I 10 MIGLIORI DISCHI ITALIANI DEL 2022

Si è concluso con 507 voti validi il sondaggio, indetto dalla nostra redazione e rivolto al pubblico de Le Rane, volto a decretare i migliori 10 dischi italiani del 2022. Dieci dischi forse sono un po’ pochi per riassumere un anno tanto ricco di lavori discografici. Cosa resterà in futuro della musica del 2022? Cosa ascolteremo ancora nei prossimi anni? Solo il tempo potrà dare effettivamente queste risposte.

Vi abbiamo fatto scegliere tra oltre 250 lavori discografici e alla fine avete emesso il vostro verdetto. Noi de Le Rane in questo articolo commenteremo uno per uno i 10 migliori dischi italiani del 2022 scelti da voi, ma nelle retrovie non pochi dischi meriterebbero una menzione. È il caso di Senza_Crì e il suo disco “Salto nel vuoto” (che abbiamo trattato in questo articolo) che ha raggiunto le 84 preferenze; oppure nomi come Brunori Sas con l’ep Cheap! e Fulminacci con la versione ampliata del suo disco del 2021; o ancora i dischi di Fabri Fibra, Ditonellapiaga, Coma Cose, The Zen Circus, e tant* altr*. Di seguito trovate i primi 10 classificati: siete d’accordo con la classifica? Fatecelo sapere nei commenti sui nostri social!

10. “Privilegio Raro” – Tutti Fenomeni (85 voti)

Musicalmente, il disco è come un mix di frutta: riusciamo a leggere tutti i vari ingredienti (con quella forte sensazione di approvazione) e ne riconosciamo la simbiosi saltellante. Dallo stornello al cantautorato, dalla protesta al low profile. C’è tutto. Ed è proprio questo a non penalizzarlo. Una città come Roma non può essere inscatolata musicalmente: il Guarascio lo sa bene. E lo sa bene il suo produttore. Tra i 10 migliori dischi italiani del 2022 ci deve essere per forza “Privilegio Raro”.

Tratto da “La recensione del secondo ascolto di Privilegio Raro”, Francesco Pastore

Tutti Fenomeni – Privilegio Raro [Ascolta qui]

9. “Dormi” – Emma Nolde (86 voti)

“Il secondo disco è più difficile”. Il detto non sembra valere per Emma Nolde: far meglio di Toccaterra, sfiorarne la narrazione intima e profonda era difficile. Alla giovane artista toscana questo interessa poco e Dormi risulta essere una preghiera laica rivolta agli affetti più puri e difficili. In un mondo magmatico, disordinato e troppo interessato alla rottura, la Nolde si appiglia alla forza della semplicità, facendo leva sulla unicità del nostro essere e del nostro vivere quotidiano per denunciarne difficoltà e provare a superarle. Dormi è un viaggio immersivo e intimo in cui l’egocentrismo fragile dell’artista diviene punto di forza. La vita come vita stessa, i passi leggeri come testimonianza del nostro esser qui. Un disco denso e terapeutico, un disco su cui piangere della distanza ma capace di raccogliere l’attimo prima di un bacio. Un disco pieno di vita. Senza dubbio, disco dell’anno.

Francesco Pastore

Emma Nolde – Dormi [Ascolta qui]

8. “Meno per meno” – Niccolò Fabi (87 voti)

Meno per meno uguale più: una formula matematica prestata alla poesia. Due cose negative insieme ne fanno una bella, la musica, che guarisce e aiuta la malinconia, ci accompagna e ci supporta in questo periodo storicamente così incerto e doloroso. E questo disco di Niccolò Fabi vuole proprio fare da cerotto sulla ferita del presente. Non stravolge ne scuote, non va oltre né torna indietro ma si culla nel presente cercando nuovi modi di interpretarlo.

Un esercizio terapeutico in cui brani di dischi del passato trovano una nuova veste – che chi ha avuto occasione di partecipare al concerto evento all’Arena di Verona ha già ascoltato – ricca elegante e orchestrale. I quattro inediti si allineano al disco precedente – Tradizione e Tradimento – completando il pacchetto. Se amate Niccolò Fabi troverete in questo disco il comfort food che in tavola a Natale nessuno vi metterà in tavola. E inoltre, visto che è anche l’opera che festeggia i 25 anni di carriera di Fabi, già che ci siete potete anche fargli un brindisi di auguri. Che tanto un bicchiere in più lo so che ve lo fate volentieri!

