Dieci motivi per andare (ancora) ad un concerto de Lo Stato Sociale
Ho visto per la prima volta lo Stato Sociale in concerto nel 2012 ad Acciaroli (Sa). Ricordo che mi trovai quasi per caso a quel concerto, eravamo quaranta o cinquanta persone e canticchiavamo non più di un paio di ritornelli dei brani di Turisti della Democrazia. Avevo sedici anni e molti riferimenti contenuti nei loro testi non li capivo o comunque citavano cose che non conoscevo. Eppure fu uno dei concerti più divertenti a cui abbia mai partecipato.
A distanza di sei anni mi ritrovo ad un loro concerto a Teggiano (Sa) e mi rendo conto che sono cambiate un po’ di cose: non più quaranta ma tremila persone a riempire una piazza, quasi tutti che cantano a memoria le loro canzoni e un pubblico che va dai cinque ai settant’anni (io mi trovavo tra un passeggino e un anziano signore sulla settantina, non cantavano ma si divertivano). Eppure sono riuscita a divertirmi come la prima volta e ad apprezzare il concerto per vari motivi.
1) Eseguono parecchi pezzi vecchi
Se siete dei fan della prima ora non dovete temere di sorbirvi un’ora e quaranta di “una vecchia che balla” ed altri pezzi più recenti e famosi: la band porta sul palco parecchi brani di Turisti della democrazia e Welfare Pop. Il concerto è stato aperto con Mi sono rotto il cazzo, poi sono stati eseguiti anche Abbiamo vinto la guerra, Sono così indie,Pop, Quello che le donne dicono e Magari non è gay ma è aperto (queste ultime tre in versione medley).
2) Sono tutti e cinque protagonisti del concerto
Dimenticate Lodo come frontman della band, sul palco si esibiscono 5 frontman; tutti cantano almeno un brano a testa, si improvvisano attori da “stand up comedy” e dimostrano di essere polistrumentisti.
3) Fanno satira e sensibilizzano a temi d’attualità
Questa è una peculiarità che non hanno perso nel tempo: come sei anni fa, anche adesso non risparmiano governo ed opposizione, destra e sinistra e giornalisti; sulle note di Sono così indie vengono proiettate sul palco immagini canzonatorie di politici nazionali ed internazionali. Ma, in momenti più seri, ci parlano delle politiche sull’immigrazione di questo governo, delle dichiarazioni dei suoi componenti e di quanto sia opinabile la scelta di votare Lega (per dirlo in maniera molto più delicata).
4) Il ricordo di Federico Aldrovandi
Dopo aver cantato Abbiamo vinto la guerra, Lodo spiega che quel Federico che se n’è andato via da solo citato nel testo è Federico Aldrovandi. Sul palco viene composta la scritta Aldro Vive e Albi spiega chi era Federico e cosa gli è successo. E’ un momento molto profondo.
5) Carota che canta “Niente di Speciale”
Carota che esegue al piano Niente di Speciale. Si crea un’atmosfera molto romantica.
6) Rendono partecipe il pubblico
Il pubblico diventa protagonista ballando sul palco, partecipando al karaoke delle loro canzoni, tenendo il tempo battendo delle mani giganti. Per l’occasione Lodo ha anche “intervistato” un signore modenese di mezz’età che vive in zona. E’ subito malinconia emiliana.
7) La samba
Sul karaoke la band inizia a ballare la samba indossando delle piume. Ma non solo. Nel corso della serata si improvvisano ballerini ed acrobati, tra capriole, verticali e una specie di twist che Lodo mette in scena.
8) Carota che cantando “Buona Sfortuna” cambia il testo in “comm a te non ci sta nisciuna”
Per campani d.o.c.
Gli ultimi due motivi sono degli extra e per chi arriva in anticipo al loro concerto.
9) La playlist che mettono in attesa del loro concerto
È una vera bomba: comprende i Casino Royale, Willie Peyote, Liberato, Zen Circus, Ministri, Pinguini Tattici Nucleari, Canova e tanti altri.