociologa Rebecca Paraciani. Il campione è stato analizzato con la massima tutela della privacy e riguarda sia chi lavora dietro le quinte, sia artiste.
Restiamo in trepidante attesa dei dati del 2024, ma non ci sorprenderebbe scoprire la media invariata, o quasi.
È vero, molte cose si stanno muovendo e i cambiamenti hanno bisogno di tempo per farsi sentire nel lungo termine. Certo è che non ci si può più fermare, non si possono più permettere comportamenti discriminatori e sessisti nel XXI secolo. Oggi abbiamo gli strumenti per allearci e de-costruirci dal sessismo con cui siamo nat*. Denunciamo tutti gli atteggiamenti maschilisti ogni qual volta si notino e difendiamo le lavoratrici.
È sempre il momento di farsi sentire. Unite possiamo fare la differenza.
Un grazie speciale a HÅN e a Leanò per aver dedicato spazio e tempo alla questione durante un festival così sentito come il MI AMI.