Maria Giulia Zeller

Niccolò Fabi – Meno per meno [Ascolta qui]

7. “Tutto l’universo” – Giovanni Truppi (88 voti)

Non un disco vero e proprio ma una antologia, una summa che ha sia lo scopo di guardarsi indietro e sia quello di presentarsi a un nuovo pubblico e guardare, dunque, avanti. Nonostante 10 anni di carriera e 4 album, Giovanni Truppi prima della scorsa edizione del Festival di Sanremo è stato un cantautore estremamente di nicchia. Uno di quelli davvero particolari, difficili da classificare. Uno per cui anche l’appellativo di “cantautore” risulta troppo vago, indeterminato, anonimo. Ma Giovanni Truppi, contro ogni apparenza, è tutt’altro che anonimo. La sua sensibilità esonda nel cuore dell’ascoltatore tardi e dopo svariati ascolti; il suo approccio e il suo stile sembrano diretti, senza fronzoli, colloquiali, ma non creano connessioni superficiali con chi è in ascolto dall’altra parte.

Conoscere Giovanni Truppi non è qualcosa che puoi fare attraverso una playlist a caso, ma “Tutto l’universo” è un ottimo punto di partenza. In attesa del nuovo disco (di cui potete seguire aggiornamenti qui) questa selezione accurata fatta dall’artista stesso ci dice “cosa è stato ed è Giovanni Truppi; se hai voglia dietro questo progetto c’è tutto l’universo”.

Raffaele Annunziata

Giovanni Truppi – Tutto l’universo [Ascolta qui]

6. “Entropia Padrepio” – Post Nebbia (89 voti)

Entropia Padrepio, ed una recensione potrebbe finire qui, col titolo del disco; perché ogni parola, ogni commento, ogni giudizio rischia di apparire sterile e ridondante al tempo stesso. “Entropia Padrepio” sono le due facce della stessa medaglia. Spirito e materia, corpo e anima che vanno a braccetto, in un chiasmo che oscilla tra misticismo e fisica quantistica.

Nell’album dei Post Nebbia c’è un suono, un’identità che si palesa traccia per traccia, come un’apparizione divina. I testi rivelano e si rivelano, non arrivano mai immediatamente, ma immediatamente si fanno notare. Una fusione sonora che abbraccia il rock, ma che non ne è mai vittima. L’incrocio tra i testi di Corbellini e la coproduzione di Porrini (Fight Pausa) genera una miscela sonora e lirica che sembra esistere da sempre, e che doveva semplicemente apparire: un’epifania musicale.

Questo disco dei Post Nebbia va ascoltato, avendo dentro (e dietro) di sé un background musicale di ascolti importante, imponente, massiccio al fine di coglierne i riferimenti e le i/a-spirazioni.

Manuel Tomba

Post Nebbia – Entropia Padrepio [Ascolta qui]

5. “Fake News” – Pinguini Tattici Nucleari (98 voti)

Lo “Zen” è una fake news perché per trovare pace saremo capaci di vendere l’anima al diavolo. “L’ultima volta” è una fake news perché non si annuncia mai: la senti all’improvviso. L’isolamento sociale degli “Hikikomori” è una fake news perché si amano a distanza e si cercano di notte. I “Ricordi” sono una fake news quando mentono alla mente. E, se la vita ti fa revenge porn, è una fake news anche “Hold on”, la capacità innata di andare avanti, stringendo i denti. Quei denti perfetti promessi da “Dentista Croazia”, che porta in settimana gli anziani a Zagabria regalando loro sorrisi low cost: per forza che anche la “Fede”, se la si scambia per fiducia, è una fake news. I Pinguini Tattici Nucleari hanno intessuto un disco fatto di trame così fake da sembrare reali e così reali da sembrare fake. L’unica verità sta dentro le orecchie di chi ascolta.

Monica Malfatti

Pinguini Tattici Nucleari – Fake News [Ascolta qui]

4. “La ragazza del futuro” – Cesare Cremonini (111 voti)

Disco alla “Cremonini”: canta di amore, natura, umanità. Un percorso poco lineare tra nuove sonorità, ritmica, acustica, suoni orchestrali con una presenza massiccia di archi, cori delicati e poi di nuovo suoni elettronici. Tutti questi suoni (molti) uniti a collante con la sua voce e i suoi testi, sempre così eleganti e profondamente densi, corposi e poetici. Ora fa ballare e dopo poco sei in lacrime ad emozionarti e anch’io ragazza del futuro (e del presente) figlia del sole canto e ballo.

Un disco che possiamo definire con una sola parola “maturo”, come la sua carriera ventennale. Un’autobiografia che canta di mancanze e dolori ma che lo fa con lucidità, di un umano che accomuna tutti e tutte ed è per questo che ci arricchisce, una conversazione di suoni diversi tra loro ma che si legano a meraviglia. Molteplici sono i riferimenti al passato da cogliere (oltre che al futuro), non vi resta che ri-ascoltarlo! 

“La ragazza del futuro” è, secondo i sondaggi, tra i 10 migliori dischi italiani del 2022.

Vanessa Putignano

Cesare Cremonin – La ragazza del futuro [Ascolta qui]

3. “Ama il prossimo tuo come te stesso” – Manuel Agnelli (115 voti)

Ama il prossimo tuo come te stesso. Stavolta a dirlo è Manuel Agnelli. Dieci tracce che regalano una storia, quella di un rocker vero, con gli occhi e il cuore aperto, che tra un piano delicato e sonorità elettriche meravigliosamente disturbanti ci proietta in cartoline di realtà che sono a volte sentimenti altre volte guerre e pandemie, tutte miracolosamente incastonate in attimi di pura sincerità e libertà. Si perché in fondo Agnelli nel suo percorso artistico ci ha sempre spiegato che la durezza del rock spesso serve a spiegare la durezza della realtà, e se la quiete dei pandemici ritiri casalinghi ha permesso anche di riflettere sulle cose del mondo, il mondo non è meno ruvido di prima. Restano i sentimenti per decifrarlo e quegli occhi sopra le mascherine della Milano ancora appestata, per provare a comunicare senza viso, per continuare, nonostante tutto, a essere umani.

In fondo questo disco conferma in modo incontrovertibile che Manuel Agnelli nelle sue canzoni, anche quelle più crude, mette un cuore sincero, ammantato in un suono spesso giustamente disturbante, continuando a essere, per attitudine e risultati, uno dei pochissimi veri frontman rock mai visti da queste parti. Nessun dubbio che sia tra i 10 migliori dischi italiani del 2022.

Ernesto Razzano

10 migliori dischi italiani del 2022
Manuel Agnelli – Ama il prossimo tuo come te stesso [Ascolta qui]

2. “Bar Mediterraneo” – Nu Genea (140 voti)

Nel 2022 nessuno forse si aspetterebbe che un disco che celebra il Mediterraneo come mix di culture, suoni, lingue e tradizioni possa essere uno dei dischi più apprezzati dell’anno. Eppure i Nu Genea sono riusciti a farci amare un disco che per sound, testi e genere si discosta dalle solite proposte a cui siamo abituati. In “Bar Mediterraneo” ascolti pezzi in napoletano, francese e tunisino; puoi sentire il flauto Ney (uno degli strumenti più antichi al mondo) e la batteria di Tony Allen.

Addirittura puoi scoprire poesie scritte quasi un secolo fa (cfr La Crisi). Insomma, tutti elementi per un disco di qualità che non ti farebbero pensare all’ascolto da parte di un pubblico vasto. Ma le loro canzoni sono arrivate dappertutto tant’è che Tienatè la senti perfino su Tik Tok e in qualche stadio! Con Bar Mediterraneo i Nu Genea hanno fatto una piccola grande rivoluzione e senza dubbio ci hanno regalato il disco dell’anno.

Martina Quagliano

10 migliori dischi italiani del 2022
Nu Genea – Bar Mediterraneo [Ascolta qui]

1. “Volevo Magia” – Verdena (147 voti)

Affermare che il ritorno dei Verdena sia stato il momento più atteso dell’anno per la scena indipendente italiana sarebbe troppo banale e scontato per una band che di banale non ha proprio niente. Volevo Magia è arrivato dopo sette anni dall’ultimo lavoro della band ed è il primo dei 10 migliori dischi italiani del 2022. La sua gestazione è stata lunga, la su attesa snervante fin dalle prime dichiarazioni (nel 2020) che ne presagivano la pubblicazione. Fin dalla scelta del titolo il disco comunica i concetti, gli ideali e i principi che la band voleva che arrivassero al pubblico.

Nonostante io sia nata a metà degli anni ‘90 e nonostante non abbia vissuto a pieno cosa sono stati i Verdena, l’arrivo di un disco del genere nel 2022 è stato come una macchina del tempo. Improvvisamente ci siamo trovati in quegli anni in cui la musica “diversa” era il motore di distinzione ed era capace di unire, radunare e aggregare un pubblico attorno alla distorsione di una chitarra.

Insomma, il risultato di anni di silenzi e di lontananza è servito a costruire le fondamenta dell’album forse più maturo del trio albinese. Cari Alberto, Roberta e Luca, grazie per averci donato Volevo Magia. Ci avete fatto provare nostalgia di tempi che molti di noi non hanno vissuto.

Lucrezia Costantino

10 migliori dischi italiani del 2022
Verdena – Volevo Magia [Ascolta qui]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